Industria conciaria, il distretto veneto concentrato nella provincia di Vicenza rimane al top
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Venerdi 15 Giugno 2012 alle 18:03Nelle concerie di Arzignano il modello Fiat invece del modello Unico?
Sabato 22 Gennaio 2011 alle 10:32Un articolo "istruttivo" che spiega come i "padroni della concia" vogliano affrontare il rinnovo del contratto (foto Corriere vicentino). E a chi vogliono far pagare la crisi. L'Unic (unione nazionale industria conciaria) afferma "Perché la ripresa sia effettiva e sostanziosa anche i lavoratori devono fare la loro parte quanto a disponibilità e flessibilità ", e prosegue Valter Peretti (presidente del settore concia di Confindustria Vicenza) "c'è bisogno di elasticità ... il sistema delle relazioni sindacali va ripensato. Fiat docet".
Continua a leggereAppello dell'Unic per la tutela della Concia
Venerdi 26 Marzo 2010 alle 20:38Unic, Unione Nazionale Industria Conciaria  Â
UNIC, l'appello dell'Unione Nazionale Industria Conciaria: "Tuteliamo il patrimonio comunitario"
"Tutelare il patrimonio comunitario per il futuro delle imprese e dei lavoratori". È questa la presa di posizione dell'Unic, l'Unione Nazionale Industria Conciaria, di fronte ai dati elaborati dal servizio economico dell'associazione. Dati che presentano una realtà a due facce: se anche la concia veneta paga, in linea con la media europea e nazionale, un calo della produzione per oltre il 30% nel decennio, tuttavia il distretto ha mantenuto il primato tecnologico e ambientale, restando uno dei principali centri conciari del mondo, e ha portato le proprie esportazioni al valore di 1,3 miliardi rappresentando il 50% dell'export nazionale.
In questo quadro non mancano però fattori di disturbo che rischiano di impedire alla concia veneta di recuperare fatturato ed occupazione: da un lato, l'aumento dei prezzi della materia prima, più che raddoppiati rispetto ad un anno fa; dall'altro, l'accaparramento di pellame grezzo europeo compiuto in particolare dagli operatori cinesi. Su questo punto specifico arriva da Unic l'allarme e la richiesta di avviare specifiche azioni di tutela del patrimonio comunitario.
Unione Nazionale Industria Conciaria
L'area pelle mondiale e le prospettive della concia vicentina sono state commentate nel convegno tenutosi martedì 23 marzo a Villa Brusarosco, Arzignano (VI).
A conferma delle generali preoccupazioni, soprattutto nel campo dell'approvvigionamento, si è avuta una partecipazione qualificata di imprenditori, sia veneti sia nazionali, guidati dal presidente Unic, il toscano Graziano Balducci.
Presente ed oratore il numero uno di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato, l'incontro è stato condotto dal presidente della sezione concia vicentina, Walter Peretti.
I dati ed i grafici della ricerca, elaborati dal Servizio Economico Unic, hanno evidenziato il calo della produzione conciaria veneta per oltre il 30% nel decennio, pari comunque alla media italiana ed europea.
Nel periodo si è contrapposto un deciso aumento asiatico (Cina, India) e sudamericano (Brasile).
Il distretto ha tuttavia mantenuto il primato tecnologico ed ambientale, restando uno dei principali centri conciari del mondo.
La delocalizzazione della manifattura europea e statunitense in oriente, accentuata particolarmente nell'arredamento e nella calzatura, ha trovato una pronta risposta negli arzignanesi che hanno portato le proprie esportazioni al valore di 1,3 miliardi, da un lato rappresentando il 50% dell'export nazionale e dall'altro spedendo nella stessa Cina ben il 15% del totale!
Ora, con tutte le cautele del caso, la progressione, dopo la pausa dell'ultimo biennio, è prevista riprendere sia nell'arredamento imbottito che nella scarpa, con velocità diverse tra est ed Europa.
Ci sono purtroppo fattori di disturbo che potrebbero impedire alla concia veneta di recuperare fatturato ed occupazione, in discesa.
Il primo riguarda la materia prima, i cui prezzi sono più che raddoppiati rispetto ad un anno fa.
La tensione è destinata a durare, peggiorata dalla riduzione di disponibilità , causata da una domanda alimentare diversa.
Per esempio, sulle pelli di qualità medioalta, materiale di trasformazione da noi preferito, incombe la costante contrazione delle macellazioni europee, con una perdita di 150.000 tonnellate rispetto a dieci anni fa.
Nella fascia medio-economica invece le difficoltà provengono dal crescente protezionismo dei
fornitori esteri, come Brasile, India e Russia, che cercano di favorire i conciatori locali.
L'elemento nuovo è rappresentato dall'accaparramento di pellame grezzo europeo, compiuto dai cinesi senza problemi finanziari, che potrebbe assorbire in pochi anni l'intera offerta continentale lasciando le nostre concerie prive di rifornimento.
Unic ha infatti avviato richieste di specifica tutela del patrimonio comunitario per il futuro delle imprese e dei loro lavoratori.
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