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Contro Zaia con lista Pd, lista Moretti, due civiche a sx-dx: la macedonia è servita

Di Rassegna Stampa Domenica 21 Dicembre 2014 alle 11:37 | 0 commenti

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di Alessio Antonini*

L'ora dei leader in prestito e dei capitani delle partite Iva che mettono in secondo piano l'identità del partito è finita da un pezzo. Non c'è più spazio per i Massimo Carraro o i Giuseppe Bortolussi lanciati alla testa delle coalizioni di centrosinistra alle regionali del 2005 e del 2010 e condannati allo sconfitta dalla volontà popolare. Dal congresso del Pd a Padova, che ieri ha formalmente ufficializzato la candidatura di Alessandra Moretti, è stata lanciata la sfida di un partito che «non deve più vergognarsi di voler vincere le elezioni».

E allora ecco che il Pd «deve continuare a parlare al mondo della sinistra, al mondo del sociale, ma deve anche iniziare a dialogare senza steccati con quel mondo moderato che fino a ieri ha votato a destra».

E non solo. Deve aprire le braccia «a quegli esponenti politici che vogliono sottolineare una forte discontinuità con la gestione fallimentare di Giancarlo Galan e Luca Zaia al di là degli attuali schieramenti politici».

La traduzione non è particolarmente difficile: il Pd ha dichiarato la sua apertura a tutti quegli esponenti dell'Udc, di Scelta Civica e dell'Idv che in questo momento non possono contare su partiti particolarmente in salute e a tutti quelli che dagli spalti del Nuovo centro destra fanno fatica a convivere con la Lega lepenista di Salvini.

«Sosteniamo la candidatura di Alessandra Moretti con una coalizione di quattro liste - dice il segretario regionale dei democratici Roger De Menech -. Una del Pd, una della Moretti e due liste civiche, una a sinistra e una più moderata al centro». E nessun altro simbolo di partito oltre al bianco, rosso e verde dei democratici.

A compilare il tutto ci penseranno comunque le singole province (nel caso delle liste del Pd e di Moretti, il regionale interverrà soltanto in caso di incagli dei provinciali) e i singoli partiti (nel caso delle due civiche). Anche le regole di compilazione delle liste sono abbastanza semplici: dovranno esserci metà uomini e metà donne (ci penseranno eventualmente le preferenze a rimescolare gli equilibri) e i candidati «dovranno essere scelti sulla base della loro competitività», aggiunge De Menech alludendo al fatto che nel Pd di Renzi e nella coalizione di centrosinistra fa strada chi porta voti al mulino democratico.

E se a sinistra, Verdi, Rifondazione, Comunisti Italiani, Lista Tsipras e Sel stanno già scaldando i motori per una lista unitaria che si confronterà con il Pd sul programma, a destra (del Pd) la situazione non è ancora così fluida anche se competitività (cioé capacità di raccattare voti personali) e «discontinuità con Zaia» potrebbero diventare sinonimi per centrare la vittoria.

Di certo con l'appuntamento di ieri il Pd ha cercato di chiudere i conti interni e stuccare le crepe che si sono aperte durante le primarie tra Moretti e Simonetta Rubinato. L'ex sindaco di Roncade si è affidata al classico mi metto a disposizione del partito per non disperdere le sue dodicimila preferenze (senza le quali il Pd sa di non andare molto lontano) e De Menech ha invitato tutti «a smetterla di guardarsi indietro perché l'avversario è solo uno: Zaia».

Ora i democratici, che sanno di dover fare sempre meno conto sull'effetto Renzi (e che non possono ignorare la spinta contraria dell'effetto Salvini), devono completare il programma «che sarà fatto da 5-10 punti chiari che porteremo a casa con una legislatura» e sciogliere i nodi delle candidature.

Alcuni esponenti di spicco (competitivi quanto a voti) hanno già fatto due giri al Ferro Fini e hanno bisogno di una deroga allo statuto del Pd per potersi candidare di nuovo. Cinque anni fa, il via libera a Lucio Tiozzo aveva spaccato la segreteria regionale e quella provinciale di Venezia. Per tutto il resto c'è ancora tempo. L'apertura ufficiale della campagna elettorale in fondo è prevista per il 15 gennaio.

*Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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