Ru486, Zaia: regione sulla strada della responsabilità
Venerdi 25 Giugno 2010 alle 19:08Pensavo di vivere in Italia,non per la RU486
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 23:53
Pensavo di vivere in Italia, in un paese democratico e moderno, e invece scopro che il Veneto non è in Italia, che appartiene alla Padania, che il neo governatore Zaia alla pari del suo commilitone Cotta, fa regredire l'autodeterminazione del corpo femminile all'800. I governatori della Lega si stanno comportando come i fondamentalisti islamici, che tra l'altro criticano ferocemente. La libertà di noi donne è messa in serio pericolo: non solo non saremo più padrone del nostro corpo, ma fra poco ci rimanderanno nel focolare domestico, a figliare, ad accudire la casa, la prole e i vecchi, compito che lor signori, affidano alle donne. L'uomo porta i pantaloni e decide, la donna subisce.
Questi governatori, proibendo l'uso della pillola Ru486 negli ospedali, hanno imbastito una vera crociata contro le donne. E' notizia che l'Azienda ospedaliera di Vicenza non ha ancora richiesto la pillola, all'Agenzia farmaceutica. D'altronde se arriverà , la Ru486, invecchierà nei magazzini, in quanto l'aborto farmaceutico non sarà praticato dalla maggior parte dei ginecologi degli ospedali vicentini, quasi tutti obiettori di coscienza, contrari quindi all'aborto chirurgico e farmaceutico. Sono in 18 al San Bortolo (USL 6) più il primario L. Tumaini. Le interruzioni di gravidanza sono eseguite, infatti, da un professionista esterno. Questi professionisti ospedalieri, sono in piena linea con i loro predecessori ottocenteschi, tant'è che la donna non ha voce in capitolo sul suo corpo e sulla sua salute. Bensì scelgono essi per essa. La Ru486 tutelerebbe la salute della donna che non è più costretta a interventi chirurgici traumatici per il corpo, ma si sa che quando si parla di salute della donna, questo è un problema, soprattutto se va contro l'etica del corpo femminile come procreatore.
Che Vicenza sia una delle città in cui il Movimento per la Vita è forte è risaputo, come che è molto cattolica. E' altrettanto vero che in città ci sono diverse interruzioni di gravidanza anche irregolari, che le ragazzine rimangono incinte frequentemente e costrette a matrimoni riparatori in tenera età . La chiusura mentale catto-cristiana fa venire meno una sana educazione sessuale.
La lega nella sua Padania non se la prende solo con i bambini poveri, con gli immigrati e le persone povere, ma anche con le donne che vogliono essere libere di decidere sul loro corpo, sul loro futuro e non vogliono essere solo oggetti di procreazione e del piacere.
Irene Rui - PRC, Federazione della Sinistra coordinamento di Vicenza
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RU486:Luca Zaia frena e attenua polemiche
Venerdi 2 Aprile 2010 alle 21:50Redazione di VicenzaPiù       Â
Il governatore veneto, Luca Zaia, attenua, come anche il neo governatore del Piemonte, Roberto Cota ("Non andrò mai contro la legge"), le forti polemiche, con tanto di discutibile intervento del Vaticano a loro sostegno, innescate proprio dalle dichiarazioni dei 2 neo governatori leghisti sulla colontà di impedire l'uso della pillola antiabortiva RU486.
Pur precisando la propria contrarietà alla pillola RU486 il governatore del Veneto ha specificato che la stessa va somministrata solo in ambiente protetto, quindi negli ospedali, e non ‘proibita', essendo questa tra l'altro una questione non di competenza regionale.
''Ciò che mi sta a cuore è la salute della donna, in un contesto che abbia al centro dei propri valori al tutela della vita - ha sottolineato Zaia -. Quando si parla di pillola abortiva, in ogni caso bisogna tener conto che si tratta, come giustamente fa il ministro Fazio, di una terapia che va somministrata in ambiente protetto'.
Continua a leggereCominciano subito anche contro ... i sussurri
Venerdi 2 Aprile 2010 alle 18:24
Secondo i dati ISTAT il rapporto deficit/pil sale al 5,2%. È il dato peggiore dal 1996. Nel 2008 era al 2,7%. La disoccupazione in Italia (stima di febbraio 2010) sale a 8,5%, con una crescita di 1,2 punti percentuali rispetto a febbraio 2009. La disoccupazione giovanile è particolarmente preoccupante: 28,2%. Il 7,6% in più rispetto alla media dei 27 paesi dell'Unione Europea. È il risultato di una politica che penalizza il lavoro e lo rende sempre più precario. È il risultato di scelte che prevedono, con l'aumento dell'età pensionabile, più lavoro per gli anziani, meno lavoro per i giovani e sempre minori diritti per tutti. Chi deve lavorare diventerà sempre più ricattabile. Una situazione disastrosamente senza futuro.
Intanto
1. I due nuovi "governatori" leghisti di Veneto e Piemonte annunciano che si opporranno all'uso della pillola RU486. Zaia dichiara "Per quel che ci riguarda non daremo mai l'autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali". Cota dice "Sono pronto a farla rimanere nei magazzini". Il Vaticano chiede, la Lega "trionfante" (nelle elezioni) risponde, il Vaticano ringrazia. Alla faccia dell'autonomia e dell'indipendenza.
2. Il procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, che sta indagando su casi di pedofilia, dichiara (in un'intervista a il Giornale): "Nei tanti anni in cui ho trattato l'argomento non mi è mai arrivata una sola denuncia, né da parte dei vescovi né da parte dei singoli preti e questo è un po' strano", aggiungendo che "la lista dei sacerdoti inquisiti per reati sessuali non è corta", ma in nessun caso la denuncia è partita dall'ambiente ecclesiastico, bensì dai familiari delle vittime "dopo che si sono rivolti all'autorità religiosa e questa non ha fatto assolutamente niente". Immediatamente il ministro Alfano manda gli ispettori a "verificare" il comportamento della procura di Milano. E il deputato PDL Maurizio Lupi attacca dicendo che "le parole di Forno sono gravissime e assolutamente fuori luogo ... È ora di smetterla con questi attacchi strumentali che, colpendo la Chiesa, minano le basi stesse della nostra società ". A proposito, ma l'Italia non dovrebbe essere uno stato laico?
3. Il direttore di TG1 Minzolini, subito dopo il risultato elettorale, solleva dall'incarico di conduttori al Tg1 tre giornalisti "per dare un segnale di cambiamento": Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Il "caso" vuole che i tre giornalisti rimossi non avevano firmato una lettera in favore del direttore (che aveva dato la notizia non vera dell'assoluzione dell'avvocato Mills, che invece era stato "prescritto"). La giornalista Maria Luisa Busi rilascia un'intervista a Repubblica nella quale esprime critiche e preoccupazioni sulla situazione della RAI. Dopo poche ore riceve una lettera di richiamo da parte dello stesso Minzolini.
Dopo aver incassato il risultato elettorale, "lorservitori" sentono forte il richiamo di "lorpadroni" e dimostrano loro gratitudine iniziando subito la "normalizzazione". Stiamo scivolando verso un regime al quale danno fastidio le voci di dissenso, anche i sussurri. Per quanto ci riguarda continueremo a gridare.
Giorgio Langella, Federazione della Sinistra, Prc, PdCI
Veneto e 5 regioni sono pronte per la Ru486
Sabato 20 Febbraio 2010 alle 19:51
Oltre al Veneto solo altre cinque Regioni hanno deciso come somministrare il farmaco alle donne che sceglieranno l'aborto farmacologico: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana e provincia autonoma di Trento.
Non appena il Poligrafico dello Stato avrà terminato la stampa delle fustelle, con il codice a barre e le altre indicazioni di legge, la ditta francese produttrice della pillola abortiva Ru486 inizierà a spedire le confezioni in tutta Italia, quindi verso metà marzo, come confermano dal quartier generale di Parigi della Exelgyn.
Nelle altre regioni le norme mancano ancora.
Il quindicinale di politica sanitaria 'Il Bisturi', fonte di queste notizie, come scrive l'Adnkronos, "precisa, poi, che Lombardia, Toscana e Veneto hanno deliberato per il ricovero ordinario per tutta la durata dell'interruzione di gravidanza (normalmente tre giorni), mentre Emilia Romagna, Piemonte e provincia autonoma di Trento hanno seguito la via del day hospital con appositi protocolli per il monitoraggio costante della donna, anche al di fuori dell'ospedale, per il tempo necessario all'aborto".
"Le altre Regioni aspettano indicazioni, - continua la nota Adnkronos- che potrebbero prendere la forma di vere e proprie linee guida nazionali, come auspicato dal ministro del Lavoro e politiche sociali Maurizio Sacconi e dal sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, oppure che potrebbero arrivare con un'intesa in Conferenza Stato-Regioni, come vorrebbero le Regioni" non ancora operative anche perché a pesare sull'assenza di decisioni ci sono le elezioni di marzo.
Monsignor Elio Sgreccia, sempre secondo Adnkronos - presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, ribadisce la condanna senza appello da parte della Chiesa.
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