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A proposito dei morti tra il 1943 e il 1945: a Vicenza dobbiamo imparare che l'erba del vicino è più verde

Di Italo Francesco Baldo Domenica 18 Novembre 2018 alle 16:33 | 6 commenti

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La Spagna come l'Italia ha conosciuto una sanguinosa lotta fratricida, basata su ideologie politiche. Il paese iberico tra il 1936 e il 1939 che ha ridotto quello Stato ad una situazione tragica e con conseguenze politico-economiche di vastissima portata. Il "bel Paese dove fioriscono i limoni" tra il 1943 e il 1945 e anni successivi uno scontro violento che ancora lascia tracce di sé, come si nota a Vicenza anche a proposito dell'eccidio dei Dieci Martiri e il dibattito seguito, do ve si è riproposta la visione che "i morti non sono tutti eguali" come se il pianto dei congiunti, delle madri non fosse identico.  

Ben diversamente da noi la Spagna è riuscita a dare almeno pace ai morti, non sempre ai vivi che vivono ancora di qualche nostalgia e ciò dall'una e dall'altra parte. È emblema di questa pace dei morti il Monumento a los Caídos por España (nella foto), e nello scontro politico non si strumentalizzano i morti. A tale proposito un'esperienza è oltremodo significativa. In un viaggio d'istruzione con una classe del Liceo "A. Pigafetta", prima di visitare l'Escorial, la reggia di Filippo II d'Asburgo, ci siamo recati a visitare proprio il Monumento. La guida aveva con velocità manifestato la sua appartenenza al Partido Socialista Obrero Español, allora capeggiato da Felipe González Márquez che è stato Presidente del Governo della Spagna dal 2 dicembre 1982 al 5 maggio 1996.
Poco prima della visita un partecipante alla visita, forte delle sue idee di sinistra disse alla Guida che il monumento avrebbe dovuto essere abbattuto perché emblema di una dittatura, quella di Francisco Franco. La signora con calma e senza tentennamenti risposte: "Questa è la nostra storia" e chiuse senza tanti altri commenti.
Una riposta che dovremo dare anche noi Italiani nelle occasioni in cui si ricordano i tempi passati e i destini di molti che spesso con convinzione spesso e abnegazione diedero per la loro vita per l'Idea nella quale credevano.
La fine del secondo conflitto mondiale nelle intenzioni dei politici di statura di quell'epoca e con idee molto diverse tra loro (P. Togliatti, A. de Gasperi, P. Nenni. G. Saragat ecc.) diede vita con l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana ad uno Stato che superava quello precedente con una Costituzione i cui articoli furono frutto degli ideali di coloro che ne facevano parte e che con grande spirito di collaborazione, talora forte e decisa, sono proposti ancora agli italiani. La storia indica quali furono gli agenti della Costituzione e quali i loro ideali che si composero in sintesi tra loro. Certo la discussione sulla Costituzione è ancora aperta, dato che non è nemmeno simile alla Tavola dei 10 comandamenti dati da Dio, ma essa poco conosciuta perfino da chi ne parla retoricamente in articoli e interventi e quasi mai presentata agli studenti come necessaria conoscenza, è un riferimento che non dovrebbe mai mancare.
Coloro che diedero la vita per quanto è contenuto nella Costituzione sono onorati con corone, discorsi e ricordi, coloro che parteggiavano per la parte avversa sono dimenticati e perfino denigrati da coloro che in ciò non manifestano nemmeno la pietà che è dovuta, come insegnava la cultura greca e latina e non ultima quella cristiana oggi.
È tempo di imparare dai vicini, dagli Spagnoli, il cui giardino è più verde, ossia più pietoso, del nostro. Le idee si combattono, diceva mio padre che ben conobbe gli orrori della guerra civile spagnola, ma non le persone, né quelle vive né, soprattutto, quelle morte.
La pietà verso i defunti ha costruito e costruisce la civiltà e il progresso della vita umana espressi in tanti gesti, come ricordare i morti, seppellire i morti, rispettare i corpi morti, curare le tombe dei morti e anche scoprire i luoghi dove i morti sono stati sepolti. Questa pietas significa il proseguire del rapporto con i morti, ma anche migliorare i rapporti tra i vivi, ricorda il vescovo di Bergamo Francesco Beschi.
E certo Garcia Lorca, vittima nella guerra civile spagnola insegna a coloro che tra gli italiani ancora coltivano odio e rivalsa nei confronti di chi, i morti, certo non può nuocere.
Come son pesanti i giorni,
A nessun fuoco posso riscaldarmi,
non mi ride ormai nessun sole,
tutto è vuoto,
tutto è freddo e senza pietà.


Commenti

Inviato Domenica 18 Novembre 2018 alle 20:15

Historia magistra vitae...
Inviato Lunedi 19 Novembre 2018 alle 08:01

Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis, qua voce alia nisi oratoris immortalitati commendatur?(Cicerone, De Oratore, II, 9, 36)
Inviato Lunedi 19 Novembre 2018 alle 14:04

Appunto, ricordiamocene.
Inviato Lunedi 19 Novembre 2018 alle 17:22

Soprattutto a sinistra direi .
Inviato Lunedi 19 Novembre 2018 alle 21:18

Perchè? a destra non c'è proprio modo di ricordarsene?
Peccato, il motto ciceroniano è un valore per tutti e
....questo o quello per me pari sono. Mi interessa un bene superiore, non quello visto con gli occhi di parte.
Inviato Martedi 20 Novembre 2018 alle 07:38

Un po' clericale l'ultima espressione.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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