Aim e gare, tra silenzi sindacali e opzioni politiche
Giovedi 28 Marzo 2013 alle 17:31 | 0 commenti
Che cosa succederà nelle prossimi giorni tra i vertici della triplice e i lavoratori di Aim? L'ok per la messa a gara dei servizi deciso dall'amministarzione comunale come è stato percepito dai lavoratori di San Biagio? Le rassicurazioni fornite dai tre principali sindacati sono condivise dalla base?
Sono questi gli interrogativi che si pongono a poco più di ventiquattr'ore dal comunicato congiunto diramato ieri da Marina Bergamin, Gianfranco Refosco e Grazia Chisin, rispettivamente segretari confederali di Cgil Cisl e Uil. I tre considerano «l'ordine del giorno» votato ieri l'altro in aula come un piedistallo sufficiente a tutelare i dipendenti sul versante dei livelli occupazionali. L'ordine del giorno però sul piano amministrativo altro non è che una raccomandazione del consiglio senza alcuna forza di vincolo. E questo i lavoratori lo sanno. Tanto che dalle parti di via Vaccari, sede della Cgil, gli animi non si sono placati. La maggioranza dei lavoratori di Aim, le cui categorie di settore sono chiuse in un assordante silenzio da quando la pratica Aim è stata «avocata» da Bergamin, avrebbero di gran lunga preferito l'aver contrattato i dettagli prima della delibera e non dopo. Cosa che li mette in una condizione oggettiva di debolezza rispetto all'amministrazione, pur consci che le gare, gas escluso di terranno in là nel tempo.
L'intera partita però, con le amministrative di maggio alle porte, assume una connotazione politica fortissima. I mille dipendenti di Aim e soprattutto i dipendenti di area Cgil e Cisl (con relative famiglie) sono un bacino elettorale storicamente vicino al Pd. Refosco e Bergamin lo sanno bene. Il sindaco democratico Achille Variati non può mettersi troppo in urto con questo settore della società vicentina e la novità relativa alla fine "dell'in house" uscita martedì dalla sala Bernarda non è un segnale tanto accomodante. Specie perché da giorni il M5S di Vicenza starebbe muovendosi in direzione di una vera e propria «Opa ostile» nei confronti di quegli elettori, Opa la quale dovrebbe concretizzarsi nella promessa, manifestata in campagna elettorale di azzerare tutto quanto in caso di vittoria. I grillini tra le altre sono preoccupati soprattutto per la messa a gara del ciclo dei rifiuti (in foto la discarica di Grumolo), storicamente permeabile alla criminalità organizzata e a iniziative industriali che potrebbero portare alla realizzazione o alla gestione dei tanto contestati inceneritori; una delle bestie nere del movimento fondato da Beppe Grillo.
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