Cambiare si può, cambiare si deve
Giovedi 3 Gennaio 2013 alle 05:34 | 2 commenti
Riceviamo da Irene Rui e pubblichiamo
Noi cittadini di Vicenza non possiamo esimerci di dire la nostra sulla prossima tornata politica che ci coinvolgerà a febbraio. Ci si trova di fronte ad una crisi democratica in cui da un lato ci sono i movimenti populistici caldeggiati da Berlusconi e Grillo e dall'altro i filo montiani che vanno dal neo movimento di Monti al PD di Bersani, per concludere con il PDL e la Lega. Sia i movimenti populisti, sia quelli delle primarie usano la buona fede del popolo.
Il populismo può portare all'autoritarismo e ad una manipolazione del finto processo consultivo democratico lanciato con buoni propositi che fanno presa sul popolo.
L'anno che verrà aggraverà la situazione democratica del Paese. Si assiste, infatti, ad un ritorno della questione sociale d'inizio '900, quella questione che sembrava risolta con le riforme politico-sociali degli anni '60 del secolo scorso. La questione sociale mette in evidenza non solo la rinascita del quarto stato, ma anche la crescita del quinto, composto da precari, esodati e da false Partite Iva, sempre più impoveriti dalle politiche, non solo montiane, ma anche dei precedenti governi di centro-destra e sinistra.
In mezzo a noi crescono le sofferenze delle persone, la povertà , le disuguaglianze, le ingiustizie, la devastazione ambientale, il ricorso alla violenza, alla militarizzazione e la violazione dei diritti umani; problemi che vanno oltre quelli a cui siamo abituati. Il mondo sta cambiando e a quei problemi si aggiunge il dolore, quel dolore per il quale la risposta è una sola.
Che fare?
Non basta gridare, si deve partecipare ed operare. I movimenti e i partiti che costituiscono le forze anti politiche "Draghi-montiane", della Goldman Sachs, della Merkel e della Bundesbank, devono unificare le loro forze.
La strada che abbiamo di fronte è sconnessa, incerta e rischiosa, ma la crisi sociale, economica e democratica si sta moltiplicando e si aggrava drammaticamente di minuto in minuto. Si deve scegliere se scendere in campo o sedere sul ciglio ad aspettare Godot. Nella politica con la P, non si scende e non si sale, ma si opera. Si opera per cambiare. Cambiare si deve!
Non ci si può accontentare di aver lanciato una sfida, di parlare dei problemi delle persone, delle famiglie e delle comunità , ma poiché si vuole risolvere questi problemi e districare la matassa, ci si deve assumere la responsabilità di scendere in campo, per un bene comune che è l'umanità . Un bene comune che riassume il diritto all'acqua, al lavoro, ad un reddito minimo, ad una vita dignitosa, ai servizi sociali e sanitari, ad un ambiente sano e vivibile, in cui il cemento non avanzi e vi sia rispetto della natura, del territorio, dell'uguaglianza e dei popoli e poi la cittadinanza dei nati in Italia, una demilitarizzazione del territorio e la pace, non più basi di guerra, non più missioni, ecc.. Tutto ciò per cui si è combattuto in questi anni, che non si può tralasciare per puntigli di orgoglio o di principio soggettivi. Nessuno può pensare di fare da solo, ma ha bisogno anche dell'altra sinistra antimontiana. C'è bisogno urgente di un nuovo fare politica che fa tesoro del passato, ma che si modernizza e mette il bene comune al centro. Si devono rompere le consuetudini, gli indugi e uscire dai rifugi, ci si deve mettere in gioco, abbattere i muri, lasciare la strada conosciuta e arrampicarsi per l'altra.
Questa è una grande responsabilità che il mondo della sinistra antimontiana, deve condividere, oltre non c'è altro, e attendere Godot non serve. Ora o basta.
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Ci vedremo in consiglio comunale, sarà un piacere.