Pecori down e Bulgarini up, Variati ora è chiaro: "voglio di più, molto di più", di Moretti
Domenica 2 Giugno 2013 alle 23:17 | 0 commenti
Lavorare bene nel suo terzo e ultimo mamdato può aiutare, e non poco, Achille Variati, che fa parte col suo Renzi e con l'amico Tosi della genìa-partito dei sindaci, a coronare il sogno, umano, di, almeno, un mandato parlamentare che non sarebbe occasionale e ... casuale ma assumerebbe un grande significato dopo una lunga carriera politica al vertice. Se il "confinante" Zanonato è diventato addirittura ministro Achille Variati sa di potersi guadagnare, ora che gli amici Letta e Renzi, volano alto a Roma, i galloni nazionali dopo una vita passata tra comune di Vicenza e regione Veneto.
Ma per sconfiggere le avversità , leggi ostacoli interni al vertice del vecchio Partito democratico a Roma, che gli hanno fatto perdere 5 anni fa la corsa addirittura col suo vice sindaco, Alessandra Moretti, ora una bella&baby deputatessa, Variati deve gestire al meglio la sua squadra comunale per essere pronto a fine mandato, o prima se il governo Letta non dovesse reggere, a marciare su Roma.
Molto questo e un po', non poco, la maggiore libertà di movimento che ha nelle sue scelte locali, non condizionate più dal dover puntare al consenso per un nuovo incarico a palazzo Trissino, hanno portato Achille Variati a bocciare e promuovere assessori sulla base dell'annunciato criterio meritocratico. Che il criterio lo abbia portato a scelte giuste o sbagliate, gradite ad alcuni, sgradite ad altri, può essere discusso, ma il sindaco è lui e le decisioni sono sue. Come le conseguenti responsabilità .
Fuori, quindi, Tommaso Ruggeri, eletto in consiglio ma già retrocesso in passato, forse perché molto ossequioso, come piace a lui, con Achille ma ben visto anche dai vecchi capi di Assindustria, tanto che la delega alle partecipate gli era stata ben presto sfilata. Neanche preso in considerazione Pierangelo Cangini, già accantonato di fatto dopo la sua criticata gestione del dopo alluvione, indisponibile al rientro "sottomesso" Francesca Lazzari, "non pervenuto" il professor Umbero Lago, in panchina il criticato assessore al sociale Giovanni Giuliari, buono per l'Ipab, se Giovanni Rolando dovesse uscire male dal commissariamento, per altri incarichi se il presidente commissariato sopravviverà a faide individuali e non certo di respiro politico, come il sindaco ben sapeva e come hanno dimostrato i suoi avversari (?) di centronestra che della decisione di Sernagiotto mai hanno approfittato in campagna elettorale ...
Detto delle bocciature ecco le promozioni.
Dentro, allora, in giunta Isabella Sala, scomoda di nome, non si sa ancora se di fatto, ma stella delle preferenze, aumentati i compiti di Marco Dalla Pozza, in nome della vittoria del Pd, della fedele Cristina Balbi, di una utile Annamaria Cordova, che ha dato a Variati la motivazione perfetta per non scegliere Guarda e lasciare fuori dal palazzo il "discusso" Pecori junior, e di Filippo Zanetti, bravo tecnico che dovrà affrontare anche il moloch del personale. E poi spazio nello sport ma anche per l'istruzione allo 'smart" Umberto Nicolai e via libera all'ex questore Dario Rotondi, l'unico che pare un pesce fuor d'acqua in una squadra tutta "indigena".
Ma tanto ci sono le "verifiche" semestrali imposte dal prof Variati a tenere sulle spine tutti gli "eletti" dal signore e a non far contestare i "rimandati" di oggi, che andranno a ripetizione sperando nel semestrale esame di recupero.
Vice preside, sorry vicesindaco Jacopo Bulgarini permettendo.
Ecco, questo è stato il colpo maestro di Achille Variati. Non tanto per la scelta al suo fianco di chi merita di più la sua fiducia in quel ruolo, dopo aver dovuto sopportare, per cattolico quieto vivere, il matrimonio subito fallito con Alessandra Moretti (ah, se anche Bersani avesse solo parlato con Achille per averne le referenze prima di promuoverla nel suo staff ...).
Ma per aver ufficializzato, con finalmente apprezzabile trasparenza, che a guidare Vicenza c'è ora alla luce del sole una coppia vera e affiatata, e non un  sindaco e una vice separati in casa.
La chiarezza, dicono a Vicenza, non è mai stata una dote di Variati.
Chissà che ora non lo aiuti a puntare su Roma.Â
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