Popolare di Vicenza: la trasparenza è utopia. In bocca al lupo anche agli investitori in Borsa
Venerdi 22 Gennaio 2016 alle 11:07 | 0 commenti
Ieri il lancio Ansa, da noi ripreso, sul primo incontro in via Battaglione Framarin della campagna informativa della Banca Popolare di Vicenza in vista della prossima assemblea dei soci evidenziava come il "faccia a faccia" fosse «interdetto alla stampa, ai singoli soci e a qualsiasi altra persona» che non fossero i 43 rappresentanti dalle associazioni di categoria di Vicenza convocate da Iorio e Dolcetta, a porte chiuse, nell'ambito del programma di informazione denominato dallo stesso istituto il 19 gennaio così: "Discontinuità , Trasparenza e Attenzione al Territorio". Non ci aveva meravigliato la nota dell'Ansa sull'incontro "interdetto" a terzi, perchè lo sapevamo.
Infatti il 19 stesso, naturalmente, avevamo chiesto di presenziare al programma di incontri, implicitamente e ovviamente senza diritto di parola, per poter riferire senza i filtri della comunicazione ufficiale sulle riunioni, ma la cortese e ferma risposta dell'agenzia di comunicazione esterna (evidentemente per questa non bastano, o non sono ritenuti affidabili dalla dirigenza attuale?, i collaboratori interni specificamente assunti e in molte aree da tagliare...) era stata: «non si può partecipare agli incontri con associazioni e comitati, quelli sono riservati e su invito. Mentre per quanto riguarda le assemblee pubbliche aggiorniamoci a ridosso.. non sarei troppo fiduciosa però, anche quelle sono riservate ai soci...».
Scelta discutibile ma legittima anche se, come obiettavamo alla cortese interlocutrice milanese, in contrasto, per lo meno apparente, con la volontà di voler dimostrare con gli incontri la discontinuità col passato, la trasparenza e l'attenzione al territorio, a cui la stampa si rivolge come se non in maniera più allargata delle categorie.
Bene. Anzi no, male.
Perchè, nonostante il diniego e nonostante lo avesse rispettato, ed evidenziato, anche l'agenzia di stampa nazionale ANSA, oggi non solo campeggiavano sui due mezzi locali i dettagli e i commenti sull'incontro (bravi, magari, i colleghi a chiamare, mentre le rotative giravano, i 2 relatori Iorio e Dolcetta e i 43 presenti, o solo quelli più accondiscendenti, cosa in cui, ovviamente, ha primeggiato il foglio di Confindustria?) ma addiritura facevano bella mostra di sè due foto dei due fotografi ufficiali del due mezzi (in copertina quella del GdV, qui accanto quella de Il Corriere del Veneto).
Se questa è la discontinuità di una Banca che prima parlava e contrattava solo con certi poteri, se questa è la trasparenza di un istituto che prima aveva i suoi organi di trasmissione preferenziali e se questo è il nuovo rapporto col territorio, mediato prima da tanti, tantissimi consensi a senso unico dopo ieri (e dopo il tentativo di non farci pubblicare una fedele e pre censurata intervista a Iacopo De Francisco) sera facciamo tanti auguri agli investitori di Borsa, tanto i regali di Natale i vecchi soci, quelli piccoli, soprattutto, li hanno già avuti: cenere e carbone.
Di quest'ultimo un bel po', però, è andato a chi scrive, sembrebbe oggi come ieri, copie carbone dei peana dei successori di Zonin e Sorato, ben "guardati" dal vecchio Cda, tutto o quasi tutto ancora in carica e ben retribuito.Â
E sotto i cui uffici lussuosi stamattina c'erano le telecamere in diretta di Agorà (Rai 3) con i soci beffati, come c'erano state sabato 9 gennaio quelle di DiMartedì (La7), puntualmente e trasparentemente non apparse sulle cronache da carta carbone.
Ma non dimentichiamoci che questa "nuova" banca, con la cosiddetta Banca Nuova, conserva ancora salde radici (e cda)Â nella terra del Gattopardo...
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