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6 dicembre, Langella (Pci) ricorda i morti della ThyssenKrupp

Di Note ufficiali Giovedi 6 Dicembre 2018 alle 22:18 | 0 commenti

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Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 - scrive in una nota Giorgio Langella (PCI - federazione regionale del Veneto) - sette operai dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino morirono per le ustioni riportate dopo una fuoriuscita di olio bollente che aveva preso fuoco. Una tragedia dovuta alle scarse o nulle condizioni di sicurezza nelle quali erano costretti a lavorare. Non un "incidente" ma una vera e propria strage con responsabili ben individuabili.

Per questi omicidi sono stati condannati con sentenza definitiva nel 2016 l’ex ad Harald Espenhahn a nove anni e otto mesi; i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz a sei anni e dieci mesi, il membro del comitato esecutivo dell’azienda Daniele Moroni a sette anni e sei mesi, l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno a otto anni e sei mesi e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafuer a sei anni e otto mesi. Ma è doveroso e necessario ricordare che Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz che dovrebbero scontare la pena in Germania sono a piede libero. E, probabilmente, non sconteranno neppure un giorno di carcere.

Come si può definire questa impunità se non assenza di giustizia. Dov'è la certezza della pena tanto sbandierata quando a delinquere è qualche poveraccio? E dove sono le pressioni del governo italiano perché sia resa giustizia e questi personaggi, che sono stati diìchiarati colpevoli, scontino la condanna? Forse nel sistema capitalista nel quale siamo costretti a vivere e che viene definito "democratico e civile", il carcere è riservato solo per chi non è ricco e famoso. La realtà, infatti è confermata da troppi episodi di impunità: i ricchi sono più garantiti dei poveri e i padroni godono di sempre maggiori privilegi mentre i lavoratori hanno sempre minori diritti.
A distanza di 11 anni noi vogliamo almeno ricordare i nomi degli operai uccisi: Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino. E vogliamo anche ribadire che poco o nulla è stato fatto per garantire sicurezza nei posti di lavoro. Che la sicurezza è considerata da "lorpadroni" un costo, che chi vive del proprio lavoro è soltato (sempre per "lorpadroni") un pezzo di ricambio che deve costare poco. Se non fosse così non ci sarebbero tanti morti nei luoghi di lavoro. 

Bisogna riflettere: da inizio anno al 5 dicembre 2018 i morti nei luoghi di lavoro sono 670. Sono già 36 in più rispetto al totale dei morti in tutto il 2017. Una crescita spaventosa che si giustifica solo con l'indifferenza dei "dirigenti" del nostro povero paese, siano al governo o alla confindustria o altre associazioni padronali, verso quegli omicidi veri e propri che vengono definiti "morti bianche" (chissà poi perché, forse per farle apparire più accettabili) e che non sono mai (o quasi mai) dovuti a fatalità. Alziamo la testa e lottiamo perché lavorare non significhi più morire, ammalarsi, diventare invalidi. Nessuno ci regalerà mai niente, tanto meno la sicurezza di tornare a casa vivi e sani dai luoghi di lavoro. Questo è un diritto che ci dobbiamo conquistare lottando.

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Langella, Morti sul lavoro, Pci

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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