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Arci Caccia Veneto: serve un nuovo progetto e un nuovo sistema di relazioni

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 20 Marzo 2015 alle 15:10 | 0 commenti

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Arci Caccia Veneto manda una nota dopo che il presidente Giuliano Ezzelini Storti di Arci Caccia Veneto ha scritto a Maria Cristina Caretta presidente Confavi

“Chi si isola è perdente, i cacciatori italiani lo hanno già sperimentato. Per questo essere parte della ruralità è indispensabile così come rompere ogni indugio per portare irreversibilmente il metodo del confronto nell'identità e nel permanente stile di vita delle Associazioni Venatorie italiane ed aprire la stagione del dialogo con l’ambientalismo ragionevole ed il mondo agricolo”.

Questi alcuni passaggi della missiva che Giuliano Ezzelini Storti, presidente dell’Arci Caccia del Veneto ha trasmesso a Maria Cristina Caretta, presidente della Confavi e del Comitato di gestione dell’ACR, a seguito dell’invito ricevuto di partecipazione sabato 21 marzo a Vicenza ad una Assemblea dell’Associazione per la difesa e la promozione della Cultura Rurale Onlus.

“La concomitanza con il Consiglio Nazionale dell’Arci Caccia – continua Giuliano Ezzelini Storti – non mi consentirà di esserci ed è per questo che ci permettiamo di inviare un contributo scritto anche perché “cercare, come abbiamo fatto noi il 7 febbraio con gli Stati generali della Caccia di mettere insieme tutto il mondo rurale è una ambizione alta alla quale nessuna associazione di cacciatori può sottrarsi per costruire  il futuro, se vogliamo progredire in forza e capacità nelle relazioni che debbono essere attivate con una società così complessa”.

“Nel resto del mondo il conflitto tra caccia, ambiente e agricoltura è una anomalia e per noi dell’Arci Caccia la pratica venatoria è parte di una nuova filiera ambientale. Non siamo all’anno zero. Solo pochi giorni fa alla Fiera di Vicenza sono stati presentati progetti importanti maturati nel lavoro del Tavolo nazionale da Arci Caccia, Federcaccia, Anuu, Associazioni dei Veterinari, Ispra, Legambiente, Federparchi, Università, organizzazioni agricole”.

“I cacciatori italiani e quelli del Veneto in particolare dovranno essere i protagonisti della svolta. Quegli stessi cacciatori che non cedendo, nel passato, alle sirene “urlanti” di una parte dell’associazionismo venatorio, oggi possono attivare un nuovo sistema di relazioni, anche con le istituzioni regionali, per avere certezze e norme meno attaccabili dai ricorsi animalisti. E’ il tempo di cambiare anche in Veneto, uscire dalla fase di isolamento causate dalle politiche della Regione che nelle precedenti legislature ha fatto scelte corporative e demagogiche”

“Per quanto ci riguarda – conclude Giuliano Ezzelini Storti - dobbiamo mettere gli agricoltori italiani - parte attiva nella tutela dell’ambiente, dei nostri boschi, delle campagne - nelle condizioni di riconoscerci utili alla valorizzazione dei paesaggi rurali e a concorrere a produrre reddito di quanti nelle campagne lavorano. Anche i cacciatori devono cambiare per essere recepiti come necessari ed insostituibili al presidio degli ambienti naturali, anche nell’interesse delle future generazioni”.

“Se come leggiamo dall’invito ricevuto, lavoriamo e stiamo lavorando per gli stessi scopi, allora va lanciata una sfida, alta, ambiziosa che metta insieme gli imprenditori del settore, gli agricoltori e quanti vogliono vincere senza competizione per gestire il territorio, per affascinare i giovani, per superare la ghettizzazione perché la caccia, come scriveva il maestro Mario Rigoni Stern, non è nostalgia o particolarismo ma Libertà, Sole, Spazi, Tempeste”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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