Asili nido, Ruzzante: "Governo ci da’ ragione e impugna ‘Veneto First’; è un primo importante risultato"
Venerdi 14 Aprile 2017 alle 10:10 | 0 commenti
"Non posso che ritenermi soddisfatto nell'apprendere che, poco fa, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare, davanti alla Corte Costituzionale, la Legge ‘Veneto First', rispondendo così positivamente all'appello sottoscritto nei giorni scorsi da tredici associazioni (tra cui Save the Children, UNICEF e Legambiente), a cui ho aderito personalmente inviando una lettera alla Presidenza del Consiglio". Queste le parole, affidate ad una nota, del consigliere regionale di Articolo UNO/MDP Piero Ruzzante che afferma come "ora la Regione debba tornare sui propri passi e il consigliere Barbisan ritirare il suo Progetto di Legge, dato che è assurdo escludere dai servizi sociali migliaia di cittadini veneti".
"Il comportamento di Zaia è schizofrenico - commenta il consigliere regionale - gli immigrati pagano la Pedemontana ma non possono iscrivere i propri figli al Nido. Nei giorni scorsi, avevo denunciato il carattere discriminatorio della Legge Regionale n. 6 del 21/2/2017, che norma l'accesso agli Asili nido, introducendo un criterio vincolante di residenzialità . Ora auspico che la Regione prenda atto di essersi infilata in un vicolo cieco e, magari, ammetta di aver approvato una normativa che discrimina, oltre che i nuovi italiani, anche i cittadini veneti". "Zaia - osserva Ruzzante - non ha problemi a far pagare agli immigrati residenti in Veneto l'addizionale Irpef per la sua Pedemontana, poi però decide che non sono più cittadini veneti e nega ai loro figli l'accesso ai Nidi: un comportamento, il suo, evidentemente schizofrenico e insostenibile, il Governatore si decida".
"Ma soprattutto - conclude Piero Ruzzante - chiedo ai colleghi della Maggioranza di ritirare il Progetto di Legge - Barbisan, che vorrebbe estendere il ‘principio premiante' della residenzialità continuativa a tutti i servizi sociali. Un provvedimento sbagliato, questo, che potrebbe concretamente rovinare la vita ai veneti che per lavoro sono costretti ad andare all'estero (10.000 ogni anno) o anche solo fuori Regione".
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