Banche, rapporto Parlamento Ue: più forti nel capitale, ma ancora troppi Npl
Lunedi 24 Luglio 2017 alle 23:27 | 0 commenti
Quattro punti di forza e quattro punti di debolezza: questo il quadro che emerge da un'analisi sui cambiamenti avvenuti nel sistema bancario europeo, pubblicata dall'Europarlamento e riportata da Radiocor Il Sole 24 Ore. I punti di forza delle banche di importanza sistemica sono la riduzione della loro dimensione; l'aumento del ratio prestiti/asset totali mentre hanno ridotto la quota di titoli del debito pubblico rispetto al totale degli asset; l'aumento del ratio depositi/passivita' totali e la riduzione del ratio finanziamenti a breve termine all'ingrosso/passivita' totali; l'aumento della base di capitale.
I punti di debolezza che "sollevano potenziali preoccupazioni per cio' che riguarda la supervisione": la media della redditivita' relativa al capitale investito e' stata positiva ma vicino a zero; in media le banche sistemiche della zona euro "restano considerevolmente meno ben capitalizzata rispetto alla media delle banche vigilate direttamente"; il rapporto npl-prestiti totali "resta molto alto"; fra il 2003 e il 2016 la svalutazione dei crediti delle banche vigilate direttamente e' stata "altamente controciclica".
Nel rapporto viene indicato come la bassa profittabilita' delle banche Eurozona rifletta solo parzialmente la crescita economica moderata e un contesto di bassi tassi di interesse che sono al di fuori del controllo delle stesse banche del supervisore. Una risposta appropriata per aumentare la profittabilita', e' scritto nel rapporto, "e' ridurre la dimensione degli istituti con o senza l'intervento delle autorita' di vigilanza". Tra le banche vigilate dalla Bce, quelle di importanza sistemica sono fonte di "preoccupazione speciale" perche' il Roa (return on asset) nel 2016 e' risultato piu' basso della media delle banche vigilate dal meccanismo unico di sorveglianza; sono ancora molto grandi nonostante alcune decisioni di "downsizing"; hanno aumentato la loro capitalizzazione "relativamente poco".
Negli anni successivi alla crisi il rapporto non performing loans e prestiti totali per la media delle banche vigilate dalla Bce e' aumentato fino a raggiungere il picco dell'11,2% nel 2013. Da allora e' sceso moderatamente a quota 10,2% nel 2016. Il rapporto medio per le banche sistemiche e' risultato di un livello piu' basso, 6,4% nel 2013 e del 5,5% nel 2016. In sostanza, emerge che "le banche vigilate dalla Bce hanno cominciato a risolvere l'eccesso dei 'non performing oans' dalla crisi ma anche che "il rapporto tra npl e prestiti totali resta a un livello elevato". In ogni caso, la media delle banche globalmente sistemiche hanno proceduto a svalutare sempre di piu' i loro crediti negli ultimi anni. Il rapporto tra accantonamenti per le perdite e prestiti totali e' stato piuttosto volatile tra il 2003 e il 2016, con picchi nel 2009 e nel 2013 in corrispondenza della crisi finanziaria europea e del debito sovrano. Successivamente e' calato. "Un livello piu' stabile e alto di accantonamenti lungo il ciclo economico assicurerebbe che le banche siano preparate meglio a fronteggiare le perdite quando si materializzano condizioni economiche e finanziarie negative".
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