Berlato-Donazzan e i fondi per la formazione: chiarimenti o "caccia grossa" politica?
Domenica 19 Luglio 2015 alle 10:09 | 1 commenti
"Da buon cacciatore non carico mai il fucile a salve, ma prendo la mira e sopratutto non sparo nel mucchio". Parola di Sergio Berlato, che esordisce in Consiglio Regionale prendendo la mira, con ben quattro interrogazioni, sulla formazione, area di competenza dell'assessore Elena Donazzan. Sotto tiro c'è la gestione dei finanziamenti del fondo sociale europeo, oltre 764 mila euro destinati proprio a quel settore. Ma dietro c'è anche una storia di una lunga battuta di "caccia" politica che, tra tranelli e giochi di potere, sembra stia arrivando a una resa dei conti tra i due politici vicentini.
È infatti la prima volta che Sergio Berlato ed Elena Donazzan si ritrovano negli stessi palazzi del potere, in Regione, anche se uno come consigliere (di Fratelli d'Italia) e presidente della terza commissione e l'altra come riconfermata assessore all'istruzione e alla formazione, eletta nelle liste di Forza Italia. I due, un tempo, avevano in comune molte cose. L'amore dichiarato per la caccia, ad esempio, e la militanza nello stesso partito, Alleanza Nazionale, al quale approdano entrambi nel 1995, ma per strade diverse. Sergio Berlato, detto "bechela", primi passi da democristiano, inizia infatti la sua carriera politica nel 1990, a 31 anni, arrivando in Consiglio Regionale non con un partito ma con un movimento, il CPA (Caccia Pesca Ambiente), che prende 47 mila voti e di cui il nostro è l'unico eletto. Nel 1995, passa poi nelle file della neo - costituita Alleanza Nazionale e si porta dietro il suo consolidato esercito dell'attività venatoria che l'ha eletto cinque anni prima e che lo rielegge per la seconda volta in Regione.
Galan lo nomina assessore all'agricoltura e alla caccia e pesca. In quegli anni trova Elena Donazzan, anche lei a Fiuggi per la fondazione di AN, ma con una militanza più "nera". Iscritta al Fronte della Gioventù fin dal 1989, ancora diciasettenne, compie il grande balzo nel 2000 con l'elezione in consiglio Regionale nelle liste di An. Berlato se n'è già andato a Bruxelles, eletto sempre con AN alle Europee del 1999, ma la passione in comune, le doppiette, con la giovane Elena, è sempre viva. Lei però deve fare ancora un po' di gavetta e diventa assessore all'istruzione e alla formazione, con delega alla caccia, solo nel 2005 quando è eletta per la seconda volta in Consiglio regionale grazie anche ai voti della "squadra" di Berlato, pure lui riconfermato al Parlamento Europeo l'anno prima. Assieme portano avanti la stessa battaglia sulle deroghe relative all'attività venatoria. È una luna di miele, con sullo sfondo il "doge" Galan che impera in Veneto e il Cavaliere che comanda in Italia. La data da ricordare è però il 29 marzo 2009, giorno in cui nasce il Popolo della Libertà , creatura di Silvio Berlusconi che fonde Forza Italia e Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini.
Generali, ufficiali e truppe entrano tutti dentro nel partito. Entra Elena Donazzan, che nel 2010 arriverà al terzo mandato in Regione con la guida di Luca Zaia; entra Sergio Berlato, che alle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 viene riconfermato per la terza volta al Parlamento europeo. Il matrimonio tra Berlusconi e Gianfranco Fini dura però solo un anno, nel giro di poco tempo molti se ne vanno ma Berlato e Donazzan restano anche se le correnti che hanno squassato il PdL a Roma si riflettono nella provincia Veneta. Lei diventa una fedelissima di Zaia ma così tanti anni con Galan non possono non lasciare il segno; lui, invece, vuole prendere il posto del coordinatore provinciale del PdL Pierantonio Zanettin con l'incoronazione al congresso fissato per il 12 febbraio 2012. Verrà eletto, Sergio Berlato, in un congresso dalle liste bloccate e affollato dai sui fedelissimi. Ma a quel punto le doppiette sono tutte rivolte all'interno del partito.
Un paio di mesi prima, infatti, scoppia lo "scandalo" tessere. "Qualcuno" fa uscire gli elenchi provvisori (così afferma lo stesso Berlato) di tesserati PdL e si scopre che alcuni iscritti sono morti oppure compaiono contro la loro volontà o sono nomi palesemente improbabili, queste le accuse ad oggi, però, senza esiti legali anche se le tessere "false" erano finite al centro di un'indagine della procura. E lì salta lo "stallo alla messicana" e tutti cominciano a sparare perché le correnti hanno le meglio sul partito. Berlato accusa Zanettin - corrente di Lia Sartori - di voler far saltare il congresso. Galan entra in scena e accosta Berlato alla faccenda delle tessere. Ma il colpo più grosso lo spara Berlato, annunciando che, appena eletto coordinatore, inviterà la magistratura "a indagare sull'assegnazione degli appalti pubblici avvenuta in Veneto negli ultimi 15 anni". E la Donazzan? Lei, a gennaio 2012, poco prima di quel famoso congresso, sostiene pubblicamente la candidatura di Berlato a segretario politico del Popolo della Libertà a Vicenza. Ribadisce però che non si tratta di "un uomo solo al comando, ma la forza delle idee che unisce". E in quelle parole c'è un chiaro messaggio: "non puoi fare di testa tua". Per Berlato quello deve essere stato un campanello d'allarme e una dichiarazione di appartenenza a una corrente, non certo la sua.Â
Al direttivo provinciale, c'è un battibecco acceso tra l'assessore regionale e il nuovo coordinatore a cui contesta i compensi previsti dal leader per l'ufficio stampa. In un occasione Donazzan dice chiaramente che il partito non è di Berlato. Infine, sul nostro giornale, lui lascia un commento piccato sulla "vergine di Pove", in occasione di un convegno del "Patto per Vicenza", che fa traboccare il vaso. Siamo a giugno del 2012. Donazzan si dimette dal Pdl Vicentino assieme ad alcuni suoi fedelissimi. Non passano che pochi mesi e Berlato risponde nel suo stile con una interrogazione parlamentare in UE sull'utilizzo da parte della Regione Veneto dei fondi comunitari in materia di istruzione e formazione. Competenze di Elena Donazzan, giusto per ricordarlo. Ma l'ex eurodeputato va avanti anche per l'altra strada, quella del "nemico" Galan e a febbraio 2013, come promesso, si rivolge alle procure di Vicenza e Venezia con la notifica di irregolarità nell'assegnazione degli appalti pubblici in regione.
Il Pdl poi si dissolve il 16 novembre 2013 e una parte di esso confluisce nella riesumata Forza Italia, Donazzan e Berlato compresi. Quest'ultimo vuole giocare di nuovo la carta delle europee, che si svolgeranno ad aprile 2014, ma siamo alla vigilia dell'esplosione dello scandalo Mose, che travolgerà Galan, e dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano. Berlato viene escluso dalle liste di FI per la tornata elettorale in Europa e si candida, raccogliendo i suoi storici voti ma perdendo, con Fratelli d'Italia. " Sono stato colpevole di aver denunciato il sistema del malaffare esistente in Veneto", dichiara l'ex europarlamentare. Un atto dovuto da B. all'amico Galan, prima di scaricarlo sulla faccenda Mose?
Sia come sia, il nostro riesce a tornare a Palazzo Ferro Fini ma, nonostante le presunte promesse (lui dichiara che gli accordi con Zaia erano di dargli l'unico assessorato non monocolore Lega) non approda a Palazzo Balbi. Al suo posto c'è la riconfermata Donazzan, ormai sua nemica per avergli voltato le spalle durante l'ascesa al coordinamento provinciale del defunto PdL vicentino. La strategia del cacciatore "bechela" ce l'ha però nel sangue e invece dell'annunciata protesta con gli alleati cacciatori davanti al Consiglio Regionale per non aver ottenuto il posto chiesto, accetta la presidenza della terza commissione. Guarda caso quella che ha anche competenze sulla formazione. Ecco allora, come prima mossa, le quattro interrogazioni. "Si ipotizza che ci sia un sistema consolidato nella gestione dei fondi per la formazione e che i controlli fatti su questa gestione siano stati di un certo tipo per coloro che fanno parte del sistema e di altro tipo per coloro che non ne fanno parte, i quali sembra siano stati soggetti di vessazione - spiega Berlato -. Tutto questo è in una documentazione che proviene da fonti affidabili e sulla base di questa documentazione chiedo alla Giunta delle risposte; se queste risposte non spiegheranno quei documenti chiederò ad altri di verificare". E chi è l'assessore alla formazione da anni? "Niente di personale con la Donazzan", ripete il Consigliere Regionale. Ma il tutto sembra una battuta di caccia da manuale.
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