Allarme ebola e soldati USA, Forza Nuova all'attacco: "ieri liberatori, oggi untori"
Lunedi 27 Ottobre 2014 alle 21:04 | 0 commenti
La notizia di un presunto allarme ebola per i soldati statunitensi rientrati a Vicenza dall'Africa che ha fatto rimbalzare il nome di Vicenza su tutti gli organi di informazione italiani e mondiali ha generato anche una dura nota di Forza Nuova Veneto contro la presenza americana. La riportiamo integralmente di seguito.
Lo scenario internazionale che si è andato a creare dopo la cattura di Gheddafi, voluta e finanziata dagli USA, si fa di giorno in giorno sempre più allarmante, con ondate di profughi che continuano insistentemente a riversarsi sulle coste europee del Mediterraneo traghettati da una Marina Militare non più degna del suo glorioso passato ed oggi complice di questo scempio. Come se non bastasse nessuno degli enti preposti si è preoccupato delle problematiche annesse e connesse a tale incessante invasione, tra le quali, appunto, l’Ebola.
Il rischio epidemia continua ad essere sottostimato, come dichiarato dallo stesso Christos Stylianides, neo-designato coordinatore Ue per la lotta all'ebola, e continua ad essere gestito con estrema incompetenza. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) segnala che i Paesi dell'Africa occidentale colpiti dall'epidemia - Guinea, Sierra Leone e Liberia su tutti – contano oltre 5.000 morti su oltre 10.000 casi di contagio, bilancio provvisorio destinato inevitabilmente ad aumentare nel corso del tempo. Ed è proprio dalla Liberia che sono tornati gli undici soldati statunitensi messi in quarantena per venti giorni, ai quali se ne aggiungeranno altri 20 a breve, a fronte di un totale di 600 soldati che, ad oggi, stazionano nei paesi colpiti dall’epidemia.
Forza Nuova crede fortemente che sia giunto il momento di attuare delle misure cautelative molto alte, simili a quelle australiane, che di fatto prevedono la sospensione totale dell’immigrazione dall'Africa Occidentale, e afferma con forza che il luogo ideale dove attuare la quarantena dei soldati a rischio Ebola sia il suolo natio. L’Italia non vuole più rappresentare una colonia americana e non vuole neanche costituire il “cavallo di Troia†responsabile dell’arrivo dell’epidemia in Europa.
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