Borgo Berga, Dovigo presenta una mozione per istituire una commissione speciale
Mercoledi 9 Ottobre 2013 alle 20:49 | 0 commenti
Valentina Dovigo, Consigliere comunale lista civica e Sel - Man mano che prendono forma le costruzioni attorno al nuovo Tribunale, evidenziano tutto il loro brutale impatto, sulla densità della città , sull’equilibrio idrogeologico, sugli orizzonti del paesaggio. Ma prendono forma anche i quesiti e le domande sul rispetto delle norme e sull’opportunità di realizzare in quel posto lì, quella cosa lì, in quel modo lì.
Da quest’estate, quando si è iniziato ad approfondire la questione, nulla di convincente e chiaro è stato prodotto. Ed anch’io, come altri colleghi consiglieri, sono in attesa (troppa ormai) dei documenti necessari per comprendere ed esercitare le funzioni proprie di ogni consigliere comunale.
Diventa necessario quindi un gesto politico che possa rappresentare un passo in avanti rispetto ad una situazione di stallo, di deresponsabilizzazione e di inerzia. Al comune spetta la responsabilità del controllo e della vigilanza, cioè di avviare ogni forma di verifica su ciò che è stato edificato o si sta costruendo. Anche perché la qualità del paesaggio, le sponde di un fiume, la sicurezza idraulica sono “oltre†e ben più meritevoli di rispetto di ogni convenienza tecnica ed economica alla realizzazione di nuove opere, ma soprattutto perché quando i corsi d’acqua esondano, con pesanti riscontri in vittime e danni, torna sempre alla ribalta con cori unanimi da parte di esperti, media e politici, la questione che “si è costruito dove non si dovevaâ€. E quest'ultimo a Vicenza è un ottimo motivo per muoversi subito.
Ho presentato una mozione, che mi auguro possa trovare il favore del Consiglio Comunale, per istituire, ai sensi del regolamento del consiglio, una commissione speciale che si occupi di verificare la legittimità dell’attività edificatoria lungo gli argini dei fiumi Retrone e Bacchiglione.
Di seguito il testo integrale della mozione:
A Vicenza, nell’ambito di un piano attuativo PIRUEA, è in via di realizzazione un complesso edilizio di notevoli dimensioni alla confluenza dei fiumi Retrone e Bacchiglione. I nuovi edifici che stanno sorgendo al posto dell’antico opificio totalmente demolito, oltre a situarsi in un'area esondata nel novembre 2010, non risultano rispettare la fascia di inedificabilità assoluta di 10 metri, prevista dall’art. 96 lettera f) del regio Decreto 523/1904. In particolare, il nuovo tribunale e l’ipermercato compresi all’interno dell’area di intervento, risultano costruiti sugli argini stessi del fiume Retrone.
Come prevede la normativa, nella fascia di rispetto fluviale sono ammissibili solo interventi manutentivi e conservativi di fabbricati già esistenti, e le ristrutturazioni esclusivamente nei limiti di sagoma e volumetrie precedenti. E' vietata la realizzazione di nuovi fabbricati al fine di assicurare il libero deflusso delle acque in caso di necessità e garantire le normali operazioni di pulitura e manutenzione. Ciò assume una valenza particolare in un’area considerata a forte rischio idraulico come il territorio del comune di Vicenza.
Le opere hanno ottenuto il permesso di costruire dal comune di Vicenza, previa autorizzazione del Genio Civile subordinata al rispetto delle norme vigenti sulla distanza dalle sponde. In sintesi l’autorizzazione sarebbe stata motivata dal fatto che il vecchio stabilimento industriale avrebbe ceduto ai nuovi edifici, commerciale e direzionale, i privilegi di deroga delle distanze.
Numerose sono state le richieste di spiegazioni da parte di associazioni e singoli cittadini, le perplessità sollevate da giornalisti, le interrogazioni presentate da consiglieri comunali e regionali, ma un’autorizzazione, un parere, un qualsiasi documento che legittimasse in modo chiaro ed inequivocabile l’edificazione lungo le sponde dei fiumi citati, finora non è stato prodotto.
Se è vero che spesso si ha di fronte un sovraffollamento di competenze e norme, un autentico ginepraio, che lascia spazi enormi per ogni sorta di decisione istruttoria, è vero anche che in questo caso l’interpretazione sembra essere “fluida†o “poco tecnicaâ€, per non dire “addomesticataâ€, dettata più che altro dalla volontà di costruire dove per motivi di fragilità idrogeologica e di valore storico e paesaggistico, non si sarebbe dovuto.
E’ pertanto necessario fare subito chiarezza in merito alle edificazioni già attuate e tuttora in atto lungo gli argini del Retrone e Bacchiglione, perché il rispetto delle norme rappresenta un valore non negoziabile per la comunità civile e va perseguito con lucidità . Spetta al comune questo compito. E quindi spetta al comune la responsabilità di avviare ogni forma di verifica e controllo su ciò che è stato edificato. Anche perché la qualità del paesaggio, le sponde di un fiume, la sicurezza idraulica sono “oltre†e ben più meritevoli di rispetto di ogni convenienza tecnica ed economica alla realizzazione di nuove opere, ma soprattutto perché quando i corsi d’acqua esondano, con pesanti riscontri in vittime e danni, torna sempre alla ribalta con cori unanimi da parte di esperti, media e politici, la questione che “si è costruito dove non si dovevaâ€. E quest'ultimo a Vicenza è un ottimo motivo per muoversi subito.
Decidere di fare chiarezza sulla questione Borgo Berga è il passo politico che segnerebbe un’evoluzione culturale e politica rispetto alla deresponsabilizzazione ed all’inerzia.
Ciò premesso, il Consiglio Comunale dà mandato al Presidente del Consiglio Comunale stesso di predisporre, di concerto con l'Assessore alla Progettazione e Sostenibilità Urbana e con l'Assessore alla Semplificazione ed Innovazione, una delibera istitutiva di una commissione speciale composta da
rappresentanti di tutti i gruppi consiliari nel rispetto del criterio di proporzionalità . Essa avrà il compito di verificare la legittimità dell’attività edificatoria in corso lungo gli argini dei fiumi Retrone e Bacchiglione e, per quanto riguarda il futuro, ridefinire e precisare le norme per annullare quei margini di discrezionalità , attualmente troppo ampi, che permettono di interpretare tutto ed il contrario di tutto. La commissione potrà avvalersi, a titolo consultivo, di competenze tecniche esterne e dovrà fornire al Consiglio ed alla Giunta le risultanze del suo lavoro in un tempo massimo di 4 mesi dalla sua prima convocazione.
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