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Acque sospette

Di Marco Milioni Domenica 6 Maggio 2012 alle 11:39 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 233

A Castegnero, Marco Nosarini, l'archeologo amatoriale che aveva fatto esplodere il caso dei presunti inquinanti sotto il sedime della Valdastico Sud lancia l'allarme per un cane morto «in circostanze sospette» e parla di analisi in suo possesso dalle quali si evince una possibile contaminazione dell'acqua presente a ridosso del grande cantiere già finito nel mirino dell'Antimafia.

Sulle bacheche municipali di Castegnero è ancora affissa la locandina che annuncia la venuta per il 12 aprile di Antonio Ingroia, uno dei magistrati antimafia più in vista del Paese. Dalla sede comunale di Castegnero nella Frazione di Villaganzerla si intravede o si intuisce il percorso della Valdastico Sud. Nei bar e in piazza però quando si parla dell'inchiesta della procura antimafia di Venezia venuta alla luce all'inizio del 2012 proprio sul cantiere della A31 Sud il fastidio e il silenzio fanno a gara sui volti della gente, che non vuole parlare di una vicenda scaturita dall'esposto redatto da un appassionato di archeologia, Marco Nosarini, padovano di residenza, ma in pianta stabile nella bassa Vicentina. Era stato proprio lui, dopo avere raccolto e fatto analizzare alcuni campioni di «materiali ferrosi anomali finiti sotto il sedime della autostrada in costruzione» ad avviare il lavoro degli inquirenti rispetto ad una indagine che tuttora è top secret, ma che è finita prima su l'Espresso e poi su tutte le testate regionali.
In realtà i primi dubbi si erano materializzati nell'aprile del 2011 quando i media locali avevano dato la notizia della strana morte di un cane. Il portale del Corriere del Veneto del 4 gennaio 2012 alla luce delle indagini rilegge così quell'avvenimento: «L'ombra del sospetto sui rischi per la salute delle scorie che sarebbero state seminate lungo molti dei 54,3 chilometri dell'arteria che collegherà le province di Vicenza e Rovigo, un'opera da oltre 1 miliardo di euro, il cui primo tratto sarà inaugurato a maggio, è venuta quando il cane di un abitante, che si era fermato a bere in uno dei canali accanto all'infrastruttura in costruzione, è morto quasi all'istante per una sospetta perforazione dell'intestino. Le ruspe che hanno spianato scarti di lavorazione industriale, soprattutto acciaierie, in mezzo alle coltivazioni di granoturco avrebbero riversato del cromo nei canali di irrigazione, facendolo entrare nella catena alimentare».
Passano poche settimane e ai primi di marzo durante un pubblico dibattito sullo stato dell'ambiente nella Bassa Vicentina sempre Nosarini spiega al pubblico che un secondo cane è morto ma che «questa volta il cadavere sarà ispezionato da un veterinario per una autopsia». E ora i dati sono agli atti «anche se probabilmente ci saranno altri accertamenti da fare». Nosarini spiega che al momento non ritiene opportuno di divulgare i documenti per evitare pressioni sugli specialisti che hanno portato a compimento i primi accertamenti dai quali si evince che «il cane, un meticcio di sei mesi, morto dopo essersi abbeverato mentre era in compagnia del padrone nei rivoli d'acqua vicini al cantiere della A31 Sud, aveva alcuni tessuti, a partire dallo stomaco zeppo di metalli pesanti in concentrazione allarmante».
Chi scrive ha potuto infatti consultare le analisi effettuate da un prestigioso istituto pubblico regionale rispetto alle quali Nosarini spiega aggiunge: «Qualcuno mi deve spiegare come sia possibile trovare zinco, rame, cromo in quelle quantità in un cagnetto di pochi mesi. Per di più preoccupa che le concentrazioni maggiori siano state riscontrate nello stomaco dell'animale e non depositate nei reni o nel fegato, segno evidente che erano state ingerite di recente probabilmente con acqua contaminata».
Sicché Nosarini ci tiene a sottolineare di essere a disposizione di tutte le autorità che ritengano di volere approfondire quanto da lui scoperto, ma contemporaneamente chiede ai sindaci attraversati dalla A31, in particolare a quello di Castegnero, di avviare «una campagna di monitoraggio delle acque condotta in modo indipendente senza fare ricorso ad Arpav». Contemporaneamente Nosarini fa sapere che sarebbe «ben lieto di indicare alle autorità i punti precisi per le ispezioni, sia che si tratti di analizzare la qualità dell'acqua sia che si tratti di analizzare il sedime sotto l'autostrada» giacché la salute «è un bene troppo importante perché sia sovrastata da interessi di natura economica».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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