Addio mio Dal Molin
Lunedi 14 Settembre 2009 alle 18:50 | 0 commenti
Finalmente il sindaco ha detto chiaro e tondo quello che in tanti avevano intuito da tempo. Piaccia o non piaccia, la base al Dal Molin si farà , il tempo della battaglia è finito, non resta che concentrarci sulle compensazioni. Amen. L'annuncio ufficiale - peraltro già nell'aria da almeno un paio di settimane, cioè da quando Variati aveva incontrato l'ultima volta il commissario Costa - è arrivato sabato sera sotto il tendone del Presidio Permanente. E al sindaco va dato atto di essere andato a portare la "cattiva" notizia nel luogo forse più scomodo, nel cuore della mobilitazione popolare contro il Dal Molin, con un gesto talmente inusuale in politica da apparire coraggioso.
É difficile, però, immaginare che Variati, da politico accorto ed esperto qual è, queste cose non le sapesse da un pezzo. Che non sapesse che il doppio via libera del governo nazionale era un macigno quasi impossibile da rimuovere; che non sapesse che una volta aggiudicato l'appalto, e ancora di più una volta partiti i lavori, tornare indietro sarebbe stato improponibile; che non sapesse che i margini di manovra erano esigui, per non dire inesistenti. In altre parole che non sapesse, o per lo meno non intuisse fin dal principio, che l'unica via d'uscita sarebbe stata questa: accettare la base e concentrarsi sulle compensazioni.
Quando lo abbiamo intervistato, un paio di mesi prima delle elezioni del 2008, Variati era stato in effetti molto cauto: si impegnava a chiedere informazioni, a ribadire la contrarietà urbanistica al progetto, a promuovere la consultazione popolare. E precisava che si sarebbe mosso solo nei limiti consentiti dalla legge. Ma al tempo stesso ribadiva di essere convinto che bloccare la costruzione del Dal Molin fosse ancora possibile. Ed è stato questo il messaggio che è passato - per tutti Variati era il sindaco del No alla base - e che è stato determinante per il successo elettorale.
È stata tutta una presa in giro, allora? Personalmente non metto in dubbio la reale contrarietà del sindaco al progetto della Ederle 2, e se l'avessi votato non mi sarei aspettato da lui nulla di più di quello che poi ha fatto (ricorsi, tentato referendum e le altre cose ricordate anche in un comunicato diffuso oggi). Però almeno un paio di domande è lecito porsele. La prima è se il Comune abbia davvero seguito tutte le strade possibili per impedire la costruzione della nuova base. La seconda, più pesante, è se non sarebbe stato più corretto dire subito, e chiaramente: "Cari vicentini, io sono contrario, ma se anche fossi eletto sindaco potrò fare ben poco contro la Ederle 2". Anche a costo di perdere le elezioni.
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