Charlie Guard, un caso di eutanasia che tocca anche Vicenza: un'opinione su cui discutere
Sabato 1 Luglio 2017 alle 16:31 | 0 commenti
Ogni anno a Vicenza e in tutte le scuole d'Italia il 27 gennaio i docenti assegnano tracce di riflessione agli scolari e agli studenti su quello che è stato il più grande genocidio messo in atto contro gli Ebrei nel corso dei secoli e compiuto dal nazionalsocialismo, espressione tedesca del totalitarismo novecentesco iniziato nel 1917. Il 27 gennaio 2014 così si esprimeva il sindaco di Vicenza Achille Variati in occasione della Giornata della Memoria: "La memoria è il fondamento e il collante della comunità , ma anche la sua difesa contro i pericoli dell'intolleranza e della violenza contro chi è considerato diverso". Ricordiamo che Charlie Guard "malato" è un diverso e per il quale sarebbe bene spendere almeno qualche espressione ufficiale.
Poco però si parla dello scritto che pose le base del genocidio, quel Mein Kampf, pubblicato in Italia da Bompiani in tante edizioni a partire dal 1934. Uno scritto che non si riferisce solo all'eliminazione degli ebrei, ma ha purtroppo più vasta considerazione e nel primo capitolo esprime La Concezione del mondo e del partito che ha a suo fondamento "la razza" e vede nello Stato "un mezzo per raggiungere un fine, il fine della conservazione dell'esistenza razzista degli uomini".
La razza ritenuta la sola degna di essere in Europa, quella ariana. Ma anche per la razza ariana lo Stato deve provvedere, dato che esso "deve mettere la razza al centro della vita generale. Deve darsi pensiero di conservarla pura. Deve dichiarare che il bambino è il bene più prezioso di un popolo. deve fare in modo che solo chi è sano generi figli, che sia scandaloso il mettere al mondo bambini quando si è malati o difettosi e che nel rinunziare a ciò consista il supremo onore" .
Infatti "lo Stato deve valersi a tale scopo, delle più moderne risorse mediche. deve dichiarare incapace di generale chi è affetto da visibili malattie o portatore di tare ereditarie e quindi capaci di tramandare ad altri queste tare, e provocare praticamente questa incapacità ". Tanto che "chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino". (Ed. Milano, Bompiani, 1937, p.79-80)
Da qui a eliminare anche i bambini affetti da gravi malattie il passo per il nazionalsocialismo fu brevissimo e operò in tal senso. Agli Ebrei bisogna anche aggiungere i tanti disabili adulti e bambini "eliminati" o sottoposti a "esperimenti" ad uso di medici che nello Stato hitleriano trovavano appoggio e lo trovarono anche dopo come il pediatra Werner Catel (1894-1981) capo della clinica pediatrica di Lipsia che partecipò ai progetti di eutanasia infantile e nel 1947 divenne direttore della Clinica pediatrica di Mammolsoehhe e nel 1954 professore di Pediatria all'Università di Kiel. Il citato docente nel 1964 in una intervista a "Der Spiegel" si dichiarò a favore della soppressione dei bambini nei quali non fossero riscontrabili "moti psichici" (cfr. Le élites di Hitler dopo il 1945, a cura di N. Frei. Torino, Bollati Borighieri.2003).
Di fronte a quello che i tribunali hanno deciso (eutanasia attiva) contro la volontà dei genitori, nei confronti di Charlie Guard, ritorna in mente proprio quanto accaduto e di cui dobbiamo fare memoria non solo il 27 gennaio, ma ogni qualvolta lo Stato viola la dignità di un uomo, qualsiasi sia la sua condizione.
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