Bossi giù di ... morale:anche vicentino Stefani nel crack Ceit con Cavaliere (LN) condannato
Lunedi 21 Febbraio 2011 alle 08:18 | 0 commenti
La sentenza riguarda il buco di un miliardo e 875 milioni di lire della Ceit per il "paradiso di Bossi" a Pirano. La pena è stata condonata per Cavaliere, mentre grazie al "patteggiamento" sono usciti dal prodedimento altri membri del cda, di cui faceva parte anche il parlamentare vicentino Stefano Stefani, che era socio della Ceit insieme a Manuela Marrone, la moglie del senatùr, e a Maurizio Balocchi, ex tesoriere di Via Bellerio, mancato nel 2010 (nella foto de Il Giornale di Vicenza in posa 'curiosamente' opposta Stefani e Bossi, n.d.r.).
Riportiamo per informazione dei nostri lettori l'articolo comparso il 7 febbraio su Il Gazzettino (ripreso da L'Espresso in edicola da venerdì 18) che riferisce del coinvolgimento nel crack del villaggio "leghista" in Croazia di parte del ‘bel mondo' della Lega, incluso Stefano Stefani, già reduce da un altro crack, quella della banca della Lega Nord, CrediEuronord, e, da Il Giornale di Vicenza del 27 gennaio 2010, "rinviato a giudizio assieme all'ex presidente del consiglio regionale Enrico Cavaliere per la bancarotta semplice della società udinese Euroservice in qualità di socio occulto (la Euroservice, essa stessa poi fallita, avrebbe eroso il suo capitale a favore di Ceit. Stefani si dichiarò vittima di entrambe le situazioni, n.d.r.)".
Ecco l'articolo.
L'ex presidente del Consiglio regionale del Veneto, Enrico Cavaliere, già parlamentare della Lega Nord, è stato condannato questa sera (7 febbraio, n.d.r.) dal Tribunale di Padova a 2 anni e 3 mesi di carcere (pena condonata) per bancarotta fraudolenta. La condanna riguarda il buco finanziario da un miliardo e 875 milioni di vecchie lire generato dalla Ceit, una società con sede a Montegrotto (Padova), fallita nell'aprile 2004, che avrebbe dovuto costruire quello che i giornali avevano ribattezzato il "paradiso di Bossi". Si trattava del villaggio turistico "Skipper", un complesso in Croazia ma affacciato sul golfo di Pirano che in base al progetto originario avrebbe dovuto avere 2.300 appartamenti, 200 posti barca e un totale di 4.800 metri quadrati. Un'operazione sponsorizzata e sostenuta con l'acquisto di quote della Ceit da simpatizzanti e politici della Carroccio, tra i quali - con due quote - anche la moglie di Umberto Bossi.
Il villaggio non venne mai realizzato. L'affare finì quando l'Alpe Adria Hypo Bank, istituto di credito partner dell'operazione, chiese a Ceit di rientrare immediatamente di un prestito dopo i ritardi nel pagamento del mutuo. Nel frattempo 13 soci della Ceit, tutti simpatizzanti leghisti, capendo che le cose di stavano complicando avevano presentato una denuncia per truffa nei confronti dei componenti del cda della società padovana. Tra questi, oltre a Cavaliere, figuravano l'ex tesoriere della Lega Maurizio Balocchi (deceduto nel febbraio 2010), il parlamentare vicentino Stefano Stefani, e alcuni imprenditori padovani già usciti dal procedimento in seguito a patteggiamenti.
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