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BPVi, Gianni Mion: "prima il piano industriale, poi gli esuberi"

Di Rassegna Stampa Mercoledi 9 Novembre 2016 alle 09:27 | 0 commenti

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Gianni Mion, non è che ora si dimette pure lei? «(Risata, ndr.). Guardi, tengo sempre a mente quello che dicono in Texas: “C’è sempre qualcuno che ha una pistola più veloce della tua”. Insomma nella vita bisogna sempre essere pronti a tutto». E così all’indomani delle dimissioni di Beniamino Anselmi dalla guida di Veneto Banca, il presidente della Banca Popolare di Vicenza resta l’uomo che è: fulminante nelle battute, concentrato sul lavoro. «Sono dispiaciuto per questa decisione — confida — ma credo che l’importante sia che il dottor Anselmi rimanga nel Consiglio di amministrazione.

Parliamo infatti di un grande professionista, di un banchiere di grande esperienza, per cui sono sicuro che il contributo che potrà dare sarà comunque importante». Cosa succederà ora al ragionamento sulle aggregazioni tra Bpvi e Veneto Banca? Ci stavate lavorando assieme. «Sono i due consigli di amministrazione che dovranno decidere, non i due presidenti da soli, per cui non cambia niente: andiamo avanti con la fusione». Nella sua lettera di dimissioni, lunedì Anselmi era stato molto garbato… «Sì, del resto è una persona perbene, davvero un grande professionista». …Era stato così elegante da limitarsi a scrivere che rinunciava alla presidenza per dedicarsi alla delega informatica, quando invece tutti ci hanno letto una divergenza di vedute su tempi e modi della fusione tra Montebelluna e Vicenza, come successivamente ha ammesso lui stesso. Come commenta? «Avevamo appena cominciato a lavorare su questo dossier. Ma non voglio aggiungere altro». Evidentemente però dietro quella decisione c’era l’amarezza di un uomo che non ci stava a passare per tagliatore di teste, tanto più a 74 anni. «Se è per questo nessuno si diverte a fare i tagli. Nemmeno io». A proposito: quando verrà affrontato il nodo del personale? «Prima il piano industriale e poi gli esuberi». Nella missiva del 28 ottobre, Quaestio Sgr ha ribadito che prima del 31 dicembre le due banche dovranno consegnare alle autorità di vigilanza il piano 2017-2019, una prospettazione dello stand alone accompagnata dalla valutazione del possibile scenario di fusione. Ce la farete? «Confermo: entro fine anno presenteremo il piano. Non lo sto seguendo direttamente: sono i due amministratori delegati a dover lavorare su questo tema. So che si stanno incontrando e che hanno tempi molto stretti. Però bisogna anche fare le cose per bene perché, come diceva giustamente Anselmi, bisogna conoscersi e fidanzarsi, prima di decidere di sposarsi». Prossimamente ha in agenda incontri con Alessandro Penati, numero uno di Quaestio e quindi di Atlante? «Personalmente no. Ma ad un certo punto bisognerà per forza sottoporre il lavoro dei due amministratori delegati alla valutazione dei vertici del fondo. Comunque sia ci sono ancora dei consigli da riunire e delle questioni da discutere, per cui i tempi sono stretti ma il processo è ancora lungo». Pensa che l’indicazione di fine 2017, come termine per definire la possibile fusione, sia realistica? «Non ne ho la più pallida idea. Ma desidero fare una precisazione sul tema delle aggregazioni: se ci sono soluzioni migliori, io sono più che disponibile a considerarle, però andando in giro per le strade, non mi pare di vedere tutte queste alternative… E comunque non si tratta di un progetto mio, ma di un’ipotesi che è da anni sul tavolo». Nelle prossime ore il suo Cda affronterà il tema delle conciliazioni? «Sì, anche se non credo che sarà l’ultima volta che ne parleremo, nel senso che dobbiamo ancora mettere a punto tutti i dettagli. Di sicuro però in questa seduta verrà presa la decisione sull’azione di responsabilità». Le è arrivato qualche rumour sul prossimo presidente di Veneto Banca? «Più di uno, ma li tengo per me…». Anche su Massimo Lanza? «Anche su di lui, sì. Lo conosco da una vita, ci incontrammo per la prima volta a New York non so quanti anni fa, quando lui era direttore della sede americana di Cariplo. È uno con cui si potrebbe lavorare bene».
Di Angela Pederiva, da Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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