Caso Guidi, Langella: gentaglia con pochi valori se non quelli che fanno comodo a loro
Venerdi 1 Aprile 2016 alle 15:00 | 2 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, segretario PCdI Veneto, e pubblichiamo
Dopo le innumerevoli "stranezze" riguardanti parenti di membri del governo, guarda caso "aiutati" da decisioni governative, un'altra notizia di favoritismi ha come protagonista un ministro. È Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico, che ha dato le dimissioni per “questioni di opportunità politicaâ€. Le ha date, però, solo dopo la pubblicazione di un'intercettazione (che coinvolge anche Mariaelena Boschi) nella quale appare evidente il suo “interessamento†per far passare un emendamento alla legge di stabilità .
Emendamento che avrebbe sicuramente favorito gli affari del suo fidanzato Gianluca Gemelli oggi indagato nell'inchiesta che ha portato, come rifersce l'ANSA, “a sei arresti e al blocco della produzione dell'Eni in Val D'Agro, come conseguenza di due sequestri nel centro oli di Viggianoâ€.
Favoritismi verso parenti più o meno stretti e l'occupazione delle istituzioni da parte di politicanti e amici degli amici messi in posti chiave e in consigli di amministrazione di aziende pubbliche sono diventati la cifra caratteristica di chi governa la nostra povera patria. Un conflitto di interesse continuato e perenne che avviene in spregio alle istituzioni e alla Costituzione, senza che i protagonisti provino vergogna, con la pretesa di avere sempre e comunque l'impunità . Del resto, “lorsignori†raramente vengono indagati e condannati, al massimo sono “coinvoltiâ€. Quelli che coinvolgono membri del governo o deilla maggioranza non sono “episodi isolatiâ€, ma una vera e propria abitudine.
L'Italia è comandata da questi personaggi arroganti e intoccabili che fanno solo i propri interessi personali e quelli dei padroni per i quali lavorano. È la realizzazione di quanto Berlinguer chiamava “questione morale†indicandola come malattia letale per la nostra democrazia.
Quello che accomuna tutti questi gravissimi fatti è l'avidità e l'assoluta mancanza di senso dello Stato. Gli attori di questo degrado istituzionale sono gli stessi che vogliono stravolgere la Costituzione e che fanno approvare leggi che cancellano i diritti di chi vive del proprio lavoro. Gentaglia con pochi valori se non quelli che fanno comodo a loro e ai loro sponsor.
Tanto per ricordare… Federica Guidi, prima di diventare ministro, si era sempre dichiarata favorevole alle delocalizzazioni, cosa che era praticata dall'azienda di famiglia. Per quanto riguarda i rapporti di lavoro dichiarava che “gli strumenti della contrattazione sindacale dovranno cambiare. In futuro nelle aziende ci dovrà essere una contrattazione praticamente ad personam, tra il datore di lavoro e il dipendenteâ€. Come se padrone e singolo dipendente avessero lo stesso peso durante qualsiasi contrattazione. Sosteneva anche che “per restare competitivi dobbiamo avere un basso costo del prodotto. Quindi un basso costo della manodopera†e che “bisogna rendersi conto che oggi il diritto al posto fisso è anacronistico, si deve lavorare per un diritto al percorso professionaleâ€.
Una dimostrazione imbarazzante del disprezzo che, chi si sente padrone, prova verso chi è costretto a vivere del proprio lavoro.
Oggi Federica Guidi, dando le dimissioni, si dichiara in perfetta buona fede e certa della sua correttezza nella faccenda. Non le sfiora neppure l'idea che quelle frasi che lei ha pronunciato e che si possono ascoltare nell'intercettazione siano indice di un'assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per il ruolo che ricopriva. Ma non c'è nulla di stupefacente, “lorpadroni†sono fatti così, ritengono sia una cosa normale favorire gli interessi personali ed economici di chi appartiene alla loro casta. E che, per farlo, è meglio occupare posti di governo e di potere. Almeno fino a quando non si viene scoperti.
La cosa preoccupante è che l'Italia sia in mano a personaggi di tal fatta.
Articolo ANSA, 31 marzo 2016 ore 19.02
"E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d'accordo anche 'Mariaelena', quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte": così la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi disse al telefono al compagno, Gianluca Gemelli, a proposito dell'emendamento che il governo stava per inserire nella Legge di Stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada 'Tempa rossa', a Corleto Perticara (Potenza), nei quali Gemelli stesso aveva interesse essendo alla guida di due società del settore petrolifero. L'intercettazione è agli atti dell'inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.
Guidi, che non è indagata nell'inchiesta, alla domanda del compagno - per il quale il gip di Potenza ha rifiutato l'arresto - "se la cosa riguardasse pure i propri amici della Total", clienti di Tecnimont, "quindi anche i miei amici", replicò - dopo aver fatto riferimento al benestare della ministra Maria Elena Boschi - secondo quanto annotato nell'ordinanza del giudice: "Certo, capito? Certo, Te l'ho detto per quello". Subito dopo il colloquio con la Guidi, Gemelli telefonò al dirigente di una società petrolifera e lo informò dell'emendamento "che avrebbe sbloccato Tempa rossa: la chiamo per darle una buona notizia", disse al suo interlocutore.
Il gip del Tribunale di Potenza, Michela Tiziana Petrocelli, ha rigettato la richiesta di arresto di Gianluca Gemelli - compagno del Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi - nell'ambito dell'inchiesta (nella quale il Ministro non è indagata) che stamani ha portato ai domiciliari cinque dipendenti dell'Eni con l'accusa di traffico illecito di rifiuti al centro oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni.
Gemelli, alla guida di due società che lavorano nel settore petrolifero, è indagato per concorso in corruzione e per millantato credito. La prima accusa si riferisce all'affitto di alcune case a Corleto Perticara (Potenza), dove si sta realizzando il centro oli della Total, per i dipendenti delle società di Gemelli che avrebbero lavorato nella zona. La seconda accusa è relativa alla promessa di "vantaggi patrimoniali" che Gemelli si sarebbe fatto promettere per garantire, grazie al suo rapporto col Ministro, lavori nella costruzione del centro oli.
I cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d'Agri - sono stati posti agli arresti domiciliari dai Carabinieri per la tutela dell'ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di "attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti".
I Carabinieri hanno eseguito anche un'ordinanza di divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta.
Due decreti di sequestro sono stati eseguiti dai Carabinieri stamani nel centro oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni, con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d'Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Lo si è appreso da fonti investigative e sindacali. Interpellata, Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione: quando il quadro sarà completo verranno forniti commenti. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura.
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