Case sfitte ma Giuliari spende 50.000 euro per alberghi per poveri e impoveriti
Domenica 6 Novembre 2011 alle 20:21 | 0 commenti
Case sfitte non affidate ai poveri e agli impoveriti
L'assessorato di Giuliari spende inutilmente 50.000 euro per ospitarli in alberghi
Di Fulvio Rebesani, Segreteria provinciale SUNIA Vicenza, Movimento degli Sfrattati di Vicenza
Negli uffici dell'assessorato di Giuliari corre una preconcetta diffidenza verso gli sfrattati, come se avessero cercato loro la disoccupazione. Si sospetta che una famiglia sfrattata voglia approfittare delle provvidenze comunali. Un funzionario addetto al servizio abitativo, in un recente incontro, ci ha addirittura detto che queste famiglie vanno rieducate manifestando una mentalità di infondata e ridicola superiorità , di ignoranza che quelle famiglie fino a poco tempo prima avevano lo stesso tenore di vita del personale dell'assessorato.
Poi, a differenza dei dipendenti comunali garantiti nel mantenimento del posto di lavoro, quelle famiglie, lavorando nel privato, hanno subito il licenziamento e la cassa integrazione; sono dunque rimaste senza reddito. Questi comunali sono presi dal coltivare il loro orticello di sempre e l'emergenza abitativa, gli sfrattati, il Sunia che preme e protesta sono una specie di lavoro in più che é meglio affrontare il più tardi possibile. Un'altra tesi demenziale e disumana e quella di invitare le famiglie sfrattate a trovarsi un lavoro ed una casa. Il personale dell'assessorato ai servizi abitativi, salvo eccezioni, non si interessa di ciò che gli succede attorno; tanto chi li può toccare? Se lo facessero avrebbero saputo che in provincia di Vicenza da gennaio 2011 a luglio ci sono stati 3200 licenziamenti, che nel Veneto la cassa integrazione ha toccato quota 62,2 milioni di ore riguardando oltre 41.000 lavoratori, che nella nostra provincia le persone in povertà estrema sono aumentate di 1.000 unità . In questa situazione quell'invito sa di sadismo, è come invitare un affamato povero ad aspettare il raccolto dell'annata successiva. L'operato del comune di Vicenza verso gli sfrattati, se si esclude l'elemosina o la carità pelosa, costituisce un quadro complessivo di negazione di diritti ai poveri ed agli impoveriti e questa grave ingiustizia viene compiuta dagli uffici e da un assessore inadeguato ed incapace rispetto al suo compito. Ma la responsabilità cade anche sulla giunta comunale e sul sindaco Achille Variati che ha posto il gravoso dovere su spalle fragili e inadatte. Qui, in questo modo incompetente, approssimativo ed inconsapevole di approcciarsi ai gravi problemi degli sfrattati da parte degli uffici dell'assessorato cominciano le difficoltà delle vittime dell'attuale disastro economico.
E qui cominciano le bugie:
Prima bugia del comune di Vicenza: non ci sono soldi
A) Abbiamo depositato lo scorso gennaio in comune le nostre proposte di modificare il bilancio preventivo comunale 2011 per ridurre alcune poste e ricavare così nuove risorse per l'emergenza abitativa. Nessuna risposta, nessun fatto.
B) La legge consente al comune di maggiorare del due per mille l'ICI sulle abitazioni sfitte da più di due anni. A Vicenza - secondo i dati dell'Osservatorio comunale sulla casa - ci sono oltre tremila alloggi sfitti, dei quali la maggior parte da oltre due anni. Perchè non è stata attuata la maggiorazione?
C) L'assessorato alla pace, famiglia, servizi sociali ed abitativi ha ricevuto dalla fondazione Cariverona 2.500.000 €. Ma nessuno dei progetti presentati dall'assessore e finanziati riguarda l'emergenza abitativa. Cioé per gli sfrattati sono stati rifiutati. Qualcuno ci ha raccontato un'ennesima bugia: per gli sfrattati c'é il finanziamento del progetto "housing sociale" , cioé 250/400 euro al mese di canone per famiglie in cassa integrazione con 6/700 euro al mese per vivere. Alla faccia!
D) Questo assessorato, a differenza degli altri, non ha subito tagli nel bilancio di previsione 2011
Seconda bugia del comune di Vicenza: non ci sono case
1) L'AMCPS, che gestisce gli immobili comunali, ha redatto un elenco di 140 alloggi di proprietà comunale sfitti. Come riportano gli elenchi delle AMCPS (aggiornati al settembre 2011), che pubblicheremo integralmente sul prossimo numero di VicenzaPiù, oltre 20 alloggi sono liberi ed assegnabili da oggi
Terza bugia del comune di Vicenza: gli alloggi comunali sfitti possono essere assegnati solo a chi è in graduatoria per un alloggio pubblico
E' grave errore sostenere, come fanno in contrà S. Rocco, che le abitazioni comunali gestite dalle AMCPS sono riservate alla edilizia pubblica. Non c'è alcuna fonte né di legge né di delibera comunale che affermi ciò. E' invece vero che il comune di Vicenza, come finalizza degli alloggi all'assegnazione E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica) altrettanto può modificare tale destinazione da edilizia pubblica in emergenza abitativa, cioè - attualmente- sfratti
Ma le bugie non sono senza conseguenza.
I vertici amministrativi dell'assessorato di Giuliari, con decisione tutta politica hanno stabilito che per gli sfrattati non ci possono essere altro che i 75 appartamenti, a ciò destinati. tutti occupati.
In conseguenza di questo "colpo di sole" le famiglie sfrattate non vengono ospitate nelle case di proprietà comunale sfitte (20 da oggi disponibili) ma in albergo al costo di 2400 euro al mese per famiglia. E ciò per un puntiglio ideologico degli uffici assessorili che pagano i loro pregiudizi non di propria tasca ma con i soldi del contribuente vicentino. Il Sunia, sulla base delle proprie conoscenze dirette, confrontando il numero di famiglie "albergate" con la durata, della permanenza (vi sono famiglie in albergo da oltre cinque mesi), ha calcolato che da gennaio 2011 ad oggi il comune di Vicenza ha buttato dalla finestre circa 50.000 euro dei vicentini. Buttati non per aver dato un tetto agli sfrattati ma perché avrebbe potuto farlo senza spesa, utilizzando la case disponibili gratuitamente, ed in condizioni più umane. In albergo una famiglia vive male. Le stanze sono assai strette, non si può cucinare, non c'é una tavola attorno alla quale la famiglia possa riunirsi né dove i figli possano fare i compiti scolastici. I cibi vengono consumati sui comodini e bisogna pietire il favore di amici che consentano la cottura degli alimenti. Diversamente ci sono i panini: anche per i bimbi di 2-3 anni. Voi che leggete pensate ai Vostri figli o nipoti se li trattereste in questo modo!
Da VicenzaPiù n. 222 e BassanoPiù n. 3
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