Calearo a Radio24: deputato solo per il mutuo. La rete: «Tutti così?». No, lui è il ... Massimo
Sabato 31 Marzo 2012 alle 15:23 | 3 commenti
Calearo, ex presidente di Confindustria Vicenza, fa Ciman di secondo cognome ma di certo non è una cima nel dare una buona immagine di sé e, purtroppo, degli imprenditori vicentini che ha rappresentato per anni, prima nella loro associazione poi in Parlamento. Un commento per tutti sulla sua intervista a Radio24 ripresa dalla stampa nazionale con sonore vergate e da quella locale con un ... qualche sorriso in più ci arriva da Anna Pertegato sulla nostra pagina Facebook.
«Direttore, che mi dice dei politici di casa nostra? Con la caregheta sotto il cu... Anche loro sono identici a tutti gli altri... Che schifo... Una vergogna...». La nostra risposta «Purtroppo è così, ma lui, Calearo, è il ... Massimo»
Di seguito l'articolo de Il Corriere della Sera a firma di Alessandro Trocino.
Non prima di aver messo in guardia la famiglia Calearo Ciman, che si dice fosse felice delle prolungate attività fuori dall'azienda del rampollo: «A volte tornano...»
Il deputato: la mia Porsche con targa slovacca, così scarico
Cosa sta facendo, onorevole? «Sono in azienda che lavoro. Mi dovrebbero ringraziare questi signori, questi fannulloni». Chi? «I politici. Sono io che li mantengo». Sempre imprevedibile, Massimo Calearo. Ha appena finito di dire alla «Zanzara» che «premere un pulsante non serve a nulla» e che lui alla Camera non ci mette piede da tempo, anzi ci è venuto solo tre volte dall'inizio dell'anno. Non solo: ha spiegato che con lo stipendio da onorevole paga «12 mila euro di mutuo della nuova casa». En passant, a Radio 24 spiega anche: «Il bacio tra gli uomini mi fa schifo, lo facciano a casa loro. I gay? Non sono normali».
Le reazioni indignate non lo tangono: «Grillini? E chissenefrega». Come ha fatto a convivere nel Pd con la lesbica Paola Concia? «A lei l'ho detto che sono fortemente omofobico. Lei mi ha risposto: se lo dici, vuol dire che non lo sei». Ah sì? «Cioè, intendiamoci, io non sono omofobico. Ma le cose contronatura non mi piacciono. Però libera Chiesa in libero Stato: i gay non li adoro ma sono ben lungi dallo sparargli contro».
Walter Veltroni lo volle nel Pd per celebrare «il nuovo patto tra imprenditoria e politica». Il patto è durato pochino. Del resto, Calearo è uomo dinamico, mobile. I cronisti hanno appena finito di definirlo un «falco della Federmeccanica» che finisce nel Pd. Passa poco ed eccolo nell'api, entusiasta del Grande centro. Finisce presto: «Rutelli chi?». Dimenticato il centro, eccolo con i Responsabili, Domenico Scilipoti e Bruno Cesario.
Da Veltroni a Berlusconi è un attimo. E infatti vota contro la sfiducia al Cavaliere, non nascondendo mire da ministro. Veltroni, definito «filo castrista», perde l'aplomb: «Calearo ha una qualità umana assolutamente non adeguata». La segretaria veneta del Pd, Rosanna Filippin, lo definisce «una figurina Panini della politica». Lui denuncia: «Ho portato in Questura un bel plico di messaggi di morte. Questi bolscevichi, malati di testa, sono ancora fermi alle purghe staliniane».
Rivendica la sua Porsche targata Slovacchia: «Ho un'attività in quel Paese. E poi lì si scaricano le spese per l'auto». Dimettersi? A Radio 24 spiega: «No, subentrerebbe un filo castrista». Poi cambia idea: «Non mi dimetto per far dispetto a chi me lo chiede. Sono un Pierino». O per il mutuo? «Beh, anche per quello. Ma guadagno 10 mila al mese, non 12». E non si sente in colpa? «l'ultima volta che sono entrato alla Camera mi sono sentito a disagio. Una noia assoluta. In azienda sì che mi diverto.
Comunque forse mi dimetto: ci sto pensando». Alla Camera, ha detto alla Zanzara, non ci metterà più piede. Contrordine: «Ma no, forse vado martedì: ho parlato con il mio capogruppo». In serata precisa anche: «Ho grande rispetto per le istituzioni». Quindi i deputati non son tutti da buttare? «Alcuni no: Santo Versace, Silvano Moffa, Marco Calgaro, Raffaello Vignali. Quelli che son qui da 30 anni sì: tutti a casa, i Rutelli, Casini, Bersani». E Berlusconi? «Numero uno. Il miglior politico su piazza». Numero uno? «Certo, mi ha sempre trattato da imprenditore. E quando ho avuto bisogno in famiglia di cure, si è fatto in quattro. Mi ha toccato nell'intimo. Ha un cuore e un'anima, non è cinico come gli altri». L'idv Franco Barbato dice di avere un filmato su di lui, che dimostra «quanto fa schifo».
In rete è il putiferio. Calearo non si scompone. O quasi: «Che casino che ho fatto. Da domani giro armato».
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