Aim ritira querela a Zaltron e Bezze di M5S, stampa locale: "si sono scusati". Ma "non erano scuse", ecco lettera che lo dimostrerebbe
Sabato 26 Settembre 2015 alle 23:11 | 4 commenti
"Praestat cautela quam medela". Facciamo un po' gli spocchiosi, giusto per sottolineare che il mestiere del politico dovrebbe essere una cosa seria. "Meglio prevenire che curare", quindi. Anzi, meglio prevenire che essere querelati, avrebbe detto qualcuno dopo che Marco Bezze e Liliana Zaltron del M5S erano finiti sotto inchiesta (a Venezia, Padova e Vicenza) per diffamazione nei confronti di Aim. Querela poi ritirata, con il principale quotidiano di Vicenza che sentenziava: "hanno chiesto scusa".
Ma i due pentastellati precisano, inviandoci la lettera dell'accordo a definizione della vertenza (qui l'originale): "Non ci siamo scusati, abbiamo precisato". "Praestat cautela quam medela" vale, quindi, in questo caso per qualche nostro collega pocofrettoloso o troppo "intuitivo".
Come avevamo già scritto lo scorso giovedì 17 settembre, i due rappresentanti del Movimento 5 Stelle si sono visti ritirare la querela per accordi sopraggiunti. Oggetto del presunto reato di diffamazione e che ha portato il gruppo e il suo amministratore a denunciarli, le dichiarazioni di Zaltron e Bezze in una conferenza stampa dell'aprile 2013 (che avevamo documentato proprio noi pubblicando il video completo) nella quale asserivano - portando dei dati a loro supporto - che in Aim, magari pr la precedente gestione, c'era "Una voragine debitoria sulla testa dei cittadini" e che Paolo Colla si portava a casa, quale amministratore 490mila euro all'anno.
Dichiarazioni poi smentite nella lettera di precisazione che ha portato al ritiro della querela.
In effetti il testo sottoscritto in sede transattiva - i querelanti Aim e Colla avevano avanzato la proposta di ritiro della querela previa sottoscrizione da parte dei querelati di una dichiarazione - più che mere scuse evidenzia delle rettifiche. "Un accordo a definizione della vertenza è cosa ben diversa da una mera lettera di scuse, a cui invece si fa riferimento nell'articolo sopraccitato (quello del Giornale di Vicenza, ndr) - precisano i due politici in una nota inviata al giornale di Confindustria a cui contestano anche la frase in cui assseriva che la loro fosse "...una lettera in cui ammettevano che rispetto al passato la gestione della società è molto più trasparente e soprattutto corretta". In realtà nella missiva si leggono non scuse dirette ma due rettifiche di fatto: "Siamo incorsi in un errore attribuendo un compenso annuo a Paolo Colla di 490 mila euro mentre era di circa 43 mila" e "La situazione economico patrimoniale di Aim ha manifestato alcuni sintomi di miglioramento".
Valutazioni ben diverse, onestamente, dalle semplici e semplicistiche "scuse" con cui il GdV motivava il ritiro della querela.
Ma una metaforica "tirata d'orecchi" va sicuramente fatta anche a Bezze e Zaltron che, in quanto politici, avrebbero dovuto informarsi correttamente e documentarsi correttamente prima di diffondere certe notizie e lanciare accuse errate. Certo, errare è umano ed infatti hanno rimediato ma non cospargendosi il capo di cenere come invece fa intendere il giornale confindustriale nell'articolo del 16 settembre. "I due grillini si scusano. Aim ritira la querela", titolava il pezzo visto che al giornalista è evidentemente arrivata una "soffiata" (interessata?) verbale di qualcuno che ha semplicemente interpretato a modo suo quella lettera ora resa nota per tutelare ex post l'interpretazione grillina, ma che, come avevamo scritto su questo mezzo, non poteva essere rivelata se avesse fatto parte, come ora è ancora più chiaro, di un accordo transattivo curato dai rispettivi legali. Ma il giornalismo - come le denunce dei politici - non è un'opinione, a meno che non lo si dichiari apertamente. In sostanza scripta manent: carta canta.
Per non stonare, qualcun altro ora si scuserà ?
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