Categorie: Politica, Economia&Aziende
Sabato 23 Dicembre 2017 alle 10:22
Pubblicato il 22 dicembre alle 22.53, completato e aggiornato il 23 alle 10.22. Molti indizi c'erano da tempo, ma la serie delle conferme giunte in meno di una settimana, quella conclusiva e decisiva per l'esito dei lavori, dinanzi alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, è impressionante e chiude ogni discussione, senza appello, su uno dei quesiti che da tempo agitavano il dibattito politico: è possibile che il più potente ministro del governo-Renzi, figura non secondaria - insediata a palazzo Chigi - anche nell'esecutivo Gentiloni, abbia così palesemente violato il dovere etico fondamentale assunto con il giuramento sulla Costituzione di servire esclusivamente gli interessi della Nazione e non altri, tanto più se privati e addirittura propri e della propria famiglia?
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Categorie: Fatti, Economia&Aziende
Mercoledi 13 Dicembre 2017 alle 23:19
Roma, da nostro corrispondente. Ostenta totale cortesia e piena disponibilità Gianni Zonin dinanzi alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche (qui il video completo, ndr). Puntuale varca alle 18.00 il portone d'ingresso di palazzo San Macuto per annunciare di essere pronto a rispondere a tutte le domande di deputati e senatori, forte anche del credito acquisito per avere accettato l'audizione in tempi rapidissimi, addirittura anticipati, nell'unico giorno rimasto libero nel calendario dell'udienza preliminare del tribunale di Vicenza dove l'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza è imputato.
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Categorie: Economia&Aziende
Mercoledi 13 Dicembre 2017 alle 10:18
A metà delle sue sette ore di audizione,
Carmelo Barbagallo, capo della
vigilanza della
Banca d'Italia, regala alla commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche una perla a futura memoria: è il primo dirigente a negare che in Via Nazionale ci possano essere dei
massoni. L'uscita lenirà i dolori delle migliaia di truffati a cui in questi anni di crac bancari non è rimasto che pensare che le troppe amnesie della vigilanza e le lentezze di certe Procure si spiegassero solo con storie di grembiulini. Questione di dettagli.
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Categorie: Fatti
Venerdi 12 Maggio 2017 alle 09:37
Le telefonate sono due e avvengono il 3 febbraio 2015. Nella prima
Vincenzo Consoli, direttore generale di
Veneto Banca, si consiglia con un dirigente della
Banca d'Italia, identificato dagli inquirenti solo con il nome di battesimo Vincenzo. Nella seconda Consoli parla con un uomo "dal forte accento toscano". Secondo gli uomini della Guardia di Finanza "potrebbe trattarsi di
Pier Luigi Boschi", vicepresidente di
Banca Etruria e padre dell'allora ministro delle Riforme Maria Elena. Le intercettazioni sono comprese nel vasto materiale probatorio raccolto dai procuratori della Repubblica di Roma
Rodolfo Sabelli,
Maria Sabina Calabretta e
Stefano Pesci nell'inchiesta a carico di Consoli e altri, accusati di ostacolo alla vigilanza.
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Categorie: Fatti
Giovedi 11 Maggio 2017 alle 09:31
Un sabato di marzo del 2014
Flavio Trinca, presidente di
Veneto Banca, e
Vincenzo Consoli, amministratore delegato, sono saliti in macchina e hanno percorso di gran carriera i 330 chilometri che separano Montebelluna in provincia di Treviso (sede della banca) da Laterina in provincia di Arezzo. Lì hanno suonato il campanello della villa di
Pier Luigi Boschi, consigliere di amministrazione di
Banca Etruria, che li attendeva con il presidente
Giuseppe Fornasari. I rapporti sono oliati. È proprio Fornasari ad aver voluto nel 2011 Boschi nel cda della banca, in rappresentanza del mondo agricolo aretino. Ed è ancora Fornasari a conoscere bene Trinca: entrambi sono stati deputati, entrambi hanno alle spalle la militanza nella Dc, sebbene in due diverse correnti, l'aretino era fanfaniano (come Boschi), il trevigiano stava con Carlo Donat-Cattin in Forze Nuove.
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Categorie: Fatti
Mercoledi 10 Maggio 2017 alle 11:14
La bomba arriva a pagina 209 di Poteri forti (o quasi), lasciata cadere quasi distrattamente, liquidata in poche righe. Ma Ferruccio de Bortoli, alla guida del Corriere della Sera per dodici anni e del Sole 24 Ore per cinque, si caratterizza rispetto ad altri direttori della sua generazione per i robusti cromosomi da giornalista economico. E quindi sa tutte le sfumature della rivelazione contenuta nelle righe che riportiamo integralmente. Dopo aver ricordato gli incontri di
Pier Luigi Boschi con il massone
Flavio Carboni, per chiedergli di interessarsi ai destini di Banca Etruria di cui il padre di Maria Elena era vicepresidente, De Bortoli prosegue: "
L'allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit.
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Categorie: Banche
Mercoledi 27 Aprile 2016 alle 09:34
l precipizio della Banca popolare di Vicenza (Bpvi) –le cui azioni sono passate in un anno dal valore presunto di 62,5 euro a quello certo di 10 centesimi, con la cancellazione di oltre 6 miliardi di euro che i 119 mila soci credevano di avere in tasca – sta mettendo nei guai Ignazio Visco. Gli errori della vigilanza di Bankitalia diventano sempre meno difendibili di fronte alla cruda realtà dei fatti. Il 19 aprile scorso, al Senato, il governatore ha dato la dimostrazione scientifica di un caos sempre meno governabile. A proposito di Banca Etruria, ha accusato il cda della banca di Arezzo che, nel 2014, “rifiutò di considerare l’unica offerta di integrazione ufficiale, avanzata autonomamente dalla Popolare di Vicenzaâ€.
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Venerdi 13 Febbraio 2015 alle 18:14
Roberto Ciambetti, assessore al bilancio della Regione Veneto analizza le "liaisons dangereuses", i destini incrociati e gli incroci pericolosi tra Popolare dell’Etruria e Mps
Non c’è nessuna soddisfazione nell’essere stato tra i primi a segnalare all’opinione pubblica, e di ciò devo dire grazie a VicenzaPiù che ospitò un mio intervento sul caso, l’anomalia dei corsi dei titoli azionari delle Banche Popolari e nel sostenere che finanzieri vicini al premier Matteo Renzi s’erano segnalati per l’accumulo di azioni di queste banche e, in particolarmodo, della Popolare dell’Etruria e del Lazio.
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Categorie: Politica, Banche
Domenica 25 Gennaio 2015 alle 21:50
di Roberto Ciambetti
Ai più il nome di Paolo Basilico potrà dir poco. Dice molto agli analisti di Borsa e a chi frequenta la Finanza: si tratta del fondatore, presidente e amministratore delegato della Kairos Investment Management, una delle poche società indipendenti di gestione del risparmio in Italia che non hanno grandi banche alle spalle. Nelle cronache della politica, invece, il nome di Basilico compare quale sostenitore di Matteo Renzi dalla prima ora, quando l'allora sindaco di Firenze, si lanciò nella scalata al Pd.
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