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C'era una volta la Valdagno dei Marzotto: ora si delocalizza per "allocarvi" solo i disoccupati

Di Alessandro Pagano Dritto Lunedi 17 Giugno 2013 alle 21:45 | 0 commenti

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C'era una volta la Valdagno dei Marzotto. C'era e non c'è più. Si dice che lo sciopero che da giovedì, giorno della comunicazione del nuovo piano di delocalizzazioni, gli operai hanno dichiarato ad oltranza in accordo coi sindacati raggiungendo oggi il comune per parlare col sindaco Alberto Neri sia stato fatto in nome dei 99 lavoratori MCS su 159 dichiarati in esubero. Ed è vero.

Ma la portata dei fatti è molto più ampia, più globale, e i sindacati lo hanno ben presente: a essere a rischio non sono solo i 99, ma il migliaio di operai che se, andasse in porto quanto proposto dalla nuova dirigenza, potrebbe ritrovarsi improvvisamente senza lavoro.
Ad aprile infatti alcuni rami della famiglia Marzotto hanno ceduto il 100% di MCS Italia, ex Marlboro Classic, a una cordata internazionale, con privati inglesi, americani e indiani che "compongono" il brand Emerisque, i quali - sostengono, contattati, Giuliano Ezzelini Storti, della Rsu Cgil MCS, Verena Reccardini della Filctem Cgil Vicenza e il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò di Rifondazione Comunista - «sembrano avere interesse solo a far fruttare lo storico marchio, abbassando i costi di produzione e delocalizzando a livello internazionale ciò che prima si trovava sulle sponde dell'Agno, e che occupava i lavoratori locali».
Ma questi lavoratori e i loro sindacati hanno deciso di fare quanto in loro potere per evitare che questo accada e oggi hanno prima occupato lo stabilimento di Maglio di Sopra, poi sfilato fino al comune per incontrare, come detto, il sindaco Neri. Secondo quanto sottolineato dal consigliere Pettenò era presente anche il sindaco di Cornedo Vicentino Martino Angiolo Montagna, a dimostrazione che «il problema riguarda ovviamente tutti i comuni della vallata».
E qualcosa sembra essere stato ottenuto, visto che domani alle 18.00 al municipio di Valdagno sindaci, sindacati, e proprietà si incontreranno per vedere di fare il possibile perché le cose vadano diversamente: scongiurare insomma l'abbandono definitivo della zona. E il municipio non sarà l'unico tavolo su cui si scopriranno le carte: alle 13.00 ci sarà un vertice in Regione a Venezia, mercoledì alle 12.00 in prefettura a Vicenza.
Il consigliere Pettenò (di seguito la sua interrogazione*) precisa che naturalmente la questione non è solo locale; semmai il caso di Valdagno e dell'ex stabilimento Marzotto è uno spiffero locale di una ben più vasta corrente d'aria nazionale e internazionale che ha trovato nella «delocalizzazione selvaggia», in luoghi dove i lavoratori costano meno perché hanno meno diritti, la soluzione ideale alla crisi vista con gli occhi degli imprenditori.
Lo stesso assessore regionale al lavoro Daniela Donazzan ha dichiarato la necessità di difendere il Made in Italy. Anche Pettenò si è dichiarato d'accordo, e ha rilevato l'effettiva inconsistenza della legge attuale, per cui basta che uno solo dei passaggi della lavorazione del prodotto avvenga in Italia perché il prodotto possa fregiarsi della dicitura Made in Italy. Le colpe, rileva Pettenò, sono anche della Regione che non ha saputo frenare questa delocalizzazione che ha reso necessari gli scioperi di oggi.

 

*Interrogazione a risposta immediata


Mcs di Valdagno (Vi): la regione intrvenga per impedire tagli occupazionali e smantellamento dell'azienda
Presentata il 17.06.2013 dal consigliere Pettenò

Premesso che
Il quadro sui piani e le strategie aziendali della MCS Italia di Maglio di Sopra frazione di Valdagno, hanno fatto emergere un progetto di riassetto industriale ed organizzativo che prevede il taglio della linea Donna, l'eliminazione totale della linea Facon, la delocalizzazione Outsourcing (Commerciale export, Operations, Finanza) con la conseguente dichiarazione di un esubero di 99 persone su un totale di 159.
Si tratta di un annuncio che rende ben evidente l'intenzione da parte dell'Azienda di procedere non ad una ristrutturazione, bensì alla progressiva chiusura dell'insieme dello stabilimento, come denunciato dai rappresentanti dei lavoratori e dalle organizzazioni sindacali che hanno immediatamente indetto lo sciopero ad oltranza e annunciato iniziative clamorose in occasione della prossima presentazione dei prodotti della MCS Italia già prevista a Milano, Parigi, Copenaghen.

Si chiede alla Giunta Regionale
Se intenda intervenire a sostegno dei lavoratori, dando vita con urgenza ad un Tavolo di confronto tra Azienda, Organizzazioni dei lavoratori, Enti Locali, per seguire lo stato della trattativa e mettere in campo tutte le misure indispensabili per bloccare i tagli occupazionali e lo smantellamento dell'attività produttiva dello stabilimento MCS ITALIA di Maglio di Sopra


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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