Class action di 50 agricoltori vicentini contro cacciatori per uso proprietà private
Martedi 2 Ottobre 2012 alle 15:34 | 0 commenti
Renzo Rizzi, Cpv Coordinamento Protezionista Vicentino - L'utilizzo di proprietà private è illegittimo se non si corrisponde al proprietario il pagamento per la servitù, i coltivatori: ora basta, se non pagano "cacceremo i cacciatori".
Sono passati venti anni, dall'approvazione della legge quadro nazionale 157/92 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e prelievo venatorio, ma in provincia di Vicenza nessun proprietario terriero ha mai visto un soldo del contributo previsto per legge.
La Regione Veneto, infatti, non ha ancora dato attuazione all'art. 15 della legge nazionale n.157 del 1992 sulla disciplina della caccia secondo cui è "dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell'amministrazione regionale in relazione all'estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente"; una spesa a cui si deve far fronte con la tassa di concessione venatoria regionale. Nella successiva legge regionale 50/93, si stabilisce il principio che siano le province, quindi nel nostro caso, la struttura provinciale, a verificare nel dettaglio le proprietà , le tipologie di coltivazioni e ad elargire i contributi.
Alcuni proprietari terrieri si sono rivolti all'amministrazione provinciale di Vicenza chiedendo il pagamento del contributo, la provincia ha risposto picche, rimandando la richiesta alla regione Veneto, giustificando questa mossa con la mancanza di direttive da parte dell'amministrazione Regionale.
Ora gli agricoltori si sono coalizzati e proprio da Vicenza parte la prima CLASS-ACTION Veneta, come disposto dall'avvocato Claudio Linzola di Milano,
il C.P.V. ( coordinamento protezionista Vicentino ) ha raccolto i nominativi di cinquanta proprietari pronti a fare causa alla struttura provinciale e alla regione Veneto per il mancato pagamento di quanto dovuto per legge.
La prima settimana di ottobre i legali consegneranno tutta la documentazione per questi primi cinquanta proprietari in regione, la provincia e la regione inadempienti saranno messe in mora e dovranno trovare presto una soluzione per pagare quanto dovuto alle persone che sono costrette a fare entrare i cacciatori nella loro legittima proprietà , senza per altro avere nessun contributo.
Le associazioni protezionistiche si sono attivate per informare tutte le categorie interessate, del fatto che hanno diritto al pagamento, Per fare richiesta di Rimborso, il Coordinamento Protezionista Veneto, ha messo a disposizione un indirizzo, mailto: [email protected]
Info 328 5823930.
Nall'argomento, è intervenuto il portavoce della CPV Renzo Rizzi dichiarando: la struttura provinciale, dovrà pagare una montagna di quattrini ai proprietari che stanno facendo richiesta, in quanto vengono inseriti dieci anni arretrati interessi e more, una cifra pesantissima. Semplificando, se tutti i proprietari Vicentini, giustamente, pretendessero di avere i soldi che gli spettano, la cifra da sborsare è da bancarotta, oltre 175 milioni di euro.
Quello che è sconcertante è prendere atto ancora una volta, che la politica non si interessa quando, come nel caso di specie, ci sono in gioco legittimi interessi della collettività , viceversa, è disponibile a fare carte false quando si tratta di aiutare la potente lobby venatoria.
Un esempio, l'ultimo caso salito alle cronache, quello relativo alla legge salva altane e capanni abusivi in provincia di Vicenza, alcuni politici di PDL e LEGA, a servizio della lobby venatoria, hanno messo in piedi un tour de forse per modificare la legge regionale 50/93. Come finirà lo sapremo presto, per il momento è stata impugnata dal governo, il sei di settembre, dichiarando nero su bianco che le modifiche apportate alla legge regionale da parte della giunta del Veneto sono illegittime.
Ora consiglio vivamente ai cittadini che ne hanno titolo, quindi che abbiano una proprietà che viene usata per la caccia, o a servizio della stessa ( ad esempio, le zone di ripopolamento e cattura), di attivarsi quanto prima, usando gli indirizzi elencati.
Per il resto, mi pare ovvio che se non viene corrisposto il pagamento per una servitù, tra l'altro imposta per legge, sia logico per diritto, che tale servitù decada, anche e naturalmente alla luce del fatto che in nessun altro paese d'Europa vige l'obbligo di permettere ai cacciatori di violare la proprietà privata.
Per cui ritengo corretto quanto dichiarato dagli agricoltori, cacceremo i cacciatori che entrano in proprietà privata senza averne diritto.
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