Compensi poco chiari per diventare giornalisti: atti saranno trasmessi alla Finanza
Giovedi 25 Luglio 2013 alle 17:40
Ordine Giornalisti del Veneto - Saranno segnalati alla Guardia di Finanza i casi di incongruenza nella documentazione fiscale attestante l'avvenuta retribuzione dell'attivitàpresentata al fine di ottenere l'iscrizione all'Elenco pubblicisti. Lo ha deciso il Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti con l'obiettivo di avere conferma dell'avvenuta retribuzione dell'attività, requisito posto come essenziale dalla legge n. 69 del 1963 per ottenere l'iscrizione all'Albo dei giornalisti.
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No a pubblicista per pubblicità elettorale tv
Lunedi 22 Marzo 2010 alle 20:28Ordine dei Giornalisti del Veneto   Â
Conduce spazio elettorale a pagamento: procedimento disciplinare verso un pubblicista
L'Ordine dei giornalisti del Veneto ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di un giornalista pubblicista per essersi prestato a condurre uno spazio televisivo riservato a comunicazione elettorale a pagamento. Il collega è stato convocato per la prima seduta utile del Consiglio, nel corso della quale sarà ascoltato.
La Carta dei doveri fa divieto ai giornalisti di occuparsi di pubblicità e di assumere incarichi e responsabilità in contrasto con l'esercizio autonomo della professione. Di conseguenza, i giornalisti non possono occuparsi di pubblicità elettorale: non possono prestare volto e voce a spot pubblicitari, ma neppure a spazi di comunicazione elettorale a pagamento in cui interviste, tribune, dibattiti, ecc. siano stati acquistati da candidati e/o esponenti politici. Tale comportamento, infatti, si pone in conflitto anche con gli obblighi stabiliti dagli articoli 2 e 48 della Legge professionale 69/63, e con il dovere di essere e apparire indipendente, la cui violazione rischia di minare l'essenziale rapporto di fiducia tra il cittadino-elettore e il giornalista.
Si ricorda, inoltre, che non sono consentite comunicazioni o pubblicità elettorali a pagamento all'interno dei Tg. La responsabilità di eventuali commistioni tra informazione e pubblicità , anche elettorale, è riconducibile al direttore responsabile della testata giornalistica, il quale ha il dovere di farsi garante della correttezza e trasparenza dell'informazione.
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