Caso Greta. Raniero (Usb): "Ci sono ancora mezzi senza servosterzo"
Sabato 14 Maggio 2011 alle 11:16 | 0 commenti
Riccardo Ferrasin, amministratore unico dell'azienda, ai sindacati ha promesso un investimento in sicurezza, per il 2011, di 950mila euro. Il sindacalista escluso dalla riunione con Cgil, Cisl e Uil però lamenta: "Insufficienti e non ci fidiamo di chi promette divise nuove da un anno e mezzo ". Nel Vicentino tre morti in poco più di un anno nel comparto dell'igiene ambientale. E' la tragica statistica dei decessi sul lavoro in un settore, quello dei netturbini per intenderci, che si scopre in prima fila a fronteggiare l'insicurezza dei lavoratori.
Due recenti episodi, diversi ma ugualmente terribili, hanno sconvolto la Greta Srl che gestisce la raccolta dei rifiuti nell'Alto vicentino: il 4 aprile la morte accidentale di un bambino di due anni, travolto dalle ruote di un furgone, avvenuta a Malo; il giorno dopo la morte dell'operaio 26enne Raffaele Sorgato, schiacciato da un camion in manovra guidato da un collega in una stretta strada della frazione Ca' Trenta a Schio. L'autocompattatore di rifiuti stava facendo retromarcia e Sorgato è rimasto schiacciato. Sulla dinamica dell'incidente è in corso un'indagine dello Spisal. «Ciò che è accaduto si poteva evitare perché la maggior parte dei mezzi che utilizziamo per la raccolta non sono in regola, non potrebbero circolare in quanto mancano sicurezze, tipo cicalini di retromarcia, telecamere e autospegnimento del motore con operatore in pedana», questa la denuncia a caldo messa per iscritto la sera del 5 aprile dalla R.s.u. dell'azienda. E giovedì 5 maggio, a un mese esatto dalla morte di Sorgato, il sindacato di base Usb ha convocato un'assemblea all'auditorium dell'Itis De Pretto di Schio per discutere delle cosiddette «morti bianche», in aumento nel 2011. Con circa 120 dipendenti e 31 comuni serviti, Greta è controllata dai comuni stessi e dipende nella gestione da Alto Vicentino Ambiente srl, la multiservizi dell'area pedemontana. La società nasce nel 2009 con l'acquisizione del ramo d'azienda rifiuti della cooperativa Cias, acquisto per un valore di circa 4 milioni di euro. Venerdì 8 aprile la prima reazione degli operai, che in massa partecipano ai 50 minuti di sciopero indetti da Cgil, Cisl, Uil, a cui aderisce anche l'Usb, che da sola indice poi uno sciopero di 4 ore per l'11 aprile, il giorno dei funerali di Raffaele Sorgato. Ma pochi giorni dopo, martedì 19 aprile, una riunione presso la direzione dell'azienda per discutere con urgenza dei piani in tema di sicurezza provoca una spaccatura profonda. Cgil Cisl e Uil vengono ammesse al tavolo, a cui sono invitate anche le R.s.u., mentre il rappresentante dell'Usb Germano Raniero viene fatto uscire dalla riunione, perché il sindacato di base non ha firmato il contratto nazionale del comparto igiene ambientale e quindi - secondo un'interpretazione delle norme che regolano le relazioni sindacali - non ha titolo di partecipare al vertice. Una lettera firmata da 98 lavoratori era stata inviata preventivamente alla dirigenza di Greta, chiedendo che Usb potesse partecipare alle discussioni fra sindacato e azienda. «Abbiamo chiesto all'azienda di creare una commissione per discutere di sicurezza, ci sono tanti aspetti trascurati - dice Luc Thibault, segretario della R.s.u. eletto per la Usb - Ad oggi non è stata data una risposta. Siamo contrariati dall'esclusione del segretario Usb da quella riunione, siamo il primo sindacato in azienda. Noi vogliamo allargare il discorso, dalla morte di un nostro collega, vogliamo ampliare lo sguardo alle altre fabbriche: ci sono sempre più morti sul lavoro, e tanti non sono nemmeno contabilizzati perché lavorano in nero, la crisi ha peggiorato le cose». Riccardo Ferrasin, amministratore unico dell'azienda, ai sindacati ha promesso un investimento in sicurezza, per il 2011, di 950mila euro per l'acquisto di nuovi veicoli, mezzi d'opera e contenitori per la raccolta dei rifiuti, oltre che per la messa in sicurezza degli immobili. L'azienda ha rivendicato la spesa di un milione e mezzo di euro nel 2010 per la logistica dei mezzi, di cui 554mila per la sola manutenzione, con un aumento del 68% rispetto a quanto speso per la manutenzione nel 2009 da Cias. Il commento della Cisl è parzialmente positivo: «Prendiamo atto degli investimenti nella sicurezza fatti da Greta, soprattutto in considerazione che nel passaggio da vecchia a nuova azienda hanno trovato un parco mezzi obsoleto - dice Matteo Adami, segretario provinciale della Fit Cisl - C'è stato un rinnovamento del parco mezzi e ci sarà anche in futuro. E' chiaro che però gli investimenti nella sicurezza non sono mai abbastanza, ci vuole più formazione e rispetto delle regole. Il problema di fondo è che questo è un lavoro meccanico e ripetitivo, e proprio per questo dà spazio a troppi incidenti. Come Cigl Cisl e Uil abbiamo avviato l'iniziativa di intensificare le assemblee con i dipendenti, alla presenza di tecnici sindacali sulla sicurezza sul lavoro. Speriamo che anche Usb capisca che non è questo il momento della rottura». Più formazione alla sicurezza e più investimenti, questa la ricetta dei confederali. Luca Tommasin, della segreteria Fit Cisl, ha proposto durante l'incontro con l'azienda di dotare i mezzi di apparati di geolocalizzazione, ovvero Gps. Ma da parte di Usb, oltre alla contestazione della mancata partecipazione all'incontro, viene una critica radicale anche alle ricette proposte. «Gli investimenti in sicurezza sono assolutamente insufficienti, con quei soldi nel 2011 si compreranno cinque o sei camion nuovi, davvero poco - dice il segretario provinciale del sindacato di base Germano Raniero - Alcuni lavoratori attendono da un anno e mezzo le divise nuove, se questi sono i tempi, non abbiamo molta fiducia nelle promesse dell'azienda». I grossi problemi dei camion sarebbero i seguenti: «Ad alcuni mezzi manca addirittura il servosterzo - denuncia Raniero - il che, per come è organizzata la raccolta porta a porta anche presso le contrade più sperdute, significa manovre complicate e lente in spazi molto stretti. Nei camion mancano inoltre segnali sonori della retromarcia e sistemi video che permettano al guidatore di vedere cosa accade dietro il camion. L'introduzione del Gps, in questo senso, non serve, anzi è solo un modo per controllare i lavoratori e costringerli a ritmi di lavoro più elevati».
N.B. Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 213 in distribuzione e scaricabile in pdf http://www.vicenzapiu.com/in-edicola#archive Â
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