Nel 2016 bruciati 43 mld da banche quotate e oltre 11 mld dalle sole BPVi e Veneto Banca. Fuori Borsa la perdita pro capite dei loro soci è da record: tempi bui per l'economia locale
Venerdi 30 Dicembre 2016 alle 21:51 | 0 commenti
Pubblicato alle 19.08 del 30 dicembre, aggiornato alle 21.51. Il 2016 è stato un anno da dimenticare per le banche italiane, come alle 19.08 dettaglia l'Ansa. Gli istituti quotati in Borsa sul Ftse Mib hanno bruciato 43 miliardi di euro di capitalizzazione, con l'indice Ftse Banche Italia sceso del 39%. Unicredit ha 'perso' 14,8 miliardi (-46,8%), Intesa 11 miliardi (-21,4%), Banco Popolare 4,95 miliardi (-75,7%), Ubi Banca 3,4 miliardi (-57,8%), Mps 3,2 miliardi (-87,8%), Bpm 2,46 miliardi (-60,8%), Fineco 1,39 miliardi (-30%), mentre Mediobanca (-12%) e Bper (-27,6) hanno perso circa 930 milioni a testa. Ma, nonostante i proclami di chi ancora ciancia sul fatto che i soci delle due ex Popolari Venete avrebbero perso come se non meno degli azionisti degli altri Istituti quotati, ecco un solo, doppio, dato.
In un solo colpo, di fatto, Banca Popolare di Vicenza ha bruciato 6.25 miliardi di capitale e Veneto Banca altri 5. Il totale fa 11,25 miliardi di euro, più di un quarto hanno perso tutte le banche quotate messe insieme che, tra l'altro, muovono masse di depositi e impieghi di certo molto superiori a quelle di competenza delle due venete.
In pratica due banche, che per dimensioni sono decisamente più piccole di un quarto delle altre quotate, hanno accumulato perdite di capitale per un quarto del loro flop complessivo in borsa e hanno generato un buco di 11,25 miliardi di euro per 200.000 risparmiatori/soci, infinitamente meno del totale di soci delle altre 9 banche.
Come a dire che la perdita pro capite dei soci vicentino - montebellunesi è... spaventosamente più elevata di quella di ognuno degli altri colleghi andati in rosso in borsa.
Come a dire che per le economie locali delle aree di maggiore influenza delle due Popolari Venete si annunciano tempi bui, già confermati dal tasso di deflazione di Vicenza intorno al -0,6% e che esploderanno, senza adeguate misure correttive oggi difficili da immaginare, a chiusura dei bilanci 2016.
In quela sede le svalutazioni delle azioni andranno contabilizzate nei patrimoni societari soprattutto delle piccole e medie attività che li avessero, come li hanno, in carico con un doppio effetto negativo: sottocapitalizzazioni da colmare e downgrading dei rating bancari con un immediato riflesso negativo sull'accesso al credito...
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