8 marzo, Carletto (Cgil):inaugurare nuova stagione di diritti per le donne
Lunedi 7 Marzo 2011 alle 16:17 | 0 commenti
Fabiola Carletto, Cgil Vicenza - L'8 marzo, quest'anno, ricorre in un anno particolarmente significativo: oltre ad essere trascorsi cento anni dalla ritualizzazione di questa data, si festeggia il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
I dati relativi al mondo del lavoro e dell'occupazione, purtroppo, a causa della crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, non sono positivi: il 46,4 % delle donne tra i 15 e i 64 anni ha un posto di lavoro, contro il 68,6 % degli uomini.
Quello italiano è il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa e, quando lavorano, le donne sono molto spesso impiegate in lavori precari.
Come emerge dalla ricerca "Donne e crisi", effettuata dalla CGIL di Vicenza, la precarietà e la perdita del rapporto di lavoro producono conseguenze sia in ambito economico che in ambito sociale: oltre a quelle che consistono nell'impossibilità di stabilire programmi di vita indipendenti e di raggiungere, nel futuro, i requisiti pensionistici, le donne si trovano a dover affrontare i numerosi disagi, anche psicologici, derivanti dall'incertezza che caratterizza la loro situazione.
In Italia, infatti, è diffusa una precarietà che non è solo lavorativa, ma anche di vita: avere dei figli, crearsi una famiglia, è diventato in molti casi un lusso.
Noi vogliamo che questo 8 marzo rappresenti un'occasione per inaugurare una nuova stagione di diritti: il diritto al lavoro, il diritto alla maternità , il diritto all'istruzione, il diritto all'assistenza.
Alla definizione di questi diritti avevano lavorato le ventuno donne che presero parte all'Assemblea Costituente: senza il loro impegno politico, sindacale e sociale non avremmo avuto, in seguito, le leggi sul divorzio, sull'aborto, sui diritti delle lavoratrici, tappe che hanno segnato il cammino dell'emancipazione della donna in Italia.
Ecco allora che anche il 150° anniversario dell'Unità d'Italia deve rappresentare un momento cruciale anche in questo senso: in una società come quella odierna, in cui la donna viene sempre più considerata solo come un oggetto di scambio, non possiamo dimenticare tutte quelle donne che, con onore e dimostrando il loro valore, hanno reso possibile l'unità del nostro Paese e si sono sacrificate per questo nobile ideale.
Vogliamo che questo 8 marzo, come è stato il 13 febbraio, sia il giorno di TUTTE: delle donne che lavorano stabilmente fuori e dentro casa, di quelle che cercano lavoro e non lo trovano, delle lavoratrici costrette al lavoro nero, delle licenziate, delle precarie, delle tante che hanno lasciato lontano le loro famiglie per occuparsi delle nostre e delle donne ridotte in schiavitù.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.