Coldiretti Vicenza: con il latte in polvere impossibile pensare di fare il formaggio
Mercoledi 1 Luglio 2015 alle 11:04 | 1 commenti
La nota di Coldiretti Vicenza
“Il formaggio fatto con il latte in polvere viene prodotto dagli stessi soggetti che sottopagano il latte e fanno chiudere le stalle. Si tratta di un vero e proprio attentato al made in Italy, di fronte al quale non possiamo restare indifferenti. In particolare i politici, a tutti i livelli, devono rimboccarsi le maniche e lavorare affinché la situazione cambiâ€.ÂCosì il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, interviene sulla recente indiscrezione per cui l’associazione delle Industrie lattiero casearie, Assolatte, avrebbe sollecitato la diffida della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per porre fine al divieto di detenzione ed utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974. “Siamo di fronte ad un caso di alto tradimento al made in Italy da parte di un’associazione che ha agito contro gli interessi dell’Italia, dell’agroalimentare nazionale e di parte dei suoi associati – sottolinea il presidente Cerantola – impegnati nel garantire la qualità e tipicità della produzione lattiero casearia tricoloreâ€. Se l’Europa dovesse accogliere questa assurda richiesta, l’effetto sarà quello di stare dalla parte di coloro i quali intendono continuare ad importare prodotti dall’estero da spacciare come made in Italy, per la mancanza di un adeguato sistema di etichettatura sull’origine dei prodotti lattiero caseari. Il risultato è che dall’inizio della crisi molte stalle da latte hanno chiuso i battenti, con la perdita di posti di lavoro e di reddito, ma anche di un ruolo insostituibile di presidio del territorio. “Il nostro Paese, grazie alla tutela della legge nazionale – conclude il presidente Cerantola – ha conquistato un primato internazionale nella qualità e varietà della produzione di formaggi. Lo scellerato comportamento delle lobby industriali rischia ora di farlo crollare. Un’azione che danneggia i consumatori con l’offerta di prodotti di bassa qualitativa, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Solo una classe politica rinnovata nelle idee e nella vocazione potrà aiutarci a far arrivare la nostra voce in Europa e nei tavoli istituzionali dove, troppo spesso, sono le lobby a stabilire le regole ed a scrivere le normeâ€.
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