Alluvioni, tra marchettari dello sviluppo e lacrime di coccodrillo
Sabato 12 Novembre 2011 alle 00:51 | 0 commenti
Domenico Finiguerra è uno dei pochissimi sindaci in Italia che ha capito da tempo che l'espansione urbanistica non è un bene anche quando porta soldi nelle casse pubbliche e che non è nemmeno un male necessario, ma una iattura tout-court. La cementificazione, il dissesto idrogeologico, la speculazione sono insolubilmente incernierati ai disastri dell'anno passato nel Veneto e a quelli di questi giorni in Liguria. E a tutti gli altri. Lo sviluppo è un tumore, lo sviluppo è un male, lo sviluppo è il male. Anche quando viene declinato col nome economico di crescita, la quale è sempre e comunque accompagnata dal malaffare: questo ci dice la storia italica più o meno recente, ma non solo quella italica.
E chi si definisce alfiere dello sviluppo è contemporaneamente un idiota, un terrorista e un ladro. Sarebbe stato bello e importante se i sindaci, i politicanti, gli appartenenti alle cosiddette élite dell'hinterland berico, al posto di blaterare vacue scemenze sui fondi, avessero parlato delle loro responsabilità e di quelle di chi li ha preceduti. Sarebbe stato importante se le parole di Finiguerra, primo cittadino di Cassinetta di Lugagnano nel Milanese, fossero state fatte proprie anche da lorsignori della provincia berica. C'è da sperare che l'intervento di Finiguerra, pubblicato sul suo blog personale e ripreso qui di seguito da VicenzaPiù possa far riflettere qualcuno. Ma sarà difficile. Se però tra qualche anno ci sarà qualcuno che mette al muro il politico o l'imprenditore di turno, perché incazzato per l'ennesima piena mortifera, a quel punto, per quanto la cosa sia orribile non ci saranno storie. Se la saranno cercata.
Di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano
Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: «crescita, sviluppo, competitività ». Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari. Non avete alcun diritto di piangere! Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a Porta a Porta vi lanciate, l'uno contro l'altro le medesime ricette stantie: "Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l'edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono".
Non avete alcun diritto di piangere. Voi che con il fazzoletto verde nel taschino avete chiesto il voto per difendere la pianura padana da invasioni di ogni genere e poi dagli assessorati comunali, provinciali e regionali avete vomitato sulle campagne padane la vostra porzione di metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri. Non avete alcun diritto di piangere! Voi che avete giurato fedeltà alla Costituzione ma poi non ne rispettate l'articolo 9: «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione» e approvate piani regolatori che hanno come unico obiettivo quello di svendere il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione. Non avete alcun diritto di piangere. Voi che, con l'arroganza di chi non ha argomenti, denigrate chiunque si opponga alla vostra furia predatoria di saccheggiatori del territorio. Voi che, con il risolino di chi è sicuro del potere che detiene, ridicolizzate tutti i giorni i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i cittadini, che mettono in guardia dai pericoli e dal dissesto idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.
Non avete alcun diritto di piangere. Voi che siete la concausa delle catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all'impermeabilizzazione della terra operate dalle vostre espansioni urbanistiche, dai vostri centri commerciali, dai vostri svincoli autostradali. Voi che avete costruito il vostro consenso grazie alle grandispeculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere o anche alla sola promessa di realizzarle. Non avete alcun diritto di piangere. Nessun diritto di piangere le dieci vittime dell'ennesima alluvione ligure. Né le vittime di tutte le precedenti catastrofi causate anche dalla vostra ideologia.
Perché voi, iscritti e dirigenti del Partito del Cemento, siete i veri estremisti di questo paese. Siete i veri barbari di questo nostro paese. Siete la vera causa del degrado ambientale, della violenza al paesaggio e dello sprofondamento del paese nel fango. No. Non avete alcun diritto di piangere. E gli italiani dovrebbero cominciare a fischiarvi e cacciarvi dai funerali. E gli italiani dovrebbero smettere di pregare davanti alle vostre altissime gru, totem di un modello di sviluppo decotto e decadente, che prima di collassare, rischia di annientare i beni comuni di questi Paese, di questo pianeta.
Domenico Finiguerra
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.