"BPVi. Bugie Popolari Vicentine", uno dei lettori: manca intervista "simbolo" GdV a Marco Poggi, professionista di BPVi e Zonin e presidente Ordine Commercialisti di Vicenza
Mercoledi 16 Maggio 2018 alle 21:18 | 0 commenti
Pubblicato il 15 maggio alle 22.43, aggiornato il 16 alle 21.18. In "BPVi. Bugie Popolari Vicentine", il libro dossier agli atti della Commissione regionale di inchiesta sulle banche venete (clicca qui per acquistarlo online dal nostro shop oppure vai su Amazon.it oppure in edicola, in libreria o preso la nostra sede di strada Marosticana n. 3 a Vicenza), è saltato un significativo articolo sempre del GdV, ci ricorda uno dei primi ma già numerosi acquirenti del libro denuncia presentato appena ieri sera in Apindustria Vicenza. È un'intervista, per altro già da noi ripresa, di Marco Poggi, di cui abbiamo scritto a più riprese, come quando ricordavamo che "è nel prestigioso studio vicentino di dottori commercialisti Simonetto Zamberlan".
Quello studio è noto anche per la posizione di rilievo in termini di proprietà e gestione del gruppo Maltauro da parte del suo fondatore Gianfranco Simonetto e lì troviamo da sempre anche Marco Zocca, ex assessore di Enrico Hüllweck e ora ricandidatosi (a volte tornano...) con Forza Italia per le prossime amministrative a sostegno di Francesco Rucco.
Tornando a Marco Poggi il professionsta, tra i suoi innumerevoli incarichi, ha ricoperto anche quelli di presidente del collegio sindacale di BPVi Multicredito e di sindaco supplente di Acta, Feudo Principi Butera e Fattoria Palagio sempre della famiglia Zonin...
Nel recente e lungo passato Poggi è stato anche sindaco supplente della fu Banca Popolare di Vicenza e presidente del collegio dei sindaci della posseduta Banca Nuova, fino al 2016 presidente anche dell'Ordine dei commercialisti di Vicenza (nella foto mentre consegna nella mani di Variti per il Centro comunale antiviolenza i ben... 2.805 euro raccolti dall'Ordine dei Commercialisti), prima di diventare vice presidente del Triveneto e, dopo la cessione di Fiera di Vicenza a Rimini, è stato anche nominato da Variati presidente dei sindaci della scatola che gestisce semplicemente il 19% in mano ai vicentini di Ieg...
Questo professionisista di sicuro livello il 13 febbraio 2015 rilascia a Roberta Bassan sul GdV dichiarava festante sulle due Popolari venete: "«Niente allarme: perdite potenziali e banche solide». E poi? (Ri)leggete voi stessi..
«Niente allarme: perdite potenziali e banche solide»
di Roberta Bassan, da Il Giornale di Vicenza del 13 febbraio 2015
Valutazione delle azioni affidata ad un perito terzo «Essa è fatta su diversi parametri: il bilancio può sì influire, ma una svalutazione non è automatica»Â
Vincoli della Bce, maxi-svalutazioni, perdite mostruose. I risultati preliminari di bilancio esaminati tra martedì e mercoledi dalle Popolari venete soggetti al controllo della Vigilanza europea hanno evidenziato perdite per complessivi 3 miliardi: -1,9 miliardi la quotata Banco Popolare, -497 milioni Banca Popolare di Vicenza, -650 milioni Veneto Banca. Tutte e tre si avviano a diventare Spa per decreto. In vista delle assemblee di metà aprile quali rischi corre la valutazione delle azioni? Una domanda che tra i 117mila soci della BpVi e tra i quasi 90mila di Veneto Banca in queste ore non è mancata.
«Non bisogna farsi prendere dal panico», avverte dal suo osservatorio Marco Poggi, presidente dell'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Vicenza.
Perché un azionista non deve perdere la calma di fronte a questi risultati?
L'impatto emotivo può esserci, ci mancherebbe, non siamo mai stati abituati ad una situazione di questo genere. Queste banche, a differenza di altre, ci hanno abituati sempre molto bene. Dal punto di vista tecnico lo scossone è arrivato con gli esami e le classifiche della Bce e i test sono stati superati. Ora si accusano perdite, ma non si tratta di vere perdite.
I -450 milioni per BpVi e -650 milioni per Veneto Banca sono numeri mostruosi, non crede?
La perdita è un concetto legato al fatto che si possedeva qualcosa e ora non lo si possiede più. Qui siamo di fronte a risultati negativi di bilancio frutto di un rischio di perdita. Gli istituti hanno un risultato positivo per quella che è la loro attività normale, ma hanno proceduto ad effettuare accantonamenti-rischi perché ciò è stato loro chiesto dalla normativa internazionale: l'Europa ha chiesto di essere più prudenti rispetto a quanto fatto finora. Sono perdite potenziali che, in particolare per BpVi e Veneto Banca, non erano mai state adottate in questa misura: entrambe hanno accantonato per possibili perdite su crediti e svalutazioni di avviamenti per oltre un miliardo. Faccio un esempio banale: se un domani riparte l'economia, i valori diventano positivi e diminuisce la prudenza richiesta, questo miliardo portato a perdita può rientrare in bilancio.
Oggi però quale impatto può avere la perdita nella valutazione dell'azione?
Non c'è un automatismo per quanto riguarda le banche non quotate. La quantificazione dell'azione è deputata alla perizia di un terzo, bisognerebbe essere nella testa del perito per capire se e come questa perdita, che io ritengo puntuale e occasionale di quest'anno, possa influire a lungo termine e quindi influenzare la valutazione.
Se lei fosse un perito come agirebbe?
La valutazione viene fatta su più parametri. Il parametro del risultato di esercizio e quindi di una diminuzione a livello contabile del patrimonio netto di bilancio 2014 può influire ma, ribadisco, non c'è un automatismo. Se fossi io il perito riterrei di dover dare oggi più peso alle prospettive future a fronte di un piano industriale che mi viene presentato, ad un budget pluriennale, alla politica che la banca vuole svolgere.
L'anno scorso BpVi con 32 milioni di perdita ha confermato l'azione a 62,50 euro, Veneto Banca con -96 milioni l'ha svalutata di 75 centesimi portandola a 39,50. Cosa succederà ora?
Ripeto, non c'è per forza un calcolo matematico per cui il valore dell'azione diminuisce in modo automatico con la perdita, come aumenta se si fa utile. Bisognerebbe vedere le singole perizie di allora.
C'è chi dice comunque che il valore delle azioni sia troppo alto, cosa pensa?
Siamo sinceri: chi ha bisogno dei soldi subito probabilmente sarebbe penalizzato. Ma se i soci delle Popolari come si è sempre scritto e letto sono considerati "cassettisti", che hanno i risparmi proiettati al futuro, penso e spero che i valori li recupereranno.
Con il passaggio a Spa le banche diventeranno contendibili. Che risvolti avrà il valore delle azioni?
Non mi stupirei una perdita di valore al debutto sul mercato ma, dal momento che mi pare di capire che l'operazione potrebbe realizzarsi tra un paio d'anni, i valori minimi sono destinati ad essere superati.
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