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Banche, Il Fatto: Casini presiede commissione che fino ad aprile considerava “nefasta”

Di Rassegna Stampa Venerdi 29 Settembre 2017 alle 08:28 | 0 commenti

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Che si deve fare per campare e farsi ricandidare. Il povero Pier Ferdinando Casini deve averlo pensato nel momento esatto in cui, dopo giorni di tentennamenti, s'è lasciato convincere ad abbandonare la cara, vecchia poltrona di presidente della commissione Esteri del Senato per quella, ugualmente presidenziale, della commissione d'inchiesta parlamentare sul settore bancario. Ieri infatti l'ex presidente della Camera ed ex leader dell'Udc, oggi tra i contraenti dell'associazione politica "Alfano e affini", è stato eletto per un solo voto (21 su 40) all'alto compito di guidare l'inchiesta parlamentare sulle banche.

Con che spirito e quali fini può spiegarlo in modo inequivocabile un'intervista rilasciata a Repubblica il 28 dicembre 2015, dopo che Matteo Renzi aveva annunciato la nascita a breve della commissione sul mondo del credito: "Io ho un'idiosincrasia per le inchieste parlamentari" e questa "rischia di avere effetti nefasti". Perché così pessimista? "Finirebbe col diventare una palestra di polveroni". Ad aprile ancora non s'era fatto persuaso della bontà dell'operazione: "Un impasto di demagogia e pressappochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni" scolpì, ammantato di senso dello Stato, nella prestigiosa aula del Senato. Quale uomo migliore, dunque, per guidare questa inchiesta di uno che non la vorrebbe proprio fare?
E infatti Pier Ferdinando Casini ieri pomeriggio è stato eletto presidente per volere soprattutto del Pd, o meglio dei renziani, di cui la commissione è inzeppata dal tesoriere democratico Francesco Bonifazi in giù, (quello dei contatti presunti con la BPVi per finanziare l'Unità, come da testimoinaza di Bernardini de Pace ndr)). Il compito affidato alla potestà, alla canizie, alla consumata esperienza del nostro è, in sostanza, quello che il Conte zio dava al Padre provinciale nei Promessi sposi: "Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire". E, se ci scappa, permettere ai seguaci del segretario dem di dare qualche colpetto ai nemici. Scrive, non senza ragioni, il blog di Beppe Grillo: "Lui, amico di Cesare Geronzi, genero del banchiere Francesco Gaetano Caltagirone, socio della Fondazione Casisbo, azionista di Intesa, indirizzerà i lavori: è un atto di guerra al Paese reale" (nella foto di nozze Pier Ferdinando Casini, Francesco Caltagirone e Azzurra Caltagirone, ndr). Detto che in genere le commissioni d'inchiesta si affidano all'opposizione, come rimarcano i partiti di centrodestra (Giorgia Meloni in primis), la definizione M5S trova concorde persino Enrico Zanetti, ex viceministro montiano oggi nel gruppo di Verdini, che aspirava alla poltrona di Casini.
Ora la battaglia si sposta sul perimetro dell'indagine affidata alla commissione, scelta su cui il presidente avrà un peso. Razionalità - visto che davanti ci sono pochi mesi di lavoro - propenderebbe per circoscriverlo agli anni più recenti, ma il Pd chiede che l'oggetto sia l'ultimo ventennio: un modo per poter chiamare in causa la Ditta di Bersani e D'Alema sulle antiche vicende di Mps (a partire dal malaugurato acquisto di Antonveneta da parte di Giuseppe Mussari passando per quello di Banca 121 di Vincenzo De Bustis).
Quanto al resto, invece, sopire, troncare; troncare, sopire. Vietato concentrarsi sui buchi della Vigilanza di Bankitalia (vedi le Popolari venete e la stessa Mps), sullo scandaloso dilettantismo con cui è stata introdotta in Italia la normativa Ue detta "bail-in" la cui prova in laboratorio furono le quattro "banchette" mandate in risoluzione a fine 2015. Vicenda a cui è connessa la materia politicamente più sensibile dell'inchiesta: i tentativi dell'allora ministro Maria Elena Boschi di convincere alcuni istituti (Veneto Banca e Unicredit) a salvare la Popolare Etruria di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Come si ricorderà, Boschi aveva promesso, dimenticandosene, di querelare l'ex direttore del Corsera Ferruccio de Bortoli che aveva descritto le sue pressioni sul banchiere Ghizzoni: Casini permettendo, ora si potrebbe appurare la verità.
di Marco Palombi , da Il Fatto Quotidiano


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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