Carte esplosive
Domenica 1 Luglio 2012 alle 00:57 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 237 (con BassanoPiù n. 18) in edicola, in distribuzione e sfogliabile comodamente dagli abbonati con tutti gli altri dettagli.
VicenzaPiù pubblica in esclusiva le carte dello scandalo che sta dilaniando l'Unione Italiana del Lavoro nel territorio berico. Ne esce un ginepraio di eventi opachi, al limite del codice penale
Probabilmente una rogna del genere sul tavolo di Grazia Chisin non era mai arrivata. La segretaria provinciale della Uil berica è stata vista diverse volte nella sede di via Quasimodo Vicenza. Plumbea in volto.
E oggi i riflettori sulla sede dei Pomari sono accesi più che mai. Le rivelazioni di VicenzaPiù hanno suscitato un vespaio negli uffici. Ma la questione si appresta a diventare «maledettamente» delicata perché stando a quanto pubblicato sino ad oggi, vengono alla luce alcune circostanze di una gravità unica, specie se viste dalla parte del lavoratore e del sindacato. Ma di che si tratta?
Primo, alcuni autisti stranieri della padovana Bts accusano un sindacalista di avere percepito da questa dei soldi affinché lo stesso sindacalista concludesse, proprio con quell'impresa, un accordo a scapito dei loro interessi. Il che se provato è la quintessenza del comportamento antisindacale. Secondo, due sindacalisti della Uil Vicenza, che a naso poco dovrebbero avere a che fare con la provincia di Padova, (sono Marco Barletta e Mirko Maule) si accusano l'un l'altro di essere quella persona additata dai lavoratori stranieri. Terzo, il segretario della Uil trasporti di Padova, alla grossa, sostiene la versione di Barletta. Quarto, il segretario provinciale della Uil Vicenza, di fronte ad una cosa così eclatante non dice nulla. Lo stesso fa il suo pari grado padovano. Idem per i vertici regionali. Zitti pure tutti gli altri sindacati, nemmeno un commento sul più sgangherato dei social network. Zitti anche i politici. Più o meno tutti.
Al netto di ogni considerazione però rimangono le carte. Azitutto c'è una nota ufficiale di Bullo che segue gli articoli pubblicati su Vicenzapiu.com il 6 e il 7 giugno; nella quale si accusa «tutta la segreteria» berica di Uil trasporti, Maule in primis, di avere tenuto una condotta molto scorretta. Un comportamento che per Bullo avrebbe già un precedente più vecchio di un anno. Bullo nel suo dispaccio, tra l'altro, fa presente che il segretario generale della Uil patavina, Nello Cum, è ben al corrente della situazione.
E ancora, in una e-mail inviata il 26 maggio da Barletta alla Chisin e ad alcuni big della segreteria nazionale Uil trasporti, tra i quali Luigi Simeone e Max Colonna, lo stesso Barletta ricostruisce la vicenda dal suo punto di vista. Si sgancia da Maule circa ogni responsabilità («Maule quasi mi costrinse ad attivare una procedura vertenziale senza neanche contattare la ditta in questione»). Poi aggiunge un altro carico e scrive che «Maule mi leggeva le mie e-mail... come confermato da... Riccardo Mussoni». Altro big della Uil trasporti nazionale.
I colpi di scena però non finiscono. Il 7 giugno 2012 la Bts, da una parte accusata di comportamento scorretto in combutta con un sindacalista poco ossequioso del suo dovere, redige a sua volta una nota che aggiunge benzina ad una situazione già infuocata. In tale nota si scrive nero su bianco che «... il giorno 13 gennaio 2012 il signor Maule Mirko ha telefonato alla signora Bianchi intimandole il pagamento di 800 euro a fronte di un accordo sindacale, stipulato nel mese di dicembre come da copia allegata, in caso di mancato pagamento il giorno dopo il sig. Maule Mirko ci avrebbe mandato l'ispettorato del lavoro cercando di farci chiudere. Dopo questa minaccia noi abbiamo subito il 13 gennaio 2012 provveduto al pagamento di quanto richiesto...».
La situazione è più che complicata. Quei soldi trasnsitati da Bts su un conto Uil a che titolo sono transitati? E chi ha o chi ha avuto accesso a quel conto? Su quel conto ci sono state movimentazioni? Se sì per quale motivo? Oltretutto nelle dichiarazioni di Bullo e della Bts compaiono espressioni come «ricattata», «minaccia» e «mi leggeva la posta». Potrebbe esserci materia pure per la magistratura penale dicono i boatos di via Quasimodo. Nei cui uffici l'imbarazzo è tanto. La Uil, come gli altri sindacati della Triplice, è nota per le sue battaglie contro lo sfruttamento della manodopera, specie quella straniera. Come si giustifica un impegno del genere rispetto al caso Vicenza?
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