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A Vicenza potenti silenti e corsivisti senza firma: anonimi magnagatti contro conigli noti

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 4 Dicembre 2015 alle 23:51 | 0 commenti

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A Vicenza il silenzio è la "dialettica" preferita dai potenti o sedicenti tali. Cerchi Alessandra Moretti dopo la cena (porta sfortuna) di raccolta fondi con gli emissari di Zonin, Maltauro e Confindustria Vicenza e lei, dopo aver invano pietito al telefono silenziamenti del nostro cronista, diventa MutadiSorrentoLike. Provi allora a contattare proprio i vertici degli industriali berici su quella e su altre scelte precedenti e, poi, successive ma Giuseppe Zigliotto, il presidente scaduto in BPVi e in scadenza a palazzo "Zonin Longare", tanto loquace con i media controllati e di "sua" proprietà pro tempore, si scopre senza parole con quelli che osano criticarlo.

Lui è così impegnato a vendere ad alto prezzo le sue azioni BPVi e a far comprare a 62,50 euro quelle che non valevano, e la Borsa lo confermerà, più di 15-20 euro che trova solo il tempo di scriverci, lui che ha dato l'intelligente ordine di non inviarci neanche i comunicati stampa ovviamente pro Assindustria, che non siamo "etici" come media prima di continuare ad evitare ogni confronto a quattrocchi.

Da anni rincorri Elena Donazzan per farti rispondere sul dubbio che il suo repentino "divorzio" congressuale nel Pdl dal suo precedente mentore Sergio Berlato potesse dipendere dalla "minaccia" che gole profonde del sistema Galan Sartori potessero raccontarne le simpatie per gli enti di formazione vicini all'imprenditore Tv Iannacopulos, accusa che oggi, riferendo di 120 milioni di finanziamenti, è contenuta in un mega faldone portato proprio dal "vendicativo" Berlato in Regione e da questa doverosamente trasferito in Procura. E l'assessora all'istruzione (e formazione e lavoro...) ti (don)azzanna con minacce telefoniche, datate e "novate", di querele ma continua a non rispondere a domande, tecniche e a sua tutela, a questo punto doverosamente rivoltele via mail Pec prima di pubblicarle sul prossimo VicenzaPiù Magazine.

Potremmo continuare con mille altri esempi dell'epidemia vicentina e ittica di mutismo da pesce, sempre e finora (purtroppo per Vicenza) conclusisi con la conferma di certi nostri dubbi, tra cui il silenzio appena gradevolemente rotto dal dg della Ulss dell'Alto Vicentino, Daniela Carraro, non responsabile delle malefatte del project Galan-sartoriano di Santorso ma "atterrita" dalle nostre foto degli sprechi del materiale allora abbandonato all'ospedale di Schio, e il "silenzio stampa" parziale, con noi cioè, che speriamo si interrompa a breve, dell'ex giovane Matteo Marzotto, che nonostante le sue disavventure fiscal-giudiziarie è presidente di Cuoa e Fiera e fa parte del non certo beneaugurante Cda della Popolare di Vicenza ma ha voluto, finora, "contrastare" le nostre, ma non solo nostre, "maldicenze".

Ci fa specie parlare anche dei silenzi del sedicente avvocato Cristiano Rosini, comandante della Polizia Locale di Vicenza, ammaliato, tra varie altre esibizione di potere, dalla sua Ztl free (su cui faremo un'altra rivelazione, decisiva?, a dicembre su VicenzaPiù Magazine), ci fa specie perchè un personaggio di ben altra caratura, Gianni Zonin, ci costringe ad accomunarlo a lui nel nostro elenco visto che, quando iniziavamo a svelare le sue sbandate in banca, da fumi non alcolici ma di potere, emulò l'allora fido Zigliotto nel non "donarci" i suoi proclami ufficiali sulle azioni musina delle genti. Ci fa specie accomunare Rosini a Zonin, anche perchè, al di là del peso specifico dei due, l'ex presidente BPVi era più intelligente di molti dei suoi membri del Cda e, infatti, smise non di promuoere "cattive azioni" ma almeno di esercitare quella censura preventiva e autolesionista.

Moretti, Zigliotto, Carraro, Marzotto, Donazzan, il piccolo Rosini e il grande Zonin: personaggi tutti, o quasi tutti, silenti davanti alle nostre domande, di sicuro scomode ma a cui i nostri lettori chiedono risposte, e pochi, come Carraro, che sanno affrontare, prima o poi, le nebbie che li avvolgono e che noi vorremmo che loro stessi diradassero, perchè proprio noi fummo attaccati (e inquisiti) senza possibilità di replica sulla stampa locale e perciò mai "attaccheremmo" qualcuno senza contestualmente (non dopo le accuse) dargli la possibilità di spiegare e spiegarsi.

Noi siamo per la stampa indipendente e non acquiescente, per la stampa aperta alle ragioni di tutti ma che abbia il coraggio di schierarsi per quelle che ritiene giuste, senza per questo pretendere di essere depositaria della "verità", che spesso non è unica e monolitica.

Eugenio Scalfari dice che un giornale che sia tale deve individuare un nemico contro cui combattere e allora noi siamo anche per la stampa aggressiva con chi non è stampa se non per la ragione sociale del suo editore, che spesso fa rima con la ragione venale.

E può essere stampa quella della Voce dei "Meneghini per Zoso", che anche su un mezzo libero come il web, neanche firma oggi un sia pur gradevole corsivo satirico, per noi di "chiaro stampo zosiano", contro Marino Smiderle?

Noi più volte abbiamo firmato col nostro nome e cognome, irrilevante ma non così da non essere "inquisito", corsivi duri ma schietti contro il collega, ci scusi Smiderle di associarlo a noi, reo, per noi, di raccontare oggi le magagne delle banche venete con la lucidità di cui è sempre stato professionalmente capace ma che aveva momentaneamente riposto nel cassetto dell'editore.

Invece quella "stampa virtuale" non firma il corsivo odierno contro il prof (senza doppi sensi) di economia e finanza del quotidiano locale neanche con lo pseudonimo caro una volta all'ex senatore tangentista sul precedente paraconfindustriale mezzo web, nuovo di nome ma chiuso alla vecchia incomprensibile maniera vicentina, "a insaputa del direttore", per eccesso (?) di fatturato.

Ma se una parte della Vicenza di vertice, che ci evita perchè la conosciamo, ama i silenzi, ne sono ipocriti complici le pseude accuse di anonimi magnagatti, peggiori dei silenzi dei conigli, sì, ma almeno noti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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