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Jacopo Bulgarini D'Elci, i quattro obiettivi per la sicurezza: maggiori controlli del territorio, più presenza Istituzioni, più tecnologia e meno conflitti sociali

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 10 Novembre 2017 alle 11:20 | 0 commenti

Aumento del controllo e del presidio del territorio, presenza maggiore e percepibile delle istituzioni nei quartieri, attivazione di strumenti che possano aiutare a prevenire illeciti e reati, riduzione della conflittualità sociale con le comunità straniere. Questi i propositi definiti ieri in conferenza stampa dal candidato alle primarie del 3 dicembre.

Si è tenuta ieri nella sede di Vicenza Domani la prima delle conferenze stampa tematiche del candidato alle primarie del 3 dicembre (qui il nostro video integrale anticipato ieri, che oggi riproponiamo insieme a questa nota uficiale, ndr), Jacopo Bulgarini D'Elci. Sul tavolo il tema della sicurezza, definita "una priorità", e per la quale Bulgarini D'Elci individua quattro obiettivi fondamentali.

Queste le sue parole:

"La sicurezza urbana - afferma Bulgarini D'Elci - è una delle grandi priorità per immaginare la città del futuro: allo stesso livello della sicurezza ambientale, una vera emergenza di cui ci dovremmo occupare di più, e di quella sociale ed economica. Chi la proclama una priorità deve, coerentemente, proporre soluzioni innovative e concrete che non si limitino a citarla come campo importante o a invocare soluzioni corrette ma ovvie e per molti versi insufficienti come l'aumento di organico della Questura.

Io individuo quattro obiettivi: l'aumento del controllo e del presidio del territorio; una presenza maggiore e percepibile delle istituzioni nei quartieri; l'attivazione di strumenti che possano aiutare a prevenire illeciti e reati, perché la deterrenza è meglio della repressione; la riduzione della conflittualità sociale che può ingenerarsi con le comunità straniere, in particolare con gli arrivi più recenti e drammatici dei profughi.

Per raggiungere questi obiettivi propongo tre strumenti operativi e un cambio di paradigma.

Il primo strumento è l'istituzione del "vigile di quartiere", cioè l'individuazione di specifiche unità che operino prevalentemente in un determinato contesto territoriale: così da costruire un legame positivo tra i quartieri e il "loro" referente della polizia locale.

Il secondo è l'uso di tecnologia che già esiste per migliorare strumenti di cui già siamo dotati: le telecamere. Che oggi sono "stupide", perché si limitano a registrare quanto accade. E che possono essere rese intelligenti grazie a software (ce ne sono in uso nel mondo privato, e fuori dall'Italia anche in contesti istituzionali) che le rendano capaci di riconoscere in tempo reale comportamenti anomali, inviando un allarme a un operatore umano in centrale. Il loro campo di utilizzo è anche quello dell'anti-terrorismo, oggi particolarmente significativo. La loro utilità è nel controllo del territorio ma anche nella dissuasione.

Il terzo strumento è l'uso di mediatori stranieri, con lo scopo di ridurre le conflittualità con quelle parti di cittadinanza extracomunitaria che faticano a integrarsi. Questa mediazione può essere utile sia in contesti legati a fenomeni micro-criminali sia nella semplice riduzione di tensioni dovute a incomprensioni culturali o differenza di costumi e di abitudini. Un buon esempio di applicazione è campo Marzo, dove la presenza e l'intervento di mediatori stranieri addestrati può aiutare a ridurre i problemi.

Il cambio di paradigma che dobbiamo invece adottare è quello di un atteggiamento nuovo e più deciso, meno rinunciatario, su temi come questi: che sono ovviamente complessi e le cui soluzioni dipendono in larga parte dalla collaborazione con Questura e Prefettura, ma che possono vedere un apporto più incisivo da parte comunale. "Intransigenza" è la parola che pongo al centro della riflessione: intransigenza anche verso noi stessi, nel pretendere e garantire il rispetto scrupoloso delle regole, e ovviamente verso coloro che accogliamo e ospitiamo. Accanto ai diritti, è tempo di aprire una nuova stagione di doveri".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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