Bergamin ai politici,perchè manifestare il 25
Martedi 22 Giugno 2010 alle 22:42 | 0 commenti
Riceviamo da Marina Bergamin, segretario provinciale della Cgil Vicenza, e pubblichiamo l'analisi delle motivazioni dello sciopero di venerdì e l'invito rivolto ai politici a manifestare.
Ai Consiglieri Provinciali, Comunali, Ai Segretari Provinciali dei Partiti, Ai Parlamentari vicentini
OGGETTO: sciopero generale 25 giugno 2010. INVITO alla Manifestazione di Vicenza.
Vogliamo porre alla Sua attenzione le motivazioni che hanno indotto la CGIL a proclamare per venerdì 25 giugno lo sciopero generale dei lavoratori di tutti i settori dell'intero Paese.
Ci permettiamo di farlo perché riteniamo che l'informazione più comune sulla crisi, sulle misure di contrasto messe in atto e quelle ora proposte dal Governo, sullo stato del sistema produttivo del Paese, sulle condizioni di vita dei lavoratori, dei pensionati e delle loro famiglie, non sia adeguata alla gravità della situazione e spesso, molto spesso, nemmeno corretta.
Da più di un anno siamo da soli a denunciare non solo il perdurare della crisi economica ma anche la drammaticità sociale dei suoi effetti, per lo più inascoltati o tacciati di catastrofismo antipatriota. Oggi, purtroppo, i numeri (e non quelli della CGIL!) testimoniamo più delle considerazioni la realtà dei fatti nel Paese e nella nostra regione.
In Veneto il tasso di disoccupazione è il più alto degli ultimi dieci anni e in 18 mesi si sono persi oltre 80.000 posti di lavoro;
dei 140000 avviamenti nel 1° trimestre 2010, l'80% è con contratti precari, e in questa precarietà crescono solo i rapporti di lavoro ancora più destrutturati lavoro parasubordinato e lavoro a chiamata, diminuiscono tempi determinati e lavoro stagionale sostituiti da false collaborazioni e da lavoro intermittente;
nel 1° trimestre del 2010 la cig ordinaria è cresciuta del 76% e quella straordinaria del 1351% per un totale di 33 milioni 380 mila ore;
Le aziende che sono ricorse alla cig straordinaria sono cresciute del 40%, mentre quelle che entro l'anno la esauriranno sono 554 e 523 quella in deroga, cioè 1077 aziende che rischiano di trovarsi entro fine anno senza nessuna copertura per i lavoratori che potrebbero non avere alcun sostegno al reddito.
Nell'artigianato le aziende che sono ricorse alle sospensioni nel 1° trimestre 2010 sono state 2456 per 12000 lavoratori; sono moltissime le aziende artigiane che hanno oramai consumato tutti margini di manovra economici e che rischiano di cessare l'attività entro l'anno.
Sta crescendo in modo robusto il numero dei lavoratori in mobilità .
Il quadro regionale è destinato a peggiorare per la crisi finanziaria, ma anche per le misure restrittive che il governo si preannuncia a varare.
Ed ecco, dopo la stagione dell'ottimismo, il sistematico occultamento della situazione economica e sociale, le ripetute dichiarazioni del ministro Tremonti che in Italia non c'era bisogno di una manovra sui conti, l'annuncio che serve subito una manovra finanziaria da 24 miliardi di euro.
Noi, la CGIL che da oltre un anno chiediamo interventi e misure urgenti per affrontare la crisi, misure che parlino di innovazione e ricerca, di nuove politiche industriali, di investimenti in istruzione e formazione, di sostegno al reddito di quanti sono in difficoltà , giudichiamo assolutamente inadeguato l'operato del Governo e questa manovra sbagliata, pericolosa e iniqua.
Sbagliata perché non avvia nessuna misura strutturale per il futuro del Paese, ma solo provvedimenti per fare cassa e - dopo altisonanti impegni in sedi pubbliche e private - non si tagliano per niente i cosiddetti "costi della politica".
Pericolosa perché le misure deprimono l'economia; si comprimono i redditi da lavoro e pensione; non si investe in nuove politiche industriali, innovazione, ricerca, risparmio energetico, insomma, non si investe per il futuro del Paese.
Iniqua perché il governo ha scelto deliberatamente di colpire solo e soltanto i lavoratori, i pensionati, i precari, e tra questi coloro che sono più deboli e abbisognano di maggiori tutele e servizi. Si cerca di dividere i lavoratori pubblici e privati, contrapporre gli anziani ai giovani, i lavoratori italiani ai lavoratori stranieri.
Nel nome dell'emergenza crisi si svilisce il valore del lavoro, si abrogano i diritti delle persone, arrivando a fare di tutele e norme contrattuali e costituzionali merce di scambio per poter avere un lavoro. Il rischio che tutti corriamo è davvero grande: un'Italia più povera, arretrata culturalmente e produttivamente, senza futuro per le nuove generazioni, senza solidarietà , meno libera e democratica. Noi sosteniamo con forza che per uscire, tutti e tutto il Paese, dalla crisi c'è bisogno di più crescita, di più stato sociale, c'è bisogno di un progetto per l'Italia.
Non c'è alternativa al contrastare la manovra che impone un ordine sociale che allarga la forbice tra ricchi e poveri, fomenta ingiustizie sociali e relega donne e giovani a ruoli marginali nella società . E così faremo il 25 giugno.
La nuova manovra economica che il Governo sta mettendo in campo per affrontare una crisi a lungo negata, pur essendo necessaria, torna a colpire i lavoratori, i pensionati, le famiglie, gli Enti Locali, comprimendo direttamente i loro diritti e il loro salario (come nel caso dei dipendenti della pubblica amministrazione) o peggiorando la quantità e la qualità dei servizi sociali. Nel contempo non tocca le rendite patrimoniali, le rendite finanziarie, gli alti e altissimi redditi, gli sprechi e la corruzione nella pubblica amministrazione e fa poco contro evasione ed elusione fiscale.
Sappiamo che questa manovra metterà in difficoltà anche le Amministrazioni Locali, chiamate a rispondere a bisogni primari delle comunità . Sappiamo della manifestazione dei Comuni del 23 giugno prossimo, ai quali abbiamo rappresentato la nostra piena comprensione e solidarietà .
In allegato troverà l'analisi (in dettaglio e in sintesi) della CGIL sulla manovra e le nostre proposte per affrontare e uscire in avanti dalla crisi.
Per la funzione che Lei svolge di rappresentanza politica e istituzionale dei bisogni dei cittadini e delle comunità , crediamo non possa esimersi dal confrontarsi con le ragioni di chi a questi cittadini, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati dà voce e rappresentanza sociale.
Se troverà , come crediamo, qualche ragione di convergenza con la nostra proposta saremmo ben lieti di approfondire il confronto.
In ogni caso, La invitiamo alla manifestazione che la Cgil di Vicenza terrà venerdì 25 giugno p.v. in Piazza delle Poste a Vicenza dalle ore 9 alle ore 11.
La ringraziamo per l'attenzione. Un cordiale saluto.
Marina Bergamin
Segretaria generale Cgil Vicenza
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