Bonifica dall’amianto: interventi negli edifici di 33 Comuni, anche nel vicentino
Giovedi 12 Marzo 2015 alle 16:24 | 0 commenti
Uno stanziamento regionale di 500 mila euro permetterà un intervento di bonifica in 33 comuni veneti, a partire dalle scuole e dagli altri edifici pubblici.  Nel vicentino è previsto l'intervento nelle scuole di ogni ordine e grado a Valdagno per € 82.000. L’azione ambientale a sostegno degli interventi di bonifica dall’amianto in Veneto è stata illustrata a Palazzo Balbi dall’assessore regionale alle politiche ambientali Maurizio Conte, insieme alla presidente di ANCI Veneto Maria Rosa Pavanello e il direttore Dario Menara (foto).
Accanto a loro il direttore generale dell’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto Carlo Emanuele Pepe, il responsabile del Centro regionale sull’amianto (CRA) istituito presso la sezione ARPAV di Verona, Claudio Martinelli, e il dirigente regionale della sezione coordinamento delle attività operative per l’ambiente Luigi Masia.
L’amianto è stato utilizzato in diversi campi (dall’edilizia all’industria ai trasporti) e in oltre 3000 prodotti diversi fino agli anni ’90. Accertata la pericolosità ne è stata decisa la completa dismissione (legge 257/1992) e dal 1994 non sono più prodotti e commercializzati materiali con amianto. Per mettere in sicurezza gli ambienti in primo luogo è necessario sapere con precisione dove si trova e poi intervenire in maniera adeguata. Grazie ad uno stanziamento regionale di 500 mila euro sarà ora possibile un intervento di bonifica in 33 comuni veneti, a partire dalle scuole ed altri edifici pubblici.
Con un provvedimento del 2012 la Regione ha avviato il progetto di realizzazione di una banca dati informatizzata degli edifici adibiti a scuole pubbliche e private e degli edifici pubblici aperti al pubblico di Comuni e Province interessati dalla presenza di amianto. La mappatura è stata affidata all’ARPAV. L’assessore Conte ha sottolineato che nel nuovo piano per i rifiuti, in discussione in consiglio regionale, viene affrontata anche la questione dello smaltimento dell’amianto che attualmente come tipologia di rifiuto trova collocazione solo fuori regione e questo rappresenta un ulteriore costo.
L’assessore ha spiegato che i 500 mila euro sono una parte dei fondi disponibili nei capitoli del bilancio regionale per l’ambiente che si è voluto destinare a interventi di bonifica delle scuole ed edifici pubblici, auspicando che nell’ambito del prossimo bilancio regionale siano rese disponibili altre risorse o sia creato un apposito fondo di rotazione in grado di sostenere interventi sul territorio. Il contribuito per lo smaltimento andrà a 33 comuni che ne hanno fatto richiesta, tramite l’ANCI Veneto. Si tratta di piccole ma significative iniziative.
Anche la presidente dell’ANCI Veneto Pavanello ha sottolineato che i comuni a cui sarà assegnato il finanziamento non sono di grandi dimensioni e quindi si tratta di un sostegno economico importante. Ha inoltre ribadito che la verifica della presenza di amianto è comunque un obbligo di legge e ha assicurato l’impegno e la collaborazione dell’ANCI nei confronti dei comuni che non hanno ancora risposto al lavoro di censimento realizzato dall’ARPAV.
Il direttore dell’ARPAV Pepe ha brevemente delineato i risultati della mappatura degli gli edifici che contengono materiali con amianto, attraverso una scheda di raccolta dati inviata a tutti i soggetti interessati (Province, Comuni, Scuole private di ogni ordine e grado). Questa attività , iniziata nel 2013, è stata completata ai primi di ottobre 2014 e ha ottenuto risposta da parte del 62% degli enti interpellati.
Il responsabile del CRA Martinelli ha fatto presente che l’operazione di censimento proseguirà , ampliando la tipologia delle strutture oggetto di indagine. Sono in fase di acquisizione circa 600 schede elaborate da Spisal ed Asl sugli ambienti di lavoro. E’ importante soprattutto che ci sia in tutti, pubblico e privato, la necessaria consapevolezza del problema. E’ meglio sapere che c’è presenza di amianto e intervenire piuttosto che non sapere o non attivarsi per capire se il rischio c’è.
Anciveneto - Fornito il supporto tecnico e informativo, per stabilire i singoli contributi in base alla mappatura dell’Arpav. In Regione si pensa intanto a un fondo di rotazione per gli interventi nel territorio. Sono 33 i comuni veneti beneficiari dei contributi regionali per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto, per un totale di 500mila euro complessivi. Lo hanno reso noto Anciveneto, la Regione Veneto e l’Arpav, alla conferenza stampa di stamattina a Palazzo Balbi. «All’Arpav spettava la mappatura, alla Regione l’erogazione del contributo mentre a noi dell’Associazione dei Comuni Veneti il supporto tecnico-informativo alle municipalità –spiega Maria Rosa Pavanello, che dell’Anci regionale è presidente- Grazie alla buona collaborazione tra i tre soggetti coinvolti, è stato possibile finanziare queste operazioni che per i 33 beneficiari sono molto importanti trattandosi di realtà di medie e piccole dimensioni. Ricordo comunque che la verifica della presenza di amianto è un obbligo di legge e sollecito gli amministratori comunali a rispondere al censimento fatto da Arpav».
«I 500mila euro sono una parte dei fondi disponibili nei capitoli del bilancio regionale -ha precisato a propria volta l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte- auspico che nell’ambito del prossimo bilancio siano rese disponibili altre risorse o sia creato un apposito fondo di rotazione in grado di sostenere interventi nel territorio».
Quindi il direttore dell’ARPAV Emanuele Pepe ha brevemente delineato i risultati della mappatura degli edifici contenenti materiali in amianto, attraverso una scheda di raccolta dati inviata a tutti i soggetti interessati (Province, Comuni, Scuole private di ogni ordine e grado): «Questa attività , iniziata nel 2013, è stata completata ai primi di ottobre 2014 e ha ottenuto risposta da parte del 62% degli enti interpellati». Mentre il responsabile del Centro regionale sull’amianto Arpav Claudio Martinelli ha fatto presente che l’operazione di censimento proseguirà , ampliando la tipologia delle strutture oggetto di indagine: «Sono in fase di acquisizione circa 600 schede elaborate da Spisal ed Asl sugli ambienti di lavoro. E’ importante soprattutto che ci sia in tutti, pubblico e privato, la necessaria consapevolezza del problema. E’ meglio sapere che c’è amianto e intervenire piuttosto che non sapere o non attivarsi per capire se il rischio c’è».
Purtroppo l’ampio impiego dell’amianto dagli anni ’60 agli anni ’90 ha fatto sì che sia ancora molto diffuso. La delibera regionale segue peraltro un percorso partito nel 2003 dalle indicazioni del Ministero dell’Ambiente.Accedi per inserire un commento
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