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A Vicenza c'è il "Terre resistenti festival" durante i giorni del bomba day

Di Edoardo Andrein Martedi 8 Aprile 2014 alle 21:05 | 0 commenti

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Nei giorni in cui Vicenza si prepara al bomba day per disinnescare l’enorme ordigno bellico della seconda guerra mondiale trovato durante la bonifica dell’area del futuro Parco della Pace, i No Dal Molin organizzano lì vicino, sul terreno del Presidio No Dal Molin, il "Terre resistenti festival" dal 23 aprile al Primo Maggio, con il trasferimento obbligato al Bocciodromo il 25 aprile causa bomba day. Di seguito pubblichiamo il manifesto d’intenti attraverso il quale gli organizzatori invitano a partecipare i vicentini alle proposte in programma di socialità e dibattito, cultura e manualità.

“Una terra libera dalle servitù militari, un’agricoltura sana e libera dagli Ogm, la tutela della biodiversità dall’omologazione e del paesaggio dalla cementificazione, una socialità che riparte dalla terra, la costruzione di forme di reddito a partire dal lavoro in agricoltura. Temi che vogliamo affrontare in un palcoscenico particolare: il terreno del Presidio No Dal Molin, a Vicenza, simbolo della mobilitazione di una città, scesa in piazza in modo colorato e determinato, per “difendere la terra per un futuro senza basi di guerra”. Tremila e quattrocento metri quadrati di terra - la cui proprietà è condivisa tra 530 persone che nel maggio 2009 decisero di “mettere radici” al Dal Molin - che ospiteranno, tra il 23 aprile e il 1° maggio di quest’anno una nuova proposta di socialità e dibattito, cultura e manualità: Terre resistenti festival.

Dopo 7 anni di festival No Dal Molin, vogliamo provare quest’anno a cambiare proposta, portando con noi la “cassetta degli attrezzi” costruita in questi anni, con le ragioni e i valori che hanno fondato il Presidio Permanente No Dal Molin e continuando a sperimentare pratiche virtuose, creative e innovative. Lo faremo continuando a confrontarci sul tema della militarizzazione del territorio, guardando alle conseguenze della presenza militare nella nostra e in altre città: dalle violenze - che restano impunite - dei militari statunitensi a danno delle popolazioni locali all’impatto ambientale delle grandi opere, siano esse militari o civili. Ma lo faremo anche, quest’anno, incontrandoci attorno ai temi della biodiversità, della tutela e alla riscoperta dei frutti della terra, dell’orticoltura condivisa e dell’agricoltura come possibilità di un lavoro per il futuro.

Terra e libertà sono le parole chiave attorno alle quali stiamo costruendo il Terre resistenti festival: parlando di “terra” e “libertà”, infatti, ci riferiamo alla sfera dei diritti, dell’autogoverno, della salute, del territorio, a partire da uno spazio libero non solo dalle servitù militari, ma anche dalle dinamiche economiche e industriali che ruotano attorno alla guerra e ai suoi mercati. In questo senso, parlare di agricoltura naturale, alimentazione, scambio, didattica ed educazione e sostenibilità ambientale è un modo concreto e quotidiano per raccontare la “Vicenza libera dalle servitù militari”. Ponendo così in un tassello della rete di spazi cittadini (e non solo) dai quali portare avanti queste pratiche, con ostinazione e passione, in modo comunitario.

Anche guardando oltre i confini cittadini, speriamo che questo festival possa essere uno spazio attraversato da tante realtà che abbiamo incontrato in questi anni di opposizione al Dal Molin: esperienze di resistenza attiva diffuse sui territori, alle quali facciamo appello per la costruzione del festival e che invitiamo a partecipare alle giornate di Vicenza, in particolare nel giornate tra il 23 e il 27 aprile - con un programma che avrà, volutamente, respiro nazionale. Fino al 1° maggio 2014, Terre resistenti festival sarà dibattiti e presentazioni di libri, workshop e laboratori, mercati a filiera corta e assemblee, cultura e spettacoli, socialità e convivialità. Perché la terra libera dalle servitù militari diventi spazio da coltivare secondo pratiche di resistenza”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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