Se si è scomodi espulsi come a Melfi: il monito di Langella sul "taglio" dell'articolo 18
Sabato 24 Marzo 2012 alle 10:54 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, segretario provinciale PdCI FdS, e pubblichiamo.
A Melfi la Fiat aveva licenziato tre operai. Il giudice ha ordinato il loro reintegro. Nelle motivazioni della sentenza, che ieri sono state rese pubbliche, si legge che i licenziamenti erano «nulla più che misure adottate per liberarsi di sindacalisti che avevano assunto posizioni di forte antagonismo» con «conseguente immediato pregiudizio per l'azione e la libertà sindacale».
I tre operai erano stati licenziati senza giusta causa. La Fiat ha operato un abuso. I tre lavoratori sono stati reintegrati. Dovrebbero tornare al lavoro. Dovrebbero perché la Fiat con abituale arroganza non permette loro di lavorare. "Se ne frega" delle leggi. Questa è la recente storia di una fabbrica governata e comandata da personaggi come Marchionne. Ma, con la "riforma" del lavoro che il governo vuole imporre, quella dei licenziamenti senza giusta causa sarà una concreta minaccia per tutti i lavoratori.
Basta essere "scomodi" o "troppo costosi" e, senza il deterrente dell'articolo 18, sarà facile l'espulsione dal mondo del lavoro.
Proviamo a immaginare che non esista più il reintegro (o che fosse estremamente complesso da ottenere e costoso per il lavoratore) ... Aziende come la Fiat non si sentirebbero forse "più libere" di cacciare qualsiasi lavoratore solo perché "non gradito"? La vita in fabbrica sarebbe migliore o peggiore? I lavoratori sarebbero più liberi di esprimersi o sarebbero costretti a subire qualsiasi capriccio padronale?
La "riforma" Fornero-Monti sul lavoro, rende legale il comportamento della Fiat e mette sotto ricatto continuo chi lavora. Il lavoro non sarà più un diritto ma una merce che potrà essere barattata per pochi denari. Chi viene licenziato senza giusta causa non avrà più la speranza di tornare al suo lavoro (che è la sola risorsa di chi non possiede grandi ricchezze) ma resterà disoccupato. E se verrà licenziato quando è "anziano" (magari perché"costa troppo" all'impresa) resterà senza lavoro e con la pensione che si allontana sempre più "grazie" a questo governo (sedicente tecnico) che ha spostato in avanti l'età pensionabile.
Facciamoci una domanda: Monti e soci lo fanno per il nostro bene o per quello di chi li ha messi nel posto che oggi occupano e dice loro cosa fare?
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