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CGS: ricorso per far ottenere a lavoratori pubblici risarcimento per mancato rinnovo contratto

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 31 Marzo 2016 alle 18:20 | 0 commenti

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Centro Gestionale del Ricorso CGS
Indennizzo procapite dai 4.000 euro in su per i lavoratori pubblici. A chiederlo è la Confederazione CGS che ha organizzato un maxi ricorso alla CEDU (Corte Europea per Diritti dell’Uomo) volto a far ottenere ai lavoratori pubblici che aderiranno al ricorso un congruo risarcimento per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015. Si è aperta la scorsa settimana la raccolta di adesioni al Ricorso risarcitorio alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) organizzato dalla Confederazione Generale Sindacale (C.G.S.) contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni nel pubblico impiego.

Quello che si preannuncia come uno dei ricorsi più "partecipati" della storia, riguarda potenzialmente più di 3 milioni di lavoratori dei vari comparti del pubblico impiego (Stato, Parastato, Scuola, Enti Locali, Sanità ecc…) e, ad una settimana dalla partenza, ha già raccolto più di 10 mila adesioni.
Se continuerà questo trend, di aumento continuo giornaliero dei ricorrenti, si prevedono almeno 100 mila adesioni per la fine di aprile… E a maggio il numero potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare.
L’iniziativa della CGS ha già provocato le reazioni da parte degli altri sindacati, che si sono divisi tra chi spara a zero sul ricorso e chi pensa invece di accodarsi.
Il tutto nasce da un precedente ricorso che il Sindacato FLP (aderente alla CGS) aveva già presentato nel 2012, che portò poi all’ormai noto  pronunciamento della Corte Costituzionale (con la sentenza n. 178/2015) che dichiarò l’illegittimità costituzionale delle norme che avevano disposto il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego.  
Tale illegittimità costituzionale è stata però definita, dalla stessa Corte, “sopravvenuta” a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ma senza illustrare ragionamenti giuridici plausibili sul perché tale illegittimità costituzionale si sostanzierebbe solo “da quel momento” (lasciando quindi dedurre che se il pronunciamento fosse avvenuto prima del 23 luglio 2015, data di deposito della sentenza, anche tale “sopravvenienza” sarebbe stata fissata in una data diversa ed antecedente).
La CGS, con il ricorso che sta promuovendo davanti agli organi di giustizia europei, si propone di impugnare appunto la fondatezza giuridica di tale sopravvenienza al fine di far di far ottenere ai ricorrenti un congruo risarcimento per il danno subito in sei anni di blocco contrattuale.
Il danno stimato va dai 4.000 euro in su per ciascun ricorrente a seconda della propria categoria e livello retributivo.
Che non si tratti di una iniziativa improvvisata  lo testimonia il fatto che il pool di avvocati messo in campo dalla Confederazione Generale Sindacale e che sono al lavoro su questo ricorso fin dal mese di ottobre 2015, sono tra i più preparati e stimati del settore (oltre a coloro che hanno portato e vinto il precedente ricorso della FLP davanti alla Corte Costituzionale sono stati chiamati a collaborare anche avvocati esperti nei contenziosi davanti agli organismi di giustizia europei).
Inoltre, per poter gestire in modo ottimale un così elevato numero di ricorrenti provenienti da tutti i settori del pubblico impiego, già da alcuni mesi era stata messa a punto una efficace ed efficiente organizzazione che quei sindacati che si affacciano a presentare anche loro il ricorso all’ultimo momento molto difficilmente potranno essere in grado di eguagliare. A questo ricorso è possibile partecipare unicamente da una piattaforma informatica accessibile dal sito web: www.ricorsocgs.it, dove sono anche pubblicate notizie più dettagliate che riguardano tutta l'attività ricorsuale e sono in grado in fornire ai ricorrenti ogni forma di supporto.
Il Ricorso di tutto il pubblico impiego contro il blocco dei contratti attuati dal governo. Ad una settimana dalla partenza sono già più di diecimila i ricorrenti che si apprestano a chiedere un congruo risarcimento allo Stato Italiano. L’indennizzo stimato va dai 4.000 euro in su per ogni lavoratore pubblico.
L’iniziativa è promossa e supportata dalla CGS, Confederazione Generale Sindacale che vuole portare il governo italiano davanti alla CEDU (Corte Europea per Diritti dell’Uomo). La CGS ha deciso di rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per chiedere il risarcimento dei lavoratori gravemente danneggiati dal mancato rinnovo contrattuale che si protrae da oltre sei anni. Ottenere il risarcimento per i lavoratori gravemente danneggiati dal mancato rinnovo contrattuale che si protrae da oltre sei anni e la condanna del Governo che non ha ottemperato (e non sta ottemperando) alla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti del pubblico impiego, sono gli obiettivi del ricorso che la  CGS, Confederazione Generale Sindacale presenterà entro giugno 2016 alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
La neo costituita Confederazione Generale Sindacale è composta da FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), FGU (Federazione Gilda-Unams), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e Unione Artisti UNAMS.
Quello che verrà presentato è un ricorso al quale potranno partecipare tutti i dipendenti e dirigenti pubblici… Ovvero circa tre milioni di lavoratori.
L’iniziativa, lungamente preparata fin dagli ultimi mesi del 2015 è stata affidata ad un pool di avvocati tra i più esperti del settore (quelli che avevano già portato e vinto il precedente ricorso della FLP davanti alla Corte Costituzionale e che sono stati affiancati anche da esperti nei contenziosi davanti agli organismi di giustizia europei).
Inoltre, una imponente macchina organizzativa sta gestendo un elevatissimo numero di ricorrenti provenienti da tutti i settori del pubblico impiego attraverso un sito web ed una piattaforma informatica capace di automatizzare tutti gli adempimenti dei ricorrenti che parteciperanno all’iniziativa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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