Rapporto Bce sulla BPVi: situazione critica, strada corretta. Tensioni con Confindustria
Mercoledi 2 Dicembre 2015 alle 09:19 | 0 commenti
 
				
		
Bpvi, arriva il rapporto ispettivo Bce. Tensioni dopo la lettera di Confindustria Vicenza agli iscritti sui rapporti con la popolare. Veneto Banca, attesa per il prezzo di recesso. Vicepresidenza, la Rossello resta favorita
Popolare di Vicenza, anche Zigliotto lascia, nel giorno in cui Bce illustra al cda la relazione sull'ispezione che ha terremotato la banca. Il doppio passo in via Battaglione Framarin si è prodotto ieri, nella riunione del consiglio d'amministrazione iniziata alle 9.30. L'attesa era per l'arrivo degli ispettori di Francoforte con la relazione finale sull'ispezione condotta tra febbraio e luglio. Dossier atteso da agosto, giunto da Francoforte ora, dopo l'uscita la scorsa settimana di Gianni Zonin e l'insediamento di Stefano Dolcetta a nuovo presidente.
Sul punto però non filtrano elementi nuovi decisivi. Utili, ad esempio,  per l'inchiesta aperta a settembre dalla Procura di Vicenza. Il giudizio  illustrato in consiglio non pare discostarsi da quello già noto di una  situazione giudicata critica, in attesa dell'aumento di capitale da 1,5  miliardi previsto per aprile 2016, pur se la strada intrapresa è  valutata come corretta. 
L'altra notizia rilevante si era  materializzata invece all'inizio del cda, con le dimissioni dal  consiglio di Giuseppe Zigliotto. Il presidente di Confindustria Vicenza  era tra i sei indagati nell'inchiesta della Procura di Vicenza, insieme a  Zonin e all'altro consigliere Maria Giovanna Dossena: finanziamenti per  acquistare azioni, la tesi della procura. Zigliotto si è sempre detto  estraneo, anche nella lettera inviata ieri al consiglio. In rotta con  Zonin e sul punto di dimettersi già in passato, Zigliotto lascia ora,  con una decisione maturata nel fine settimana, dopo le dimissioni della  Dossena e dell'ex presidente. La scorsa settimana un articolo  dell'Espresso aveva rivelato come una delle società dell'imprenditore  avesse venduto azioni per 5,5 milioni di euro a febbraio, prima della  svalutazione. «Avevo chiesto di vendere un anno prima», aveva replicato  Zigliotto, che aveva aggiunto anche di detenere ancora un pacchetto  doppio rispetto al venduto. 
Insieme a questo, vanno poi registrate  le tensioni intorno all'ultima iniziativa di Confindustria Vicenza.  Ovvero la lettera alle aziende associate, firmata da Zigliotto, datata  26 ottobre. Lì il leader degli industriali vicentini riprende i temi  della trasformazione di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. «Dopo il  recente cambio al vertice» a Montebelluna, con la scelta di Pierluigi  Bolla alla presidenza, scrive Zigliotto, la nomina di Dolcetta ha ora  «chiuso di fatto la prima fase» di un cambiamento epocale. «Con la  definizione di questo importante passaggio - aggiunge - credo sia giunto  il momento di ricalibrare le nostre azioni e le nostre relazioni con il  mondo del credito». Obiettivo: un sistema bancario che sostenga le  imprese. Segue un questionario che chiede d'indicare i rapporti con le  due popolari: dai fidi, alle azioni e obbligazioni possedute, fino alle  azioni in garanzia sui prestiti e ai finanziamenti per acquisto azioni. 
Un'iniziativa  forse promossa per riprendere l'iniziativa sul tema caldo del credito.  Ma che ovviamente in banca non è piaciuta. Anche perché termini e tempi  possono prestare il fianco all'accusa di voler in qualche modo pesare  sulla nuova presidenza Dolcetta partita solo tre giorni prima. I due si  sono visti ieri mattina, prima del consiglio. Ultimo atto di un pressing  iniziato la scorsa settimana. 
Intanto l'attesa si sposta oggi su  Veneto Banca. Nel cda convocato stamattina sono all'ordine del giorno la  nomina del vicepresidente e delle decisioni in vista dell'assemblea del  19 dicembre per la trasformazione in spa, sotto il tendone a villa  Spineda di Volpago del Montello. Sul primo punto, dopo le dimissioni di  Alessandro Vardanega, per il posto di consigliere vacante Bolla metterà  sul tavolo due candidature giudicate di alto livello. Mentre per la  vicepresidenza appare scontata la nomina del consigliere Cristina  Rossello. Poi l'attesa andrà sul valore del prezzo di recesso. Che si  affianca all'altra novità emersa con il passaggio a spa. Veneto Banca  non inserirà nello statuto il tetto del 5% al diritto di voto permesso  dalla riforma delle popolari. Passaggio che rende contendibile la banca e  pare voler favorire l'acquisizione da altri istituti. 
Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto
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