Ai Pomari nasce il comitato contro la cementificazione in quartiere e in città
Sabato 12 Ottobre 2013 alle 13:51 | 0 commenti
Comitato Pomari - Negli scorsi mesi a Vicenza si è costituito un nuovo comitato popolare, il Comitato Pomari. Il Comitato nasce con l’intento di fermare l’ennesima cementificazione prevista proprio nel quartiere Pomari, in particolare si vuole impedire la costruzione di due immensi capannoni commerciali e un palazzone direzionale in quei terreni dove un tempo era prevista la creazione di un parco urbano.
Da subito il Comitato si è mosso in quartiere con una raccolta firme che invoca la sospensione e la revoca immediata delle autorizzazioni a costruire, seguita dalla tempestiva conversione, da area edificabile ad area verde pubblica, per i terreni coinvolti nel progetto di cementificazione “nuova Pomariâ€, ponendo così i presupposti per la creazione del Parco Urbano, polmone verde necessario in una città sempre più inquinata.
Dopo l’ultima assemblea pubblica - tenutasi in quartiere il 26 settembre - e le successive riunioni del Comitato, si è deciso collettivamente di intraprendere la strada della mobilitazione ad oltranza.
Il Comitato Pomari, a seguito delle oltre 250 firme raccolte in pochi giorni, chiede all’Amministrazione Comunale di Vicenza di adoperarsi, con tutti gli strumenti amministrativi, legali, culturali e politici, per evitare che il progetto di cementificazione “Nuova Pomari†comprometta definitivamente un’area che in passato era totalmente destinata a Parco Urbano. Costruire ancora non serve alla città : aumenterebbe solo il numero, già altissimo, di locali vuoti.
All’Amministrazione Comunale il Comitato Pomari chiede una netta presa di posizione pubblica contro questo progetto di cementificazione compreso nel PIRUEA POMARI e un'azione concreta per fermarlo. Ad oggi il Comune di Vicenza non ha ancora concesso il “Permesso di Costruire†alle ditte esecutrici dell’opera perché è in attesa di redigere un nuovo regolamento commerciale che recepisca le direttive della nuova legge Regionale in materia (L.R.50/2012) e dovrà approvarlo entro metà dicembre 2013. La legge stabilisce che i comuni veneti debbano dotarsi di un nuovo regolamento che indichi le aree urbane dove andranno ad insediarsi le nuove strutture di vendita. Dato che la legge regionale si prefigge di “salvaguardare la sostenibilità territoriale ed ambientale ed il risparmio di suolo, incentivando il recupero e la riqualificazione urbanistica di aree e strutture dismesse e degradateâ€, il Comitato chiede all’Amministrazione Comunale di Vicenza di non indicare l’area del progetto “Nuova Pomari†come un’area in cui possono insediarsi strutture di vendita. In questo modo i costruttori dell’area, dovranno necessariamente rivedere i loro progetti che prevedono principalmente l’insediamento di spazi commerciali.
Nel contempo si chiede all’Amministrazione Comunale di adoperarsi affinché non venga concessa la proroga al PIRUEA POMARI, in scadenza nel 2013. Con il PIRUEA scaduto, il privato non avrà più a disposizione quello strumento urbanistico che gli aveva concesso di progettare una devastante colata di cemento al posto di un parco urbano; solo così si potrà redarre un altro piano per quell’area, solo così si potrà finalmente avere una grande polmone verde, solo così la popolazione potrà riappropriarsi di quegli spazi che furono sottratti alla collettività .
Non è finita qui, le idee del Comitato vanno oltre il quartiere: il progetto “Nuova Pomari†è solo una parte delle nuove cementificazioni previste in città se prendiamo in considerazione anche quelle previste dal Piano Interventi approvato a fine mandato dalla vecchia Amministrazione Variati nei primi mesi del 2013. Il Comitato chiede all’Amministrazione una moratoria sulla costruzione di nuovi edifici in città , siano essi residenziali, commerciali o direzionali, per un tempestivo recupero degli alloggi sfitti (oltre 7.000 a Vicenza) e di tutti quei locali lasciati all’abbandono e al degrado, rimettendo in discussione il Piano Interventi nel quale si prevedono ben 652 mila metri cubi di cemento in più e 130 mila metri quadrati di Sau (superficie agricola utilizzata) in meno.
Il Comitato Pomari si muoverà con determinazione per impedire questa inutile cementificazione e per mettere un freno alle speculazioni dei palazzinari che sfruttano la terra per il proprio interesse. Corre l’obbligo di ricordare anche i profitti privati che sono in ballo nei terreni del progetto ai Pomari, profitti che sono riconducibili principalmente alla ditta Incos Italia Spa che fa capo al noto imprenditore Gaetano Ingui. L’impresa di costruzioni Incos, progettista ed esecutrice dei lavori in questione, ha investito praticamente in tutta la città costruendo palazzoni ed interi quartieri come quello dei Pomari che certamente non brillano per la bellezza architettonica. Al fianco di Incos Italia opera in esclusiva l’immobiliare Cosim Spa.
Incos Spa in questi anni ha innalzato case, centri commerciali e torri direzionali contraddistinte da committenti che sono spesso enti pubblici o privati con peso economico rilevate. Ma gli ultimi edifici direzionali, localizzati nei quartieri Pomari e San Giuseppe, non sono mai stati terminati: solo qualche banca e alcuni uffici vi si sono insediati, mentre la maggior parte del fabbricato resta incompiuta e circondata da rugginose reti da cantiere.
A questo punto le richieste del Comitato non possono essere rivolte solo al Comune: si chiede al privato di valutare se non sia il caso di cambiare strategia e impegnarsi soprattutto nel recupero edilizio. Il Comitato Pomari ritiene che negli ultimi vent’anni l’impresa Incos - ma non solo - abbia costruito abbastanza, per questo è necessario che stralci i suoi piani e consegni le aree del progetto “Nuova Pomari†alla città sotto forma di Parco.
Consapevole della crisi in cui versa il l’edilizia, il Comitato chiede un rilancio del settore che segni la svolta nelle politiche di gestione del territorio: bisogna arrestare il consumo di suolo e al contempo sbloccare fondi per un piano nazionale di ristrutturazione del patrimonio pubblico e messa in sicurezza del territorio. Il lavoro c’è, basti pensare alla mole di edifici pubblici – scuole fra tutti – che non versano certo in buone condizioni e che necessitano di urgenti interventi di manutenzione straordinaria.
Questa è l’unica soluzione che concilia la salvaguardia dell’ambiente con la necessità di lavoro dei tanti operai edili oggi disoccupati.
Più in generale, il Comitato fa appello alla popolazione affinchè si mobiliti per contrastare la crescente speculazione edilizia e immobiliare, oggi è necessario sostenere un programma di edilizia popolare che serva a recuperare le case sfitte senza aggiungere altro cemento a quello già esistente. Stesso discorso per le attività direzionali-commerciali: basta costruire, vanno utilizzati i locali sfitti.
Per affrontare tutte le suddette questioni, il Comitato chiede un incontro urgente all’Amministrazione Comunale e alla ditta Incos Italia Spa affinché ascoltino le idee proposte dalla popolazione di un intero quartiere.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.