Appello per Vicenza, commenti
Sabato 25 Luglio 2009 alle 06:59 | 1 commenti
Da sabato 25, è in edicola VicenzaPiù n. 159 (scaricabile da domenica 26 dal sito se non acquistato in edicola o non ritirato in omaggio nei punti di distribuzione free da domenica) con i commenti al Contro-Patto anticipati qui di sotto .
Alla voce Ultimi inserimenti (del 25 luglio), riportiamo, a completamento, il pezzo con le relative opinioni di Alessio Mannino, che con Marco Milioni ha dato inizio nel numero scorso di VicenzaPiù al confronto democratico e libero sulla Dignità di Vicenza e sulla Libertà .
Dopo la pubblicazione, sul numero della settimana scorsa, dell'appello alla dignità di Vicenza, ecco le prime reazioni arrivate in redazione e sul sito web
La vicenda Dal Molin, indipendentemente dal suo esito finale, ci ha resi coscienti dell'appartenenza a un territorio e della responsabilità di preservarlo, ci ha instillato il desiderio di esprimere opinioni e di partecipare ai processi di costruzione delle scelte. Ma ci ha aperto gli occhi anche sul mondo globalizzato. I conflitti innescati per il controllo delle risorse, la crescente militarizzazione delle società occidentali, l'ossessione per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza, ci interrogano nel profondo e mettono in discussione il nostro attuale modello di vita e di sviluppo.
La politica, cui spetterebbe il compito di rappresentare questi cambiamenti e indicare gli scenari possibili, risulta inadeguata e distante. Così come appare inadeguato il "Patto per Vicenza", che nega la trasformazione della società vicentina e si ancora a clausole di scarso valore simbolico e ideale. Insomma, una proposta di pacificazione senza giustizia, una pretesa rimozione della coscienza collettiva che presuppone sottomissione totale e la negazione dello stato di diritto.
Mannino e Milioni, nel loro documento, esprimono concetti in buona parte condivisibili e svolgono un'analisi acuta dei fatti che ci circondano, ma la loro prosa è fin troppo manichea e i toni da crociata disturbano, anzichè coinvolgere. Non credo nella primazia della democrazia occidentale, ma francamente, non farei a cambio con quello che vedo in giro. Diffido delle avanguardie che agitano le rivoluzioni, ma sono pronto a battermi per il valore delle idee e per riformare questa società .
Ciro Asproso
Verdi Vicenza
Firmo l'appello.
Raffaello Conti
Psicologo
Caro Mannino, collegare il No Dal Molin alla Decrescita come fai nel tuo contro-patto ha molto senso. Non a caso tra i più attivi manifestanti contro la base c'è sempre stata quella schiera di famiglie vicentine, con bambini al seguito, che appartengono alla Rete Lilliput e movimenti collegati. Per loro al primo posto c'è la nonviolenza, ed io sono completamente d'accordo.
Mi chiedo se questa lotta di valori, al punto in cui è arrivata, possa continuare esclusivamente sul piano dialettico e della cittadinanza attiva o se invece, esaurito ogni sforzo sul piano politico, non prevalga quella componente del movimento che appoggia la resistenza anche con la forza. In questo caso credo che non ci sia patto che tenga, ma solo divisione tra chi pensa che il fine giustifichi i mezzi e chi no.
Stefano Balbi
www.vicenzapartecipa.it
Aderisco al vostro appello per la dignita' di Vicenza. Io direi per la dignita'dell'Italia. Le firme bipartisan dei signori che sostengono la base dimostrano bene a quale livello si colloca oggi il PD anche nei suoi rappresentanti locali. Noi pubblicheremo il vostro appello senz'altro sia sul mio sito, sia su Megachip e, aggiungo, su www.Pandoratv.it. Che e' una webtv che e' a vostra disposizione per far conoscere, per quanto e' nelle nostre possibilita', le vostre posizioni, che coincidono con quelle di chi difende la pace. Cordiali saluti.
Giulietto Chiesa
Condivido l'Appello, cui aggiungo queste considerazioni.
Che delusione, il presidio presidia la costruzione della Ederle 2. Il sindaco Variati, da buon politico navigato e ignorando le promesse elettorali che hanno sancito la sua elezione, è intento a far digerire ai vicentini la costruzione della Ederle 2 (per questo il PD lo candidò), e a costruire le viabilità per gli USA. Le prove: gli esposti ignorati integralmente, il brindisi al nuovo progetto alla Ederle e dulcis in fondo il Patto per Vicenza, a mio avviso patto con i costruttori per cementificare Vicenza, di Alifuoco e soci. Il presidio è in balia dei centri sociali e delle lotte per la supremazia al loro interno, perché volere a tutti i costi gli scontri con la polizia? Perché non manifestare in occasione della venuta del COMIPAR, del console Usa o dell'ex on. Costa? Perché la Bottene non tampina Variati in consiglio comunale? Gli incidenti del 4 luglio furono provocati volutamente per far bollare i contrari alla base come estremisti e squatter? A chi è servito tutto ciò? Con la Ederle 2 tutti ci guadagnano: i politici accontentando gli amici che lavorano in subappalto, i palazzinari e immobiliaristi piazzando forse le case sfitte e invendute, i locali notturni e le prostitute abitualmente frequentati dai soldati, il presidio perché finalmente il centro sociale ha una sede propria; ma Vicenza è stata tradita da tutti. Vergogna!
Franca Equizi
Riscossa Democratica
comitatosalviamolaeroporto.wordpress.com
Condivisibile, e condiviso, fino all'ultima virgola. Gli ho dato amplissima diffusione. Non ho mai sentito nominare - appunto! - Figoli, conosco poco Giulianati, ma conoscevo Alifuoco ai tempi del PCI, un rampante che saltò subito sul carro del PDS quando il cadavere del PCI era ancora caldo (mi par di ricordare che una sera litigammo perché, avendo egli convocato una riunione alla sede di Corso Fogazzaro, nel cartello appeso in strada il nome del PCI nemmeno figurava più). Non stupisce vederlo/li insieme: del resto, per quel che valgono oggi le appartenenze...
Giuliano CorÃ
Caro Alessio, sottoscrivo nella sostanza l'appello, anche se mi sembra difficile portare avanti una battaglia unitaria contro le basi americane in Italia assieme ad un universo del "No al Dal Molin" che si è sempre dimostrato fortemente settario (partiamo dai Centri Sociali e ci fermiamo lì, oppure continuiamo?). Mi conosci e sai che considero le posizioni "no global", l'anticapitalismo, la lotta contro le banche e la grande finanza, lo stato sociale, la decrescita felice e la fine del signoraggio come vere battaglie di destra. O di sinistra, basta capirsi... Ma la rincorsa all'utopia continua, nonostante tutto. Buona fortuna!
Alberto Belloni
Bel documento. Condivido e sottoscrivo.
Carlo Gambescia
sociologo
carlogambesciametapolitics.blogspot.com
Aderisco all'appello di Alessio Mannino e Marco Milioni per due motivi: uno specifico e uno generale. Nel particolare e in assoluto, una scelta, di qualunque tipo essa sia, deve necessariamente (necessariamente per chi sia ancora aduso a rispettare i valori prepolitici di onestà , correttezza, etica e morale) discendere da una idea, da un cosmo di valori. Culturali e morali. Qualunque altro tipo di scelta è nella migliore delle ipotesi opportunismo. La vicenda No Dal Molin comporta una di queste scelte. Dalla parte di chi stare - per un autentico ribelle al vile servilismo attuale - è fin troppo ovvia.
Valerio Lo Monaco
Direttore La Voce del Ribelle
www.ilribelle.com
Sottoscrivo l'appello.
Maurizio Pallante
Scrittore
www.decrescitafelice.it
Sono d'accordo col vostro documento, in primo luogo perché va detto che fin dall'inizio è esistita una fortissima interferenza di certa stampa che si è inventata di sana pianta notizie false, cosa che dimostrerò carte alla mano. Ma al di là di questo, viene asserito un fatto che non è assolutamente vero, e cioè che la base sarebbe un'opera di difesa nazionale. Dovrebbero dire, invece, che danno un pezzo del nostro territorio nazionale, punto e basta. Gli stessi tre del Patto per Vicenza ammettono che è stata fatta una violenza alla città . Perciò io non mi rassegno, da cittadino europeo - perché l'Italia è finita, non c'è più - combatterò contro questa viltà , questa idea del danno che va monetizzato, anche da fuori Vicenza (perché lo confermo: quando la base sarà pronta io me ne vado). Con quale diritto quei tre negano a me il diritto di protestare? Io rivendico il diritto di continuare a dire no e di smascherare personaggi inqualificabili come loro.
Emilio Franzina
Documento ricco di spunti, il vostro, molti dei quali condivisibili. Soprattutto, come ha scritto anche il direttore di questo giornale, condivisibile nell'impostazione di fondo, cioè lo stretto legame esistente fra la cultura economica del liberismo/consumismo, dilagata in tutto il "nostro" occidente, ed il conseguente tenore di vita "non negoziabile" , per mantenere il quale diventa necessario usare qualsiasi mezzo, quindi anche la guerra e le basi militari.
Ma se sono convinta anch'io che è necessario ripensare il modello di vita, o meglio di sviluppo nel suo complesso, sono convinta anche che sia un processo lungo, complesso, ricco di sfaccettature e di molti ostacoli. "Un mondo diverso è possibile" non è solo lo slogan che ci accoglie tutti a Festambiente, per me e per altri è una prospettiva, uno stimolo all'impegno quotidiano per costruire a partire dal nostro ambiente e dalla nostra comunità , condizioni ed orizzonti di vita più equi per tutti. E sarebbe estremamente significativo se tutti coloro che in questi anni si sono impegnati nella vicenda Dal Molin continuassero a dare il loro contributo, per questa ed altre battaglie, per la nostra città e per il nostro mondo.
Valentina Dovigo
Legambiente Vicenza
Che Vicenza abbia bisogno di nuovo slancio e di una nuova strategia di sviluppo è fuori discussione. Che la comunità si debba mettere intorno a un tavolo per uscire da una crisi inedita e grave e dal provincialismo che la opprime è altrettanto urgente. Che questo passi per l'apposizione di una pietra tombale sulla nuova base militare USA al Dal Molin, questo no. Per noi la costruzione della base non rappresenta affatto una grande opportunità e ben altro e alto progetto poteva trovare posto lì, ben altra occupazione, proposte che guardassero al futuro, alla ricerca, all'innovazione. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: se ci sono ancora strade per recedere e far recedere da una decisione sbagliata, si percorrano. Gli anni alle nostre spalle sono stati anni di alta partecipazione democratica, in cui i vicentini hanno discusso come non mai sui temi della legalità , della Costituzione, dell'ambiente, della politica internazionale, di pace e di guerra. Del futuro della città . E' stata e continua ad esserci una dialettica forte. Ridurre tutto questo a lacerazioni e conflitti è ingiusto e fuorviante. Magari tale partecipazione continuasse! I temi non mancano: come rapportarsi al Dal Molin se e quando sarà realtà , quali controlli democratici esercitare, come le Istituzioni posso mantenere il massimo della sovranità possibile (pochissima, ahinoi), come continuare ad esprimere una cultura di pace in modo trasparente, pacifico, costruttivo... E poi: l'impianto Wisco ai ferrovieri, le sorti di Aim, il PAT e il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) Veneto, solo per citarne alcuni. Anche la crisi in cui siamo piombati meriterebbe una riflessione seria! E dove ci ha portato un neoliberismo senza freni ed un ‘pensiero unico'... La politica ha raccolto la ricchezza della discussione di questi anni? Poco ancora. In alcuni casi per nulla e questo è uno dei problemi dei partiti. Ma solo la contaminazione tra partiti e movimenti civici, la connessione tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa possono offrirci l'occasione (l'ultima?) per fermare la caduta etica, economica e di legittimità politica che ci circonda. Per cominciare a risalire.
Marina Bergamin
Segretaria generale Cgil Vicenza
Da VicenzaPiu.com
sottoscrivo questo appello alla dignità . quella che no si lascia sradicare alla radice, il mio apprezzamento per le persone che non si danno per vinte. nel mio piccolo spero di esservi sempre vicino, fisicamente ed idealmente. grazie a voi anche il sottoscritto si sente una piccola formichina che porta la sua briciola di democrazia,partecipata dal basso. grazie ancora a tutti voi
Rosa Bruno
sottoscrivo in toto; è importante continuare a farsi carico di questa battaglia tenendo presente che bisogna vincere soprattutto la guerra culturale per la pace e la giustizia
Franco Zanella
sarò breve...sottoscrivo l'appello con una sola parola...libertÃ
Michele Strada
"Un cervo, dopo aver vinto in battaglia un cavallo, lo teneva lontano dal pascolo comune, finché il perdente in quell'estenuante contesa implorò l'aiuto dell'uomo e ne accettò il morso; ma dopo che finalmente riuscì a venirsene via dal nemico, superbo vincitore, non poté più rimuovere dal dorso il cavaliere né dalla bocca il morso. Così chi temendo la povertà rinuncia alla libertà che vale più dell'oro, da stolto si porterà addosso un padrone e lo servirà per sempre, poiché non saprà accontentarsi di poco." [Orazio - Epistole, I 10] Sottoscrivo il vostro appello. Vicenza e l'Italia risorgeranno solamente quando avranno conquistato, finalmente, la propria libertà storica. Questo processo è difficile, per noi e per la nostra storia, e il No Dal Molin rappresenta veramente un punto di svolta: o si fa l'Italia o si fallisce, ancora una volta.
Massimiliano Leone
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scritto in puro politichese,le "proposte operative" poi sono ridicole e suonano quasi come una presa in giro:"Scuola, università, cultura di pace"(cultura di pace!!!),"scambi culturali gemellaggi tra scuole","edificare una grande base di Protezione Civile"(si dai un'altra bella valanga di cemento!)
sottoscrivo il vostro appello alla dignità!