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Coldiretti Vicenza: con i prodotti made in Italy non si perde la sovranità alimentare

Di Note ufficiali Sabato 18 Febbraio 2017 alle 16:06 | 1 commenti

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"Dobbiamo lottare per la salvaguardia dei nostri prodotti, che contribuiscono a mantenere curato il territorio. Per questo abbiamo attivamente coinvolto il mondo della cooperazione, che dovrà sempre più essere al nostro fianco ed in sinergia dovremo lavorare per valorizzare i prodotti locali e tutelarci dal rischio che le nostre eccellenze scompaiano, per lasciare spazio a prodotti di qualità inferiore scelti dal consumatore soltanto per l'italian sounding e per la capacità delle multinazionali di promuoverli efficacemente sfruttando il fattore prezzo. E Federconsumatori, in tutto questo processo, condivide con Coldiretti i valori e la vicinanza al consumatore, a partire dal patto strategico produttori-consumatori siglato nel 2000". Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza e regionale di Coldiretti Veneto, Martino Cerantola, ha introdotto questa mattina al Centro culturale "Giacomo Zanella" a Pozzoleone il convegno sul tema "L'etichetta c'è: narra il latte, la carne, l'ortofrutta, il pesce e... il made in Italy"

alla presenza del sindaco Giada Scuccato, del presidente del Consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti, dell'assessore regionale all'Agricoltura Giuseppe Pan, del consigliere regionale Cristina Guarda. In sala, ad assistere all'intervento di Rolando Manfredini, responsabile Qualità di Coldiretti ed alla tavola rotonda tra il vicepresidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, il vicepresidente nazionale di Federconsumatori Paolo Ormesi ed il direttore del Consorzio di Tutela del Grano Padano Stefano Berni, coordinati dal giornalista de Il Giornale di Vicenza, Piero Erle, i presidenti provinciali Coldiretti del Veneto, il direttore di Coldiretti Vicenza Roberto Palù, i presidenti delle cooperative lattiero-casearie del territorio e dei consorzi di tutela dell'Asiago e del Grana Padano, il presidente dell'Associazione allevatori del Veneto Floriano De Franceschi ed una delegazione di studenti dell'istituto agrario Parolini di Bassano del Grappa e delle scuole medie di Pozzoleone, nonché i piccoli studenti della scuola primaria di Pozzoleone, a cui è stato presentato e donato il libro "Il viaggio del latte: una storia più o meno avventurosa" consegnato ai piccoli studenti della scuola elementare di Pozzoleone edito da De Bastiani e scritto da Laura Simeoni e Michele Rigo. Decisamente preoccupante il quadro delineato da Manfredini: "l'etichettatura d'origine è fondamentale per poter distinguere i prodotti nel mercato. Gli agricoltori devono potersi difendere dal falso made in Italy e ci dev'essere una corretta informazione, a partire dall'etichetta. Il 98% dei formaggi italiani viene imitato. L'Italia è esposta ad un medio rischio dal punto di vista alimentare, in quanto l'autoapprovvigionamento è troppo basso rispetto al fabbisogno interno. Basti pensare che importiamo 62 milioni di cosce per prosciutti, che soddisfano soltanto il 30% del fabbisogno interno ed 1,5 miliardi di litri di latte Uht, che soddisfano solo il 25% del fabbisogno nazionale. Una situazione che espone l'Italia al rischio di perdere la sovranità alimentare. Il fattore di scelta è il prezzo, che porta l'industria italiana ad acquistare materie prime estere per poi lavorarle in Italia e rivenderle sfruttando il tricolore e l'italianità. Un sistema ingannevole, che non lascia spazio alla concorrenza leale e priva il territorio della sua distintività, mentre proliferano anche all'estero le imitazioni delle nostre eccellenze". Un pericolo non temuto, non futuro, ma che stiamo vivendo nella quotidianità, come ribadisce il vicepresidente nazionale Coldiretti Prandini, che lancia una proposta formativa di vasta portata. "Oggi Coldiretti è qui perché è vicina al territorio e vuole assieme alle imprese agricole garantire ai cittadini un'informazione chiara, per favorire il consumo degli alimenti locali e di qualità. Dobbiamo pretendere che le materie prime che importiamo abbiano la stessa qualità delle nostre, altrimenti le nostre eccellenze vengono compromesse. Agricoltura ed agroalimentare sono gli unici settori che possono trascinare il nostro Paese fuori dalla crisi. E per farlo serve un progetto educativo serio rivolto ai giovani. Dare il giusto riconoscimento ai nostri prodotti significa tutelare il territorio e permettere agli agricoltori di generare un'economia buona e sviluppo per il Paese. L'Unione europea dev'essere al nostro fianco per la tutela delle produzioni. Certo il recentissimo accordo del Ceta con il Canada, dove presto i consumatori troveranno negli scaffali i prodotti italiani originali a fianco a quelli falsi, non è un buon esempio di ciò che si dovrebbe fare". Concetti condivisi a pieno anche dal vicepresidente nazionale di Federconsumatori Ormesi: "l'etichetta più letta, secondo nostre indagini, è quella dei prodotti lattiero-caseari. Va ricordato, però, che l'etichetta non è soltanto ciò che si legge, ma anche la tipologia ed i colori che compongono l'imballo alimentare. L'inganno passa anche attraverso le immagini, l'utilizzo delle bandiere nazionali e molte altre apparenti sottigliezze, che fanno la differenza e portano il consumatore a scegliere un prodotto piuttosto che un altro". Il direttore del Consorzio di Tutela del Grano Padano Berni conclude: "curiosità e rispetto sono le parole d'ordine che devono interessare tutti. E la verità è fondamentale per andare avanti e continuare a crescere con i nostri prodotti di qualità".


Commenti

Inviato Sabato 18 Febbraio 2017 alle 21:17

Importante affermazione, le nuove generazioni speriamo sappiano riprendere in mano l'agricoltura innovando e recuperando ciò che è stato sperperato. Purtroppo lasceremo loro il fardello dello spreco, delle pensioni d'oro, del debito pubblico, chiedendo sempre di più, senza una vera solidarietà fra generazioni.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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