"Ben venga la protezione civile", lo hanno detto sabato Chiara Garbin e i Popolari Europei
Sabato 16 Giugno 2012 alle 20:14 | 0 commenti
Sabato al convegno a Villa Caldogno: "ben venga la protezione civile, ma va riorganizzata in una logica di coordinamento del volontariato. Lavoriamo su previsione e prevenzione, non sull'emergenza".
"Protezione civile? Certamente svolge un ruolo di grande importanza. Ma affinché la sua azione sia davvero incisiva e porti alla reale soluzione dei problemi è necessario che sia strutturata ed organizzata in modo più snello e semplice. Occorre promuovere un nuovo modello culturale della protezione civile, fondato su tre caratteri: educazione, prevenzione e sicurezza".
Con queste parole Chiara Garbin dell'Associazione popolari europei è intervenuta oggi pomeriggio a Villa Caldogno in occasione della tavola rotonda "La riforma della protezione civile. Proposte per il nostro territorio" con l'intervento dell'Anci e la partecipazione delle Associazioni di categoria provinciali. Il progetto di questi cittadini, che hanno avuto l'ardire di interpellare i soggetti protagonisti nel territorio della vita economica e sociale, mira anzitutto alla semplificazione delle procedure ed al risparmio. Temi decisamente caldi in questo periodo di crisi, ma che rispondono a logiche di snellezza burocratica e pronta risposta nel momento in cui si verificano delle circostanze drammatiche per territorio e comunità . Anche il mondo del volontariato deve imparare a fare cordata, non accentuando le differenze distintive, ma cogliendo i punti in comune per dare una risposta ancor più coesa.
"Il volontariato deve essere "unico", distinto in varie specializzazioni - spiega l'istruttore nazionale della protezione civile, Mario Palermo - tutelando l'autonomia e l'identità di ogni singola associazione che lo compone. Il volontariato non va usato impropriamente, magari come manovalanza a basso prezzo, perché è una grande risorsa istituzionale e va rispettato e deve essere impiegato, in collaborazione con le autorità competenti, per la previsione e prevenzione per meglio conoscere le realtà territoriali, per poter affrontare meglio il soccorso ed arrivare al superamento delle emergenze". Ben vengano le risorse e gli interventi per far fronte alle emergenze, ma non possono certo rappresentare l'unica modalità di azione rispetto ai disastri. Così l'Associazione popolari europei presenta un dettagliato progetto per la realizzazione del Centro polifunzionale avanzato con l'obiettivo di creare una sinergia tra sicurezza, università ed impresa. "La struttura non si occuperà esclusivamente di ottimizzare le risorse e coordinare i vari enti che si occupano di sicurezza - sottolinea Chiara Garbin - ma vuol fare un salto in avanti in modo di creare una struttura sinergica con l'università , al fine dello sviluppo di imprese specializzate in geofisica ed ingegneria idrogeologica e naturalistica, antisismica e recupero del territorio e dei beni architettonici. La messa in sicurezza idrogeologica ed antisismica dell'Italia, del territorio e degli edifici, rappresenterà uno dei settori economici del prossimo futuro". Sarà l'area Dal Molin il luogo previsto per la collocazione di questa struttura di coordinamento? Dopo un a prima proposta/provocazione, l'Associazione popolari europei preferisce rilanciare la palla a chi ha il controllo del territorio: "una struttura di questo tipo deve essere di livello interprovinciale. Deve caratterizzarsi per la velocità di soccorso e la perfetta organizzazione. L'ideale sarebbe la collocazione in un sito adiacente a tangenziale o casello autostradale, con piazzola autorizzata per l'atterraggio di elicotteri. Il costo ipotizzato dall'arch. Silvio Caoduro per la realizzazione dell'opera è di circa 37,5milioni di euro. "Occorre investire maggiormente in cultura - conclude Chiara Garbin - nelle sue diverse forme: formazione, informazione e sensibilizzazione. Puntare sulla previsione e prevenzione determinando così la riduzione dei rischi sul territorio. Tanto più la zona è sicura, tanto meno sarà devastante la calamità ".
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