A proposito di lavoro e "crescita"
Mercoledi 18 Aprile 2012 alle 17:05 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario provinciale PdCI FdS - Si discute tanto sulla "riforma del lavoro". Ci dicono che deve permettere maggiore flessibilità in uscita e in entrata. Ci spiegano che permettendo licenziamenti individuali più facili e una precarietà uguale se non superiore ci sarà più "crescita". Di cosa non è specificato. Quello che è sicuro è che la disoccupazione aumenta (soprattutto quella giovanile), i lavoratori anziani dovranno lavorare sempre di più ma potranno essere licenziati individualmente perché costano troppo (il famigerato motivo economico), le tasse crescono, la sicurezza nei posti di lavoro diminuisce ... una situazione spaventosa che produce disperazione e un numero impressionante di suicidi.
Gli ultimi dati a livello nazionale relativi a febbraio 2012 e diffusi dal centro studi di Confindustria evidenziano una disoccupazione al 9,3% (+0,2% rispetto a gennaio) e una cassa integrazione cresciuta del 49,1% a febbraio e del 21,6% a marzo (rispetto ai mesi precedenti). Unioncamere ci avvisa che, solo nel primo trimestre del 2012, "sono state perse 26.090 imprese".
I dati sulla mobilità forniti dalla Provincia di Vicenza sono emblematici di questa situazione drammatica. Basta entrare nell'area "lavoro" del sito provinciale per rendersene conto.
Ad oggi, 18 aprile 2012, ci sono 4.659 lavoratori iscritti alle liste di mobilità . Precisamente 1.455 per la legge 223 e 3204 sono i lavoratori in mobilità per la legge 236.
A fronte di ciò le offerte di lavoro ordinarie dei centri per l'impiego sono solo quattro! Altre offerte sono quelle di agenzie di somministrazione. Lavori saltuari, per tre o sei mesi, niente di definitivo.
Ci spieghino i "grandi professori", che occupano le poltrone ministeriali, e la cosiddetta "ABC" (la triade Alfano, Bersani, Casini che è a capo dell'attuale maggioranza) come pensano di risolvere la mancanza di lavoro. Ci dicano con chiarezza cosa pensano di fare, quali azioni intraprenderanno per impedire la delocalizzazione delle imprese, come contrasteranno la corruzione che uccide lo sviluppo, quanto hanno intenzione di investire nella ricerca, nei saperi, nella conoscenza. Lo facciano senza slogan vecchi e risaputi. Fino ad oggi non hanno null'altro che prelevare soldi da chi lavora o da chi è in pensione. Nessuna patrimoniale, nessuna (seppur timida) limitazione di privilegi, nessun serio "piano per il lavoro" ... solamente tagli dei diritti per chi ha sempre fatto sacrifici e ha sempre pagato l'ingordigia degli speculatori e degli sfruttatori.
È ora di finirla. Non possiamo continuare ad accettare quel misto di mediocrità , populismo e frasi fatte (da altri) che sta affossando l'Italia. Scendiamo in piazza assieme ai lavoratori che lottano, alla parte sana del Paese. È necessaria la più ampia mobilitazione e l'unità di tutti i cittadini onesti a partire anche dalla nostra provincia. Questo governo può e deve essere licenziato. Si deve tornare alle urne e cacciare chi ci vuole togliere lavoro e futuro. È una questione di democrazia.
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