Assessori Luigino Vascon e Matteo Quero, due pesi e due misure?
Venerdi 9 Aprile 2010 alle 21:02 | 0 commenti
Gli assessori vicentini non devono aver molta confidenza con il codice della strada.
29 agosto 2008: Matteo Quero, all'epoca assessore del Pd alle politiche giovanili, viene fermato da un pattuglia dei carabinieri in zona San Lazzaro, si rifiuta di fare l'alcoltest e scatena il finimondo: per giorni non si parla d'altro, soprattutto sui giornali. Anzi, ogni mattina la vicenda si arricchisce di nuovi particolari: le richieste di dimissioni da parte del centrodestra, la sceneggiata del perdono da parte del sindaco, fino alle pesanti allusioni su una contrattazione tra Quero e una prostituta. Risultato: dimissioni dell'assessore e un anno di purgatorio prima di tornare a farsi sentire sulla scena politica.
Primavera 2010: Luigino Vascon, già deputato e ora assessore provinciale della Lega Nord all'agricoltura, a quanto si legge sul Giornale di Vicenza, si è visto togliere 15 punti dalla patente: l'accusa è di aver violato i limiti di velocità (avrebbe corso a 103 orari dove c'era il limite dei 50) e di non essersi fermato all'alt della pattuglia, se non dopo un lungo inseguimento. Vascon contesta tutti gli addebiti, ha fatto ricorso e, in attesa di vedere come finisce la faccenda, per lui vale la presunzione di innocenza.
Le due vicende sono diverse. Quero era uno dei volti di punta delle neoeletta giunta Variati, era assessore alle politiche giovanili ed è stato pizzicato con le mani nella marmellata proprio su una materia di sua competenza (la lotta alla guida in stato di ebbrezza era uno dei suoi obiettivi); in più, la presunta contrattazione con la lucciola si è rivelata una vera e propria mazzata, perché Variati aveva appena messo in cima alla lista delle cose da fare la crociata contro la prostituzione nei quartieri (non risulta però che a Quero sia mai stata addebitata la violazione dell'ordinanza anti-prostituzione).
Con Vascon non c'è nulla di tutto ciò. Rimane, se le accuse saranno confermate, una serie di violazioni gravi, soprattutto per un pubblico amministratore.
Basta per spiegare la diversa enfasi con cui sono stati affrontati i due casi: a caratteri cubitali per Quero, con molta più misura per Vascon?
E soprattutto, dove sono adesso, tutti quegli esponenti di PdL e Lega che chiedevano le dimissioni di Quero, reo di aver dato il cattivo esempio?
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